2023-09-04
«Gabbie salariali fra il Nord e il Sud»
Marina Elvira Calderone (Imagoeconomica)
Il ministro Marina Elvira Calderone: «Si può intervenire con la contrattazione di secondo livello senza toccare il diritto alla parità retributiva. Alla nuova piattaforma per chi cerca occupazione arrivate 12.000 domande. Buona partenza».Ministro Calderone, lei ha escluso una «bomba sociale» dopo lo stop al Reddito di cittadinanza, ma intanto arrivano minacce di morte al premier Giorgia Meloni. È ancora convinta che non ci sia un allarme? «Ci sono le condizioni perché la bomba sociale non si verifichi. Esiste una nuova piattaforma per creare opportunità per lavoratori e imprese. Il copioso afflusso di dati a poche ore dall’avvio conferma che la strada è quella giusta. È un cambio di paradigma che implica la partecipazione attiva da parte del disoccupato assieme con gli altri attori del mercato del lavoro. Presa in carico del richiedente, partecipazione ai corsi e valutazione personalizzata saranno la chiave. Ferma restando la protezione con l’assegno di inclusione di tutte le fragilità che abbiamo tutelato. Le vili minacce rivolte al premier Meloni sono state condannate unanimemente da maggioranza e opposizione e non fermeranno l’azione del governo». Qualcuno sta soffiando sul fuoco? «Le polemiche sterili non ci interessano. Siamo concentrati sul lavoro che stiamo portando avanti. Il nostro obiettivo resta quello di tutelare le famiglie in difficoltà e dare a chi può lavorare gli strumenti per farlo, in una fase in cui peraltro i posti vacanti sono in crescita. Non offriamo un “lavoro di Stato” inventando posti dove non ci sono, ma puntiamo a mettere a sistema opportunità concrete». Che messaggio può lanciare alle famiglie che scendono in piazza? Trovare lavoro è una questione di volontà? «Che lo Stato è al fianco di chi è più in difficoltà. Tenendo alta la tutela delle fragilità vogliamo accompagnare chi ha la possibilità di lavorare nel minor tempo possibile. Per farlo è necessario attivarsi, ovvero, cambiare il paradigma che in passato ha visto il fallimento delle promesse fatte e passare all’avvio di un percorso di formazione, qualificazione e lavoro che rende dignità alla persona. La maggior parte dei posti vacanti riguarda profili medio bassi e addirittura per il 20% dei casi si riferisce a competenze prive di qualifica. Questo per dire che le opportunità ci sono per tutti». È partita il 1° settembre la prima misura post Rdc con il debutto della piattaforma Siisl, Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa. Di cosa si tratta?«È un nuovo sistema di sinergia pubblico e privato, una rete che fa dialogare le domande delle imprese, le misure di politica attiva e i corsi di formazione sfruttando l’innovazione digitale. Le Regioni con i Centri per l’impiego e le agenzie per il lavoro private hanno il compito di inserire l’offerta formativa disponibile e i posti vacanti. Il sistema (accessibile dal sito www.inps.it, ndr) oggi prende in carico coloro che possono accedere al Supporto per la formazione e il lavoro. Successivamente verrà utilizzata come piattaforma nazionale di riferimento anche per coloro che sono stati presi in carico sul programma Gol e che saranno avviati al nuovo assegno di inclusione. Al suo debutto online il nuovo sistema in meno di 24 ore, ha processato in tempo reale più di 12.000 domande e aveva già pubblicato oltre 50.000 corsi di formazione per una platea potenziale di 600.000 fruitori e circa 60.000 opportunità di lavoro». I sindacati attaccano il Supporto per la formazione e il lavoro: 350 euro per un massimo di 12 mesi. «Meno di un caffè al giorno». Cosa risponde? «È importante fare chiarezza: il Supporto non è un sussidio ma una indennità che viene erogata a tutti coloro che partecipano a una iniziativa di attivazione o formazione, compreso il Servizio civile e i progetti di pubblica utilità. Nello stesso nucleo familiare ci possono essere più persone che prendono questa indennità, mentre nel Rdc era previsto solo un percettore per nucleo. L’obiettivo resta quello di accompagnare le persone al lavoro ed è cumulabile con altre indennità di partecipazioni a corsi». Che tempi prevede per l’attuazione completa della riforma? Non siete in ritardo, visto che occorreranno decreti attuativi?