2021-12-17
Cairo perde di nuovo contro Blackstone: archiviate le accuse di usura
True
Dopo la sconfitta nell'arbitrato, dopo 2 anni di indagine e dopo l'opposizione da parte del gruppo Rcs, il gip Alessandra Di Fazio ha archiviato il fascicolo sulla vendita della sede del Corriere della Sera nel 2013. Resta ancora pendente la causa da 600 milioni di dollari a New York contro il patron del Torino.Urbano Cairo, patron di Rcs, perde un’altra battaglia nella guerra contro Blackstone, il fondo statunitense che acquistò nel 2013 la sede del Corriere del Sera per 120 milioni di euro per poi riaffittarla alla stessa Rcs a 10, 4 milioni di euro l’anno. Ieri il gip di Milano Alessandra Di Fazio ha accolto la richiesta di archiviazione da parte della procura (l’aggiunto Laura Pedio e il pm Andrea Fraioli) sulle accuse di usura contro ignoti proprio per quella compravendita. La storia andava avanti ormai da 2 anni. Da quando un azionista di Rcs, Paolo Francia, aveva depositato in procura una denuncia per usura sulla cessione dell’immobile di via Solferino nel 2013. In concomitanza Rcs aveva promosso anche un arbitrato, anche perché Cairo sempre sostenuto che il prezzo della vendita della sede al fondo Blackstone non era congruo. A maggio il collegio arbitrale presieduto da Renato Rordorf ha stabilito che il prezzo era giusto, dando così torto al patron di Rcs e ragione a Blackstone, difeso dallo studio Iannacone: è stato impugnato.Sempre nella scorsa primavera la stessa procura, dopo 2 anni di indagine, aveva chiesto di archiviare il procedimento. Ma Cairo, con i legali dello studio Erede Pappalardo, aveva deciso di fare opposizione, nonostante Pedio e Fraioli non avessero ravvisato casi di usura, anche se allo stesso tempo avevano rilevato «riserve» sulle tempistiche e le condizioni economiche dell'operazione. In pratica, la procura aveva riconosciuto il fatto che «Rcs fosse in difficoltà economica o finanziaria» e che i «principali parametri della vendita/locazione» fossero «superiori a quelli di mercato (aspetti non accertati e che costituiscono oggetto del giudizio arbitrale)» ma che allo stesso tempo «le considerazioni basate sulle concrete modalità del fatto inducono a ritenere per lo meno dubbio che dall'operazione siano derivati vantaggi sproporzionati e, quindi, che in concreto vi sia usura». A risultare fondamentale è stata quindi la testimonianza di Piergaetano Marchetti, già consigliere di amministrazione di Rcs e ora presidente della Fondazione, sentito dai magistrati l'11 luglio del 2019. Tra i critici dell’operazione Blackstone ci fu lo stesso Marchetti che nel 2013 faceva parte del cda che il 5 novembre approvò «a maggioranza la vendita dell'intero complesso immobiliare di via San Marco e vis Solferino» sede storica del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport. Ma di fronte ai magistrati, il notaio milanese la spiegò cos. «Io l'ho vissuta come un cattivo affare e basta». Certo, l'operazione fu dannosa, secondo Marchetti, ma non c'erano rilievi di usura. «Vendere Solferino significava impoverire senza avere una contropartita essenziale. Non c'è stato fairness. Prima dicevano solo San Marco poi anche Solferino. Ho giudicato i prezzi sempre troppo bassi». Se qualcuno sbagliò fu l'allora amministratore delegato Pietro Scott Jovane. «Io non mi sentivo e noi non ci sentivamo amministratori di una società decotta o quasi». Anzi, «per me vendere Solferino non era assolutamente necessario per risanare l'azienda. Onestamente non credo che queste vendite condizionassero l'esistenza di Rcs. Le vendite non erano necessarie per far uscire Rcs dalle difficoltà. Dopo l'aumento di capitale ritenevo che ormai la società fosse in sostanziale sicurezza. Non si viveva come mangia questa minestra o cadi dalla finestra». Nel frattempo resta ancora pendente la causa mossa da Blackstone a New York contro Cairo: il fondo americano chiede 600 milioni di dollari di danni.
Antonella Sberna (Totaleu)
Lo ha dichiarato la vicepresidente del Parlamento Ue Antonella Sberna, in un'intervista a margine dell'evento «Facing the Talent Gap, creating the conditions for every talent to shine», in occasione della Gender Equality Week svoltasi al Parlamento europeo di Bruxelles.