2021-03-02
Cacciato Arcuri: c’è speranza
Alla fine, Mario Draghi ha ringraziato Domenico Arcuri e gli ha indicato la porta. Da oggi, il commissario Covid non è più l'amministratore delegato di Invitalia, ma il suo posto è stato preso da Francesco Paolo Figliuolo, un generale degli alpini, comandante logistico dell'esercito, ossia una persona abituata non solo alle emergenze (ha guidato la missione in Afghanistan e le forze Nato in Kosovo), ma anche all'organizzazione. Le dimissioni di Arcuri arrivano in ritardo, non certo per colpa del nuovo presidente del Consiglio, ma semmai del suo predecessore, che avrebbe dovuto rimuoverlo già da molto tempo. I lettori della Verità sanno quante volte abbiamo messo in luce gli errori di colui che avrebbe dovuto difenderci dalla pandemia. Già a maggio dello scorso anno raccontammo prima di altri la mancanza di dispositivi di protezione nelle farmacie e la speculazione in corso attorno al prezzo. Domenico Arcuri, dopo aver dichiarato che le mascherine non erano indispensabili, alla fine si convinse e annunciò che sarebbero state rese disponibili a 50 centesimi. Ma, alla prova dei fatti, si scoprì che nessuno le aveva e di fronte al suo fallimento il commissario all'emergenza non trovò di meglio che attaccare i farmacisti, accusandoli di averle nascoste. Una sceneggiata già di per sé grave, ma questo fu solo l'inizio, perché poi vennero molti altri scivoloni. La promessa di una produzione italiana di dispositivi di protezione si risolse in una beffa, perché le mascherine continuarono ad arrivare dalla Cina e poi, ma ne parleremo presto, si scoprì come. Dopo di che si passò ai banchi a rotelle, miracolosi pezzi di arredamento che avrebbero da soli dovuto garantire il distanziamento sociale nelle scuole. Una nostra inchiesta dimostrò che alcuni dei vincitori delle gare della struttura commissariale guidata da Arcuri erano impossibilitati a produrre i banchi promessi. Una delle aziende aveva un solo dipendente e pure in cassa integrazione, ma avrebbe dovuto consegnare nell'arco di un mese centinaia di migliaia di tavoli semoventi. Una pagliacciata messa in atto mentre ci si dimenticava di provvedere, non solo all'acquisto di dispositivi per la misurazione della febbre da collocare in ogni scuola insieme con i detergenti per sanificare gli ambienti, ma anche ad aumentare i mezzi di trasporto per studenti e dipendenti. Non è finita: prima che giungesse la seconda ondata di coronavirus, Arcuri assicurava di essere intervenuto per aumentare i posti letto di terapia intensiva degli ospedali italiani, riuscendo a essere smentito in diretta dai medici rianimatori, che di brande e respiratori avevano visto solo una minima parte di quelli necessari. Nel pieno del contagio autunnale, si scoprì poi che il commissario all'emergenza era in ritardo sull'acquisto delle ambulanze, sui bandi per assumere nuovi medici, su quasi tutto fosse necessario a fronteggiare l'emergenza. Quanto abbiamo appena elencato, in un Paese normale avrebbe dovuto indurre il capo del governo a rispedire Arcuri là da dov'era venuto, ma nonostante l'evidenza degli errori, Giuseppe Conte non ha mosso un dito, riconfermando la fiducia nell'uomo che aveva messo al comando di tutti gli interventi anti Covid, in particolare del piano vaccinale. I risultati li abbiamo sotto gli occhi ogni giorno, perché dopo il trionfalismo iniziale che aveva fatto sostenere ad Arcuri e compagni che l'Italia era prima in Europa per numero di persone vaccinate, abbiamo via via indietreggiato nella classifica, fino a diventare uno degli ultimi Paesi europei per immunizzati. Colpa delle aziende, ha detto il commissario: faremo causa, ma di citazioni in giudizio non abbiamo visto l'ombra, così come non si sono visti i frigoriferi per conservare le dosi, i tendoni per vaccinare gli italiani, le siringhe necessarie. Insomma, un disastro, che però Arcuri, con una buona dose di arroganza, difendeva nelle conferenze stampa senza mai deflettere. Ma il flop manager, un boiardo di Stato passato indenne fra mille governi e mille maggioranze, ha dovuto fronteggiare il caso delle centinaia di migliaia di mascherine comprate in Cina, che hanno generato una provvigione di decine di milioni a un gruppo di strani intermediari, uno dei quali proprio in contatto con Arcuri. La Verità è stato il primo giornale a svelare l'affare miliardario. In perfetta solitudine, abbiamo raccontato i particolari di un'inchiesta sconosciuta al grande pubblico, minacciati a ogni articolo da querele dello stesso Arcuri. Dopo settimane in cui abbiamo descritto gli incredibili risvolti dell'operazione, la Procura ha deciso di sequestrare i proventi accumulati e già investiti in barche, gioielli, auto e moto di lusso, bloccando anche conti correnti milionari. Una persona è stata arrestata e altre sono state indagate e interdette. Il commissario si è dichiarato estraneo a tutto ciò, anzi parte lesa. Forse si è fidato della persona sbagliata, avendo avuto con lui un migliaio di contatti telefonici in poche settimane. La domanda che ci siamo rivolti fin dal principio e che forse si è posta anche Mario Draghi è semplice: può un ingenuo, uno che non si è accorto di essere stato usato per poter piazzare un colpo da un miliardo, con un guadagno da 70 milioni, rimanere a occuparsi con pieni poteri della salute degli italiani? La nostra risposta è stata da subito no, e a quanto pare anche quella del presidente del Consiglio. Al quale, dopo averlo ringraziato per essere intervenuto, abbiamo da porre una seconda domanda: può un ministro della Salute che, invece di predisporre le misure per evitare una seconda ondata del virus scrive un libro sui suoi successi, rimanere al proprio posto? Aspettiamo un'altra risposta, possibilmente in tempi brevi.
