
Giovanni Tria spingeva la sua discussa consigliera per una poltrona all'Agenzia spaziale. Ma Giancarlo Giorgetti e il M5s bloccano la nomina. Ha perso il volo per il Consiglio d'amministrazione dell'Agenzia spaziale italiana, Claudia Bugno. La super-consigliera del ministro Giovanni Tria, candidata ufficiale di via XX Settembre per un posto nel board dell'ente governativo che si occupa delle politiche aerospaziali nazionali, resta a terra, bloccata al gate. Il Comitato interministeriale di settore ha chiesto, infatti, un approfondimento sui suoi requisiti. Ciò significa che, per il momento, la casella a cui sarebbe stata destinata la rampante manager resta vacante. A chiedere questo supplemento di «indagine», che in realtà ha tutti i crismi della bocciatura, sono stati non solo i rappresentanti di governo del Movimento 5 stelle, che siedono nel Comint, ma lo stesso presidente, il leghista Giancarlo Giorgetti. Indicato, forse un po' troppo frettolosamente, nelle cronache dei giorni scorsi come uno dei possibili sponsor della Bugno all'Asi dopo la rinuncia di quest'ultima a sedere nel consiglio di sorveglianza - sempre su indicazione di Tria - della Stmicroelectronics. Un colosso quotato in tre Borse internazionali, partecipato dal Mef e controllato da una joint-venture Italia-Francia che, nel 2018, ha realizzato un fatturato di 9,7 miliardi di dollari e 1,3 di utili. E che, grazie ai suoi prodotti a semiconduttori di ultima generazione, annovera clienti come la Samsung e la Apple.«È uno stop dovuto, non c'è nulla di strano», spiega alla Verità un addetto ai lavori addentro alle dinamiche del Comint. «La riforma dell'Asi e lo stesso statuto dell'agenzia parlano chiaro: i consiglieri d'amministrazione devono avere una comprovata ed evidente competenza nel settore. Dopo anni in cui i vari ministri hanno piazzato sodali e figure assolutamente insignificanti, c'è finalmente chiarezza e un po' di meritocrazia. E il cv della Bugno, al netto dei mancati riferimenti alla sua esperienza in Banca Etruria che possono più o meno essere motivi d'imbarazzo per questo governo, sul punto specifico è assolutamente carente». Probabilmente il ministro Tria - il cui figliastro, Niccolò Ciapetti, è stato assunto nell'azienda Tinexta di cui è amministratore delegato il compagno della Bugno, ossia Pier Andrea Chevallard - aveva ritenuto sufficienti i tre anni passati dalla sua assistente nei ranghi di Alitalia. Da novembre 2015 a marzo 2018, in qualità di «vice president Public Affairs» con incarico «di gestire le relazioni con il governo, le istituzioni internazionali, le autorità dell'aviazione civile e i principali stakeholders». E di organizzare i «voli papali» in collaborazione con la «Santa sede».La nostra fonte prosegue: «Il cosiddetto “approfondimento" può avere una duplice chiave di lettura. Da un lato significa: “Signora Bugno, ci faccia sapere che cosa sa di aerospazio". E dall'altro è un messaggio a Tria perché scelga un altro nome, se la situazione non si sblocca».Il Comitato interministeriale, nella seduta di ieri, ha provveduto comunque alla indicazione dei restanti consiglieri d'amministrazione e del presidente rendendo, di fatto, pienamente operativo lo strumento di governance, anche con un componente in meno. A capo dell'Asi è stato chiamato Giorgio Saccoccia: succede al commissario straordinario Piero Benvenuti, nominato in seguito alla destituzione di Roberto Battiston da parte del ministro per l'Istruzione e la ricerca scientifica, Marco Bussetti, mesi fa. Il nome di Saccoccia era stato selezionato da Bussetti nella cinquina proposta dalla commissione di esperti. Nato a Belluno 56 anni anni fa, il neo presidente ha una significativa esperienza nel settore dei lanciatori e della propulsione spaziale. Dal 2003 è a capo della sezione dell'Agenzia spaziale europea (Esa) sulla propulsione e l'aerotermodinamica. Dopo gli studi superiori a Taranto, nel 1986 si è laureato in Ingegneria aerospaziale nell'Università di Pisa e nel 1995 ha seguito un master in Business administration in Olanda, all'Università di Leiden. A Pisa ha avuto le prime esperienze di lavoro, all'inizio come responsabile del laboratorio Centrospazio del Consorzio Pisa Ricerche; dal 1990 al 1991 ha lavorato per la Bpd (poi Avio) allo sviluppo del progetto preliminare per un piccolo lanciatore italiano, il precursore dell'attuale lanciatore Vega. Alla fine del 1990 ha cominciato a lavorare per l'Agenzia spaziale europea, occupandosi di propulsione chimica presso il centro di ricerca spaziale Estec in Olanda, a Noordwijk. Da allora ha continuato a occuparsi, per l'Esa, della propulsione spaziale. Con il numero uno dell'Agenzia spaziale italiana sono stati nominati anche l'ex astronauta Maurizio Cheli, designato dal ministero per lo Sviluppo economico; l'astronoma e matematica Alessandra Celletti, indicata dal ministero degli Affari esteri; e Luisa Riccardi, direttore del V reparto (innovazione tecnologica) del segretariato generale del ministero della Difesa.
