2020-06-18
Cantone procuratore a Perugia guiderà l’accusa contro Palamara
L'ex presidente dell'Anticorruzione, stimato dai renziani, eletto con i voti delle toghe rosse e dei membri laici. Il Csm si spacca, l'affondo di Nino Di Matteo: inopportuno, è troppo vicino alla politica e lo volevano pure premier. Il nuovo procuratore di Perugia Raffaele Cantone, già presidente dell'Autorità anticorruzione dal marzo 2014 all'ottobre 2019, dovrà rappresentare l'accusa nell'eventuale processo a Luca Palamara e ai suoi coindagati. Dalle chat e dalle intercettazioni del pm sotto inchiesta emergeva il suo giudizio negativo sull'eventuale trasferimento di Cantone nel capoluogo umbro («da evitare assolutamente»), anche se paradossalmente sono stati entrambi legati alla politica e in particolare a Matteo Renzi. Palamara era pronto a scendere in campo con il senatore semplice di Scandicci e Cantone, nel 2014, venne messo dall'allora premier a guidare la neonata Anac, un'invenzione che doveva fare da testa di ponte del renzismo con il mondo della Giustizia, dopo il fallimento della nomina di Nicola Gratteri a Guardasigilli.Ieri a far vincere il «politico» Cantone sono stati paradossalmente tutti i laici, di sinistra, centro e destra, che come un sol uomo hanno spinto Cantone insieme alla corrente progressista di Area. Anche i leghisti Stefano Cavanna ed Emanuele Basile hanno «accompagnato» Cantone a Perugia. Alla fine l'ex capo dell'Anac ha vinto 12 a 8 contro il contendente Luca Masini, ex reggente della Procura di Salerno.C'è chi paragona quello di ieri al voto per Franco Lo Voi a procuratore di Palermo, dove tutti i laici di saldarono con la corrente di Magistratura indipendente. Quella volta la politica si cementò in un fronte anti processo Trattativa Stato-mafia che era rappresentata dalla candidatura di Guido Lo Forte.Adesso a trionfare è stata Area, la quale, dopo aver vinto la battaglia per la Procura di Roma, ha scelto la toga incaricata di indagare sui magistrati della Capitale (oltre ai capi di Milano e Napoli e il procuratore generale della Cassazione). E scusate se è poco. Basti ricordare che le indagini di Perugia hanno fatto saltare la nomina a procuratore della Città eterna di Marcello Viola. Dunque faranno riferimento ad Area sia i vertici di piazzale Clodio, i più impegnati nelle indagini sulla politica, che quelli che dovranno fare le pulci al lavoro dei colleghi romani.Un'operazione di grandissima maestria. Salvo quel piccolo corto circuito sul nome di Renzi.Per i magistrati della base l'immagine più irritante è quella di Cantone alla Casa Bianca intruppato nella delegazione della meglio Italia selezionata dal fu Rottamatore per partecipare in smoking alla cena organizzata da Barack Obama.Ieri al plenum del Csm in molti hanno evidenziato gli anni fuori ruolo di Cantone. Dai tempi di Giovanni Melillo, ex capo di gabinetto del Guardasigilli piddino Andrea Orlando, forse non si assisteva alla candidatura di un magistrato così esposto politicamente e anche allora i laici scesero in campo quasi compatti (non si schierò solo quello dei 5 stelle).Mario Suriano di Area, il relatore della proposta a favore dell'ex capo dell'Anac (uscito dalla commissione direttivi in vantaggio 3 a 2), ha provato a fugare i sospetti di parzialità: «Non si può dubitare dell'indipendenza di Cantone. Dalle chat vediamo che Cantone non doveva andare a Perugia secondo persone vicine al presidente del Consiglio che lo nominò all'Anac». Il riferimento era all'accoppiata Palamara-Renzi, anche se la tesi risulta davvero speciosa, visto che ancora la scorsa estate diversi retroscenisti politici registravano il tentativo del leader di Italia viva di piazzare Cantone alla guida di un esecutivo Iv-Pd-5stelle-Leu. Neppure citare un futuro indagato come argomento pro (o contro) una nomina appare del resto tranquillizzante.Piercamillo Davigo, leader di A&i, ha subito liquidato il sillogismo di Suriano: «Di Masini nelle chat non si parla proprio e questo è ancora meglio». Davigo ha poi sostenuto che i fuori ruolo «non possono assolutamente saltare la fila. Se hanno dei meriti vanno riconosciuti, ma non può essere una scorciatoia. Perché quello che fa arrabbiare i magistrati sono le scorciatoie […] Non si passa direttamente da un incarico fuori ruolo ad un incarico direttivo. Perché questo non viene mediamente accettato dai colleghi. Cantone avrà tutti i meriti del mondo, ma ha fatto la domanda che era ancora fuori ruolo».L'indipendente Nino Di Matteo è stato ancora più duro, pur sottolineando l'amicizia personale e la stima per Cantone. Ha parlato di una sua «fortissima connotazione politica», dal momento che Cantone «ha recentemente ricoperto un ruolo importante, prestigioso, di nomina essenzialmente politica» e ha rammentato che il candidato di Area «è stato più volte indicato fino ad agosto 2019, nel periodo della crisi del precedente governo, come possibile premier della nuova compagine governativa».Ha anche evidenziato che i procedimenti che pendono a Perugia «scaturiscono proprio dal rapporto fra magistrati e politici o ambienti di potere, tra l'altro vicini o appartenenti a quella stessa compagine politica che all'epoca fu decisiva nella nomina di Cantone». A questo punto Di Matteo ha espressamente citato «la vicenda Palamara Lotti (Luca, parlamentare intercettato nell'inchiesta di Perugia, ndr)» e ha dichiarato che in nome «dell'apparenza della imparzialità, della serenità, del distacco» sarebbe stata «di gran lunga preferibile» la nomina di «un procuratore diverso». Anche Ilaria Pepe, di A&i, ha rimarcato che «la figura del dottor Cantone è stata associata negli ultimi sei mesi a possibili presidenze del Consiglio, a mia memoria, possibili presidenze di Regione, presidenze di ogni tipo. Penso di potere escludere solo il soglio pontificio». Infine Giuseppe Marra, altro esponente di A&i, ha definito quello di Cantone «uno di quei casi che rimangono nella storia del Csm, negli annali», dal momento che il nuovo procuratore di Perugia «non svolge le funzioni requirenti dal 2007». In definitiva negli ultimi mesi al Csm, gattopardescamente, è cambiato tutto perché nulla cambi.