2025-08-12
La vera colpa dei camici «no vax»: non appartenere al giro «giusto»
Burioni, che durante la pandemia ha detto tutto e il suo contrario, continua a insultare. Nella Regione della Russo si assumono dottori senza titoli riconosciuti, ma lei tace. Il punto, quindi, non sono le competenze.Non sono riusciti a debellare il Covid nonostante le restrizioni feroci e le discriminazioni disumane, ma pensano di poter debellare i colleghi sgraditi con qualche comunicato stampa e una raccolta firme. I luminari fondatori del Patto trasversale per la Scienza (Pts, quasi il nome di una sindrome) hanno lanciato una petizione su Change.org per chiedere che siano estromessi dal Nitag, il Comitato per le vaccinazioni, i medici Paolo Bellavite ed Eugenio Serravalle. Costoro, sostengono i membri del Pts, «sono noti per aver espresso posizioni pubblicamente critiche e spesso ideologiche contro i vaccini, in particolare contro quelli pediatrici e contro i vaccini anti-Covid». E ancora: «I due medici non vantano una solida produzione scientifica in ambito vaccinale, né riconoscimento accademico in materia di immunizzazione. In passato, hanno pubblicato e promosso contenuti pseudoscientifici, mettendo in dubbio la sicurezza e l’efficacia dei vaccini, e sostenendo teorie prive di fondamento.Queste nomine rappresentano un grave segnale di legittimazione di teorie antiscientifiche, che rischia di minare la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni sanitarie; favorire l’esitazione vaccinale, già in crescita in molte fasce della popolazione; compromettere la credibilità del Nitag, screditando anche i suoi membri altamente qualificati; indebolire la cultura della prevenzione, fondamentale per la salute collettiva». Breve riepilogo. Il Patto trasversale per la scienza che licenzia queste accorate frasi è nato per volontà di Roberto Burioni e Guido Silvestri e dovrebbe avere «l’obiettivo di promuovere l’informazione scientifica corretta e combattere bufale e fake news, fra cui il collegamento vaccini-autismo, il negazionismo dell’Hiv e altre forme di pseudoscienza e pseudomedicina». A sottoscrivere il patto, nel 2019, hanno provveduto addirittura Beppe Grillo e Matteo Renzi, giusto per fare capire che qui mica si scherza. Dopo aver letto ciò che scrivono le eccelse menti del Pts, però, viene da interrogarsi su chi abbia realmente screditato la scienza in questi anni e continui a farlo anche ora. Burioni e soci insultano, puntano il dito contro Serravalle e Bellavite, ma per tutta la durata della pandemia hanno dichiarato tutto e il suo contrario, per lo più sbagliandosi. Lo stesso, con qualche lieve distinguo, vale per Matteo Bassetti - anche lui firmatario della petizione sul Nitag - che ha proferito giusto qualche insulto in meno rispetto ad altri e più rabbiosi colleghi. Tutti quanti le hanno sparate grosse, enormi, e hanno detto fior di castronerie. Epperò hanno continuato serenamente a esprimersi, non hanno mai chiesto scusa, si sono esibiti e continuano a esibirsi in programmi tv di prima serata anche sulle reti pubbliche. In materia di credibilità, insomma, i geniacci del Pts farebbero meglio a non dare lezioni a nessuno, tantomeno a medici che si sono mostrati onesti e umani. Sappiamo benissimo, però, che il problema vero non è affatto la credibilità. Bellavite e Serravalle non vengono contestati per il curriculum o per le affermazioni che hanno fatto, ma perché appartengono al giro sbagliato. Non fanno parte della cordata che si è imposta in tempi di pandemia né dei raffinati club degli amici del siero. E allora vengono bersagliati. Interessante a tale proposito lo spunto di riflessione che arriva dal Veneto. Nei giorni scorsi Francesca Russo (responsabile del dipartimento di Prevenzione della Regione, colei che ha gestito il Covid in Veneto) ha deciso di dimettersi dal Nitag per non essere costretta a stare nello stesso comitato con Bellavite e Serravalle. Ovviamente si è dimessa non prima di aver rilasciato accorate dichiarazioni contro i due dottori «che in passato hanno più volte espresso pubblicamente posizioni non coerenti con le evidenze scientifiche in materia di vaccinazioni, arrivando in alcuni casi a sostenere o diffondere messaggi contrari alle strategie vaccinali nazionali».Giova ricordare che la Russo lavora per la stessa regione che ha deliberato di assumere nel servizio sanitario regionale medici stranieri in possesso di un titolo di studio conseguito all’estero e non riconosciuto in Italia. Si tratterebbe di una «misura straordinaria» dovuta alla «mancanza di 3.500 specialisti». Lo stesso metodo, ci risulta, era stato utilizzato anche durante il Covid. Anzi, è proprio grazie alle deroghe pandemiche che la regione può assumere medico senza