
Mentre la virostar accomuna Eugenio Serravalle e Paolo Bellavite a Bin Laden e Nerone, il presidente del neonato comitato sulle vaccinazioni predica calma: «Iniziamo a lavorare insieme».Petizioni online da migliaia di firme (quella su Change.org ha visto l’adesione dell’infettivologo Matteo Bassetti), dichiarazioni bellicose da parte esponenti più o meno importanti della galassia dem, virostar che tornano in auge dopo anni di oblio per dire la loro scuotendo la testa, ordini professionali che si stracciano le vesti: la nomina dei professori Paolo Bellavite ed Eugenio Serravalle nel Nitag (National immunization technical advisory group), la Commissione nazionale di consulenza tecnica sulle vaccinazioni, sta scatenando un’alzata di scudi senza precedenti per chiedere al ministro della Salute, Orazio Schillaci, la revoca delle nomine. Roberto Burioni, con Fabio Fazio in vacanza, aizza la folla via social: «Nerone capo dei pompieri» e «Osama Bin Laden a capo dell’associazione contro l’uso dei petardi» gli ultimi suoi due post pubblicati su Facebook (il giorno precedente aveva scomodato don Vito Corleone) ovviamente con i commenti chiusi, sia mai che qualcuno possa eccepire. La «colpa» scaricata addosso alla coppia Bellavite-Serravalle è quella di essere dei «no vax», misteriosamente inseriti tra i 22 esperti chiamati a supportare le strategie politiche in materia di vaccinazioni.In mezzo al bailamme di dichiarazioni cialtronesche e fuori luogo emergono, per equilibrio e avvedutezza, quelle del presidente del Nitag (lo sarà per i prossimi tre anni), Roberto Parrella, presidente della Società italiana di malattie infettive e tropicali direttore di Malattie infettive dell’ospedale Monaldi-Cotugno di Napoli. «Come presidente del Nitag eviterei di fare affermazioni ancora prima di incontrare i singoli componenti di questo gruppo tecnico e avere la possibilità di discutere sulla singola problematica», ha detto all’agenzia stampa Dire, «L’importante è che il gruppo lavorerà utilizzando dati scientifici “evidence-based”, ovvero con evidenza chiara su determinati percorsi da fare. Credo sia prematuro e inopportuno fare ogni singola considerazione». E ancora: «Penso che il ministero della Salute abbia fatto le nomine avendo una logica in mente. Aspetterei, quindi, che il comitato si riunisca ed eviterei di fare qualunque considerazione ancora prima di cominciare il lavoro».Calma e gesso, dunque, è il mantra di Parrella che come ovvio non scredita la vaccinazione in sé: «È un’offerta di salute importante e una strategia di prevenzione assolutamente irrinunciabile. Esistono patologie che possiamo combattere prevenendole proprio grazie ai vaccini. Avere a disposizione armi come i vaccini è un aspetto irrinunciabile e imprescindibile. Da diverso tempo è ormai acclarato che l’assenza di una strategia vaccinale in ambito di patologie prevenibili è sicuramente un errore». «Abbiamo una necessità anche di fare delle valutazioni di health technology per i costi diretti e indiretti che si possono in qualche modo evitare nell’ambito di una strategia vaccinale. Altra cosa importante», conclude il neo presidente del Nitag, «è la comunicazione sulle strategie vaccinali, che deve essere messa a punto rispetto a tante problematiche sorte dopo l’impatto delle vaccinazioni Covid».In difesa di Bellavite e Serravalle si schiera anche Daniele Giovanardi, fratello gemello dell’ex ministro Carlo, già vice presidente e segretario dell’Ordine dei medici: «Non sono mai stati no vax ma, come il sottoscritto, “sìcon”: sì al confronto. Sono stati attaccati da medici con argomenti squisitamente politici. Ho chiesto più volte un confronto pubblico con qualche collega che oggi li contesta. Per due volte una tv locale ha organizzato una tavola rotonda poi cancellata per il ritiro degli interlocutori...».
Sora Lella (Ansa)
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