2022-11-01
Calenda accusa Bonino per i soldi di Soros
Carlo Calenda e Emma Bonino (Ansa)
Nell’ultimo libro di Bruno Vespa, il leader di Azione parla del milione e mezzo di euro versati a +Europa dallo speculatore.. Condizione imprescindibile: fare un listone antifascista. Benedetto Della Vedova si difende ma non smentisce: «Contributi individuali».Potevano chiamarlo campo Soros, suonava meglio che campo largo. Faceva più listone demo-pluto-antifa, forse con quel nome sarebbero riusciti perfino a eleggere Emma Bonino al Senato. Che il paperone liberal con mire da dottor Stranamore allungasse mance importanti al partitino dell’ex leader radicale fin dalla nascita era noto; che pretendesse la costruzione di un «fronte antifascista» italiano per fermare sul bagnasciuga Giorgia Meloni è una novità politica che ha qualcosa di comico, visti i risultati. Ma lo scenario spiega ex post le manovre metanfetaminiche di Enrico Letta nel costruire alleanze alla sua destra e poi scioglierle per rifugiarsi fra le braccia di Bonino, comunisti e verdi. «George Soros ha sovvenzionato con un milione e mezzo di euro +Europa». La notizia arriva da un combinato disposto classico come le caldarroste: nuovo libro di Bruno Vespa con rivelazione sussurrata da Carlo Calenda, che non vedeva l’ora di vuotare il sacco dell’indifferenziata sui piedi di qualcuno. Il numero uno di Azione continua: «Aveva però posto come condizione imprescindibile che si facesse un listone antifascista». La rivelazione è contenuta nel libro «La grande tempesta. Mussolini, la guerra civile. Putin, il ricatto nucleare. La Nazione di Giorgia Meloni» (Mondadori-Rai libri) in uscita venerdì prossimo. Il contesto è la ricostruzione dei retroscena che portarono alla rottura del patto elettorale con il Pd. Narra Calenda: «Dico a Letta che non può firmare due patti contraddittori (con Azione e con Verdi/Sinistra italiana); salta l’agenda Draghi, diventa un Letta contro Meloni. Vedo che Della Vedova è totalmente schierato con il Pd. D’altra parte ne conosco le ragioni, non ultima quella che il finanziere George Soros ha sovvenzionato con un milione e mezzo di euro +Europa ponendo come condizione imprescindibile che si facesse un listone antifascista. Me lo disse ripetutamente Della Vedova prima della rottura». Il Pericle pariolino (imperdibile il suo discorso sulla democrazia al Partenone davanti alla famiglia in imbarazzo) ne parla come di un dettaglio ostativo, ma non poteva esserlo perché lui per primo nel 2019 aveva difeso su Twitter lo speculatore ungherese mentre metteva soldi in tasca alla Bonino. «Accusiamo sempre di egoismo il potere economico» aveva scritto, «ma se un capitalista si batte per la società aperta gridiamo al complotto». E ancora, in uno dei non rari momenti nei quali si sveglia credendo di essere Woody Allen: «Io non sto con Soros, io sto con il mago Otelma che controlla la mente di Soros». Insomma nessun problema per il politico-trottola formidabile nelle giravolte, che oggi disseminerebbe l’Italia di rigassificatori ma da ministro dello Sviluppo Economico (prima con Matteo Renzi, poi con Paolo Gentiloni) bocciò quello di Trieste perché glielo impose l’allora governatore del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani. Che non è Enrico Berlinguer.Il milione e mezzo gettato nel tritadocumenti (darlo a +Europa ha avuto lo stesso effetto) fa discutere. Non solo perché il tetto massimo di donazioni private sarebbe di 100.000 euro l’anno. Ma perché, per rimanere dentro l’alveo della trasparenza, ora bisogna spiegare, rendicontare, giustificare. Se non avesse parlato Calenda, l’avrebbero fatto? Open Society è una fondazione ramificata e chiacchierata, fa parte di quei poteri sovranazionali che condizionano la politica dei governi eletti. E che operano sottotraccia per diffondere il nirvana del pensiero unico, ideale per moltiplicare l’allevamento intensivo globale di pollame umano privo di coscienza critica. A stretto giro arriva infatti la smentita (che non smentisce) del segretario Della Vedova: «+Europa non ha ricevuto contributi da Soros, che altrimenti sarebbero già pubblicati. Comunque, il rendiconto elettorale della lista e dei candidati sarà ovviamente presentato nei tempi e nei modi prescritti». Poi è costretto a correggere il tiro e ad ammettere che «alcuni candidati di +Europa hanno ricevuto un contributo diretto da parte di Soros per le spese della campagna elettorale. Il filantropo da tempo condivide e sostiene i nostri valori europeisti e le nostre battaglie per i diritti umani e lo stato di diritto. Siamo orgogliosi che alcuni nostri candidati abbiano chiesto e ricevuto il suo sostegno, certamente disinteressato. I contributi verranno presto resi pubblici nei termini di legge».La spruzzata di deodorante alla verbena non basta, l’olezzo rimane. Che uno dei massimi speculatori del pianeta, finanziatore di ogni causa dem americana, guru del Wef di Davos, decida di influenzare le scelte elettorali del popolo italiano mistificando la realtà (fronte antifascista?) e mettendo sul piatto un milione e mezzo, fa rabbrividire. E che un partito scelga una coalizione piuttosto che un’altra per non perdere i soldi di Soros restituisce un senso di smarrimento. Bisogna fare chiarezza. Perse le elezioni, Bonino chiese il riconteggio dei voti. Ora dovrebbe fare anche quello dei bonifici (certamente disinteressato).
In due anni il mondo è cambiato. Tregua USA-Cina con l’accordo Trump-Xi. Volkswagen, trimestre in rosso. Rame, i prezzi record preoccupano le fonderie cinesi.