Nadia e Aimo Moroni
Prima puntata sulla vita di un gigante della cucina italiana, morto un mese fa a 91 anni. È da mamma Nunzia che apprende l’arte di riconoscere a occhio una gallina di qualità. Poi il lavoro a Milano, all’inizio come ambulante e successivamente come lavapiatti.
È mancato serenamente a 91 anni il mese scorso. Aimo Moroni si era ritirato oramai da un po’ di tempo dalla prima linea dei fornelli del locale da lui fondato nel 1962 con la sua Nadia, ovvero «Il luogo di Aimo e Nadia», ora affidato nelle salde mani della figlia Stefania e dei due bravi eredi Fabio Pisani e Alessandro Negrini, ma l’eredità che ha lasciato e la storia, per certi versi unica, del suo impegno e della passione dedicata a valorizzare la cucina italiana, i suoi prodotti e quel mondo di artigiani che, silenziosi, hanno sempre operato dietro le quinte, merita adeguato onore.
Franz Botrè (nel riquadro) e Francesco Florio
Il direttore di «Arbiter» Franz Botrè: «Il trofeo “Su misura” celebra la maestria artigiana e la bellezza del “fatto bene”. Il tema di quest’anno, Winter elegance, grazie alla partnership di Loro Piana porterà lo stile alle Olimpiadi».
C’è un’Italia che continua a credere nella bellezza del tempo speso bene, nel valore dei gesti sapienti e nella perfezione di un punto cucito a mano. È l’Italia della sartoria, un’eccellenza che Arbiter celebra da sempre come forma d’arte, cultura e stile di vita. In questo spirito nasce il «Su misura - Trofeo Arbiter», il premio ideato da Franz Botrè, direttore della storica rivista, giunto alla quinta edizione, vinta quest’anno da Francesco Florio della Sartoria Florio di Parigi mentre Hanna Bond, dell’atelier Norton & Sons di Londra, si è aggiudicata lo Spillo d’Oro, assegnato dagli studenti del Master in fashion & luxury management dell’università Bocconi. Un appuntamento, quello del trofeo, che riunisce i migliori maestri sarti italiani e internazionali, protagonisti di una competizione che è prima di tutto un omaggio al mestiere, alla passione e alla capacità di trasformare il tessuto in emozione. Il tema scelto per questa edizione, «Winter elegance», richiama l’eleganza invernale e rende tributo ai prossimi Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026, unendo sport, stile e territorio in un’unica narrazione di eccellenza. A firmare la partnership, un nome che è sinonimo di qualità assoluta: Loro Piana, simbolo di lusso discreto e artigianalità senza tempo. Con Franz Botrè abbiamo parlato delle origini del premio, del significato profondo della sartoria su misura e di come, in un mondo dominato dalla velocità, l’abito del sarto resti l’emblema di un’eleganza autentica e duratura.
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A rischiare di cadere nella trappola dei «nuovi» vizi anche i bambini di dieci anni.
Dopo quattro anni dalla precedente edizione, che si era tenuta in forma ridotta a causa della pandemia Covid, si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la numerosa partecipazione dei soggetti, pubblici e privati del terzo settore, che operano nel campo non solo delle tossicodipendenze da stupefacenti, ma anche nel campo di quelle che potremmo definire le «nuove dipendenze»: da condotte e comportamenti, legate all’abuso di internet, con giochi online (gaming), gioco d’azzardo patologico (gambling), che richiedono un’attenzione speciale per i comportamenti a rischio dei giovani e giovanissimi (10/13 anni!). In ordine alla tossicodipendenza, il messaggio unanime degli operatori sul campo è stato molto chiaro e forte: non esistono droghe leggere!
Messi in campo dell’esecutivo 165 milioni nella lotta agli stupefacenti. Meloni: «È una sfida prioritaria e un lavoro di squadra». Tra le misure varate, pure la possibilità di destinare l’8 per mille alle attività di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti.
Il governo raddoppia sforzi e risorse nella lotta contro le dipendenze. «Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro» ha spiegato il premier Giorgia Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze. Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Meloni ha rivolto i suoi sentiti ringraziamenti, il premier ha spiegato che quella contro le dipendenze è una sfida che lo Stato italiano considera prioritaria». Lo dimostra il fatto che «in questi tre anni non ci siamo limitati a stanziare più risorse, ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro fondato sul confronto e sulla condivisione delle responsabilità. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra».