Foto Pluralia
La XVIII edizione del Forum Economico Eurasiatico di Verona si terrà il 30 e 31 ottobre 2025 al Çırağan Palace di Istanbul. Tema: «Nuova energia per nuove realtà economiche». Attesi relatori internazionali per rafforzare la cooperazione tra Europa ed Eurasia.
Il Forum Economico Eurasiatico di Verona si sposta quest’anno a Istanbul, dove il 30 e 31 ottobre 2025 si terrà la sua diciottesima edizione al Çırağan Palace. L’evento, promosso dall’Associazione Conoscere Eurasia in collaborazione con la Roscongress Foundation, avrà come tema Nuova energia per nuove realtà economiche e riunirà rappresentanti del mondo politico, economico e imprenditoriale da decine di Paesi.
Dopo quattordici edizioni a Verona e tre tappe internazionali — a Baku, Samarcanda e Ras al-Khaimah — il Forum prosegue il suo percorso itinerante, scegliendo la Turchia come nuova sede di confronto tra Europa e spazio eurasiatico. L’obiettivo è favorire il dialogo e le opportunità di business in un contesto geopolitico sempre più complesso, rafforzando la cooperazione tra Occidente e Grande Eurasia.
Tra le novità di questa edizione, un’area collettiva dedicata alle imprese, pensata come piattaforma di incontro tra aziende italiane, turche e russe. Lo spazio offrirà l’occasione di presentare progetti, valorizzare il made in Italy, il made in Turkey e il made in Russia, e creare nuove partnership strategiche.
La Turchia, ponte tra Est e Ovest
Con un PIL di circa 1.320 miliardi di dollari nel 2024 e una crescita stimata al +3,1% nel 2025, la Turchia è oggi la 17ª economia mondiale e membro del G20 e dell’OCSE. Il Paese ha acquisito un ruolo crescente nella sicurezza e nell’economia globale, anche grazie alla sua industria della difesa e alla posizione strategica nel Mar Nero.
I rapporti con l’Italia restano solidi: nel 2024 l’interscambio commerciale tra i due Paesi ha toccato 29,7 miliardi di euro, con un saldo positivo per l’Italia di oltre 5,5 miliardi. L’Italia è il quarto mercato di destinazione per l’export turco e il decimo mercato di sbocco per quello italiano, con oltre 430 imprese italiane già attive in Turchia.
Nove sessioni per raccontare la nuova economia globale
Il programma del Forum si aprirà con una sessione dedicata al ruolo della Turchia nell’economia mondiale e proseguirà con nove panel tematici: energia e sostenibilità, cambiamento globale, rilancio del manifatturiero, trasporti e logistica, turismo, finanza e innovazione digitale, produzione alimentare e crescita sostenibile.
I lavori si svolgeranno in italiano, inglese, russo e turco, con partecipazione gratuita previa registrazione su forumverona.com, dove sarà disponibile anche la diretta streaming. Il percorso di avvicinamento all’evento sarà raccontato dal magazine Pluralia.
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Matteo Del Fante, ad di Poste Italiane (Ansa)
«Non esiste al mondo un prodotto così diffuso e delle dimensioni del risparmio postale», ha dichiarato Matteo Del Fante, amministratore delegato di Poste Italiane, a margine dell’evento «Risparmio Postale: da 150 anni la forza che fa crescere l’Italia», a cui ha presenziato anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Come l’ha definito il Presidente della Repubblica, si tratta di un risparmio circolare: sono 27 milioni i risparmiatori postali», ha spiegato ai giornalisti Dario Scannapieco, amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti.
Donald Trump e Xi Jinping (Ansa)