titoli. In buona sostanza, un dottore non titolato può lavorare nel sistema sanitario pubblico, ma un medico titolato deve essere cacciato perché esprime posizioni che non sono gradite ad alcuni colleghi politicamente più presentabili. Molto coerente, non c’è che dire. Tra coloro che protestano per l’inclusione di Bellavite e Serravalle nel Nitag ci sono più gli ordini dei medici e la Fnomceo che se ne fa portavoce a livello nazionale. Come nota l’associazione Contiamoci, «meno del 10% degli aventi diritto partecipa alle elezioni ordinistiche: una rappresentatività più formale che reale». Inoltre, «il presidente della Fnomceo Filippo Anelli non risulta autore di significative pubblicazioni scientifiche indicizzate, e molti presidenti di Ordine sono lontani dalla pratica clinica da anni, ricoprendo ruoli sindacali e politici. Eppure, si vorrebbe che queste stesse figure dettassero le linee guida delle politiche vaccinali nazionali». Di nuovo: se i medici sono politicamente graditi ed esprimono idee conformi a quelle delle lobby prevalenti, allora possono non solo parlare ma anche formulare strategie e assumere ruoli di grande responsabilità. Se invece osano uscire dal seminato, vanno fucilati. Possono essere paragonati (lo ha fatto ieri Burioni) a Pablo Escobar o ad altri pericolosi criminali, possono essere insultati e vilipesi. Così funziona la scienza in Italia: più si genuflette più è ritenuta autorevole.
Alberto Stefani (Imagoeconomica)
(Arma dei Carabinieri)
All'alba di oggi i Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Chieti, con il supporto operativo dei militari dei Comandi Provinciali di Pescara, L’Aquila e Teramo, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia de L’Aquila, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un quarantacinquenne bengalese ed hanno notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di 19 persone, tutte gravemente indiziate dei delitti di associazione per delinquere finalizzata a commettere una serie indeterminata di reati in materia di immigrazione clandestina, tentata estorsione e rapina.
I provvedimenti giudiziari sono stati emessi sulla base delle risultanze della complessa attività investigativa condotta dai militari del NIL di Chieti che, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia, hanno fatto luce su un sodalizio criminale operante fin dal 2022 a Pescara e in altre località abruzzesi, con proiezioni in Puglia e Campania che, utilizzando in maniera fraudolenta il Decreto flussi, sono riusciti a far entrare in Italia diverse centinaia di cittadini extracomunitari provenienti prevalentemente dal Bangladesh, confezionando false proposte di lavoro per ottenere il visto d’ingresso in Italia ovvero falsificando gli stessi visti. L’associazione, oggi disarticolata, era strutturata su più livelli e si avvaleva di imprenditori compiacenti, disponibili a predisporre contratti di lavoro fittizi o società create in vista dei “click day” oltre che di di professionisti che curavano la documentazione necessaria per far risultare regolari le richieste di ingresso tramite i decreti flussi. Si servivano di intermediari, anche operanti in Bangladesh, incaricati di reclutare cittadini stranieri e di organizzarne l’arrivo in Italia, spesso dietro pagamento e con sistemazioni di fortuna.
I profitti illeciti derivanti dalla gestione delle pratiche migratorie sono stimati in oltre 3 milioni di euro, considerando che ciascuno degli stranieri fatti entrare irregolarmente in Italia versava somme consistenti. Non a caso alcuni indagati definivano il sistema una vera e propria «miniera».
Nel corso delle indagini nel luglio 2024, i Carabinieri del NIL di Chieti hanno eseguito un intervento a Pescara sorprendendo due imprenditori mentre consegnavano a cittadini stranieri documentazione falsa per l’ingresso in Italia dietro pagamento.
Lo straniero destinatario del provvedimento cautelare svolgeva funzioni di organizzazione e raccordo con l’estero, effettuando anche trasferte per individuare connazionali disponibili a entrare in Italia. In un episodio, per recuperare somme pretese, ha inoltre minacciato e aggredito un connazionale. Considerata la gravità e l’attualità delle esigenze cautelari, è stata disposta la custodia in carcere presso la Casa Circondariale di Pescara.
Nei confronti degli altri 19 indagati, pur sussistendo gravi indizi di colpevolezza, non vi è l’attualità delle esigenze cautelari.
Il Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro, da anni, è impegnato nel fronteggiare su tutto il territorio nazionale il favoreggiamento dell’immigrazione irregolare, fenomeno strettamente collegato a quello dello sfruttamento lavorativo.
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