«La legge è di inizio luglio e il 1° settembre la piattaforma era attiva e pronta a rispondere alle domande presentate, seguendo l’iter di legge. Non c’è ritardo ma il rispetto della tempistica; un importante, costante e fattivo lavoro in collaborazione con le Regioni, Centri per l’impiego e della formazione professionale, e le agenzie private. E per l’assegno di inclusione, con i Comuni, i servizi sociali e il Terzo settore. Serve la sinergia di tutti». Tra un anno tutti i 112.000 «occupabili» troveranno un posto di lavoro con queste misure? «È noto che il lavoro non si crea per decreto, ma un buon sistema di norme e azioni che lo regoli al meglio lo può stimolare. Vogliamo creare le condizioni perché tutti possano trovare occupazione. Abbiamo per questo creato i presupposti perché tutti possano entrare in un circuito virtuoso che porti all’occupazione».Perché il Reddito di cittadinanza è stato un fallimento? «Era errata l’impostazione delle politiche attive e il risultato è sotto gli occhi di tutti: 30 miliardi impegnati che non hanno sconfitto la povertà. Abbiamo vissuto per quattro anni in una bolla; ora si torna alla normalità. L’impegno di tutti deve essere quello di portare il maggior numero di persone al lavoro». Il salario minimo, anziché risolvere il problema del «lavoro povero», lo aggraverebbe? «Quando si parla di lavoro povero si tende a mettere assieme concetti che dovrebbero essere disgiunti. Mi riferisco in particolare al lavoro nero che certamente non sarebbe risolto dal salario minimo e per cui servono maggiori controlli. Poi c’è l’aspetto delle basse retribuzioni. È un tema importante, che dobbiamo affrontare in primo luogo con le parti sociali, che hanno la responsabilità di rinnovare i tanti contratti collettivi scaduti in questi anni. Il lavoro povero si sconfigge lavorando su produttività e contrattazione di secondo livello, sulla formazione e la riqualificazione dei lavoratori». Qual è lo strumento per avere paghe dignitose?«Un sistema che funziona ha paghe dignitose, in primo luogo, perché ha una economia competitiva, una buona produttività, innovazione e una contrattazione nazionale di qualità di riferimento. I settori che hanno queste caratteristiche già oggi garantiscono paghe dignitose e rendono competitivo il nostro Paese, che è la seconda manifattura d’Europa. E guardando al welfare».Il divario del costo della vita tra Nord e Sud sembra aumentare: non crede si possano introdurre stipendi differenziati tra le diverse aree del Paese? Come risolvere il problema? «Anche questo, come quello dei trattamenti retributivi, è un tema che va affrontato con un confronto con le parti sociali. Credo che uno spazio di discussione a questo proposito si possa aprire senza toccare necessariamente il diritto alla parità retributiva, ma intervenendo sulla contrattazione territoriale di secondo livello e su quella aziendale».Dopo l’ennesimo caso di morti sul lavoro, c’è bisogno di strumenti eccezionali? Cosa propone? «Il Testo unico sulla sicurezza è già molto articolato e stringente. Le norme, da sole, credo non possano fermare le morti sul lavoro, anche se hanno il loro ruolo fondamentale nella prevenzione e nella repressione delle violazioni. Serve un patto fra tutti i protagonisti del mondo del lavoro: imprese, datori di lavoro, sindacati, e naturalmente istituzioni. È necessario che la formazione in materia di sicurezza diventi la priorità sui luoghi di lavoro. E poi lavorare nelle scuole, perché la cultura della sicurezza si sviluppi nel tempo e diventi patrimonio delle nuove generazioni. Certamente, dove necessario, si deve utilizzare anche la leva normativa».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.