2020-06-16
Buco da 26 miliardi nei conti pubblici. Oltre alla cassa, rischi per le pensioni
Ad aprile persi 6 miliardi di tasse. Con lo stesso trend a maggio e a giugno, lo Stato dovrà rivedere pure la spesa corrente. Intanto il governo prende tempo e anticipa gli aiuti di settembre ai dipendenti.Villa Pamphili si conferma un luogo incantato, dove i problemi del Paese si trasformano in opportunità. Chi varca il cancello della location degli Stati generali a bordo di una zucca si presenta al cospetto del governo trasportato da una bella carrozza d'altri tempi. Sarà per questo motivo che le parti sociali che ieri hanno discusso di cassa integrazione e riforma degli ammortizzatori sociali si sono dette soddisfatte del decreto in arrivo nelle prossime ore aggiungendo di essere pronte a fare la loro parte. A oggi qualche centinaio di migliaio di lavoratori non ha ancora ricevuto l'assegno della Cig di marzo. Non è dato sapere quante aziende che hanno anticipato ai propri dipendenti il sostegno pubblico abbiano ricevuto il conguaglio. La coperta degli ammortizzatori è cortissima e in ogni caso molto più corta del divieto imposto dal governo di licenziare in deroga ai contratti collettivi. E le procedure dell'Inps sono piene di buchi. Eppure, come se nulla fosse, al termine dei lavori Giuseppe Conte ha fatto sapere di aver predisposto un pacchetto di altre settimane di cassa integrazione per colmare il buco lasciato dai due precedenti decreti economici. Al tempo stesso ha assicurato l'assistenza a tutte le aziende e la copertura degli assegni. «Alle iniziali nove settimane di Cig Covid previste dal decreto Cura Italia erano state infatti aggiunte nove settimane nel decreto Rilancio, però divise in due tranche: cinque settimane da poter utilizzare nel periodo dal 23 febbraio alla fine di agosto e altre quattro tra settembre e ottobre. In questo modo si elimina l'interruzione e si potranno utilizzare consecutivamente le ultime quattro, garantendo così ai lavoratori», come sottolineato dal governo, «la continuità del sostegno al reddito». «Una novità che presto verrà accompagnata da una riforma dell'intero sistema: il governo lavora per il superamento della Cig e per arrivare a un meccanismo nuovo e molto più veloce». Ci tocca ricordare che la realtà è ben diversa.Innanzitutto il governo non ha predisposto altre settimane di sostegno ai lavoratori che rischiano di perdere il posto. Semplicemente, la coperta degli ammortizzatori è stata stiracchiata. Le aziende che hanno fatto domanda dai primi di marzo da questa settimana si trovano senza più copertura. Conte, Roberto Gualtieri e Nunzia Catalfo hanno anticipato il blocco di settembre. Senza risolvere nulla. Il buco resta, così come il problema che scoppierà a metà luglio. Resta infatti in vigore il divieto di licenziare fino al 16 agosto, e la cosa peggiore è che non ci sono fondi per finanziare in deficit altra Cig. Il grosso delle aziende ha infatti avviato le pratiche per gli ammortizzatori ai primi di aprile, il che significa che con le attuali norme, solo rattoppate dal cdm di ieri sera, la bolla più grande esploderà a Ferragosto. È chiaro che il governo spera nelle ferie e nel fatto che gli italiani siano in spiaggia o in qualche località amena. Quest'anno però la crisi terrà molti inchiodati a casa, purtroppo con molto tempo per prendere coscienza dai danni prodotti da un esecutivo che è in grado solo di buttare la polvere sotto il tappetto e spostare più in là il redde rationem. Al quarto giorno di passerella a villa Pamphili nessun rappresentante del governo ha avuto il coraggio di affrontare un tema ancora più scottante della Cig, cioè il buco di cassa che si sta abbattendo sull'erario. Ieri sono stati diffusi i dati del gettito fiscale relativi al mese di aprile, il primo mese di totale lockdown. Bankitalia ha segnalato una crescita del debito pubblico di 36 miliardi, mentre gli incassi delle imposte si sono fermati a 24,2 miliardi contro i 30,3 del mese di aprile 2019 e i circa 30 del 2018. Più o meno il 20% in meno. Se solo il trend continuasse così, lo Stato si troverà a incassare a maggio 8 miliardi in meno e una decina a giugno. In un trimestre circa 26 miliardi di liquidità fatti sparire dal Covid. Molti italiani non avranno i soldi per pagare l'Imu, che da sola pesa sulle spalle dei contribuenti per 11 miliardi. Senza contare le imposte destinate ai Comuni, il cui buco a fine anno dovrebbe arrivare ad almeno 9 miliardi, solo per due terzi colmati dai decreti giallorossi. Tradotto: la spesa corrente andrà in crisi e sarà difficile pagare le pensioni o gli stipendi pubblici, come - con uno sprazzo di trasparenza - ad aprile si erano lasciati scappare sia Pasquale Tridico sia Ernesto Maria Ruffini, rispettivamente i numeri uno di Inps e Agenzia delle entrate. Non è un caso che in mezzo al decreto per manipolare le settimane di Cig ci sia anche una clausola che consente all'Inps di non rimborsare la cassa integrazione alle aziende che l'hanno anticipata se solo sbagliano un documento e ritardano di un giorno. Un modo palese per tagliare i fondi e abbandonare i privati al loro destino. Se il ricorso al deficit ha già raschiato il fondo e la liquidità dello Stato in un trimestre verrà meno di almeno 25 miliardi, le promesse di Conte imploderanno in colpo solo. Ma ieri dal Casino del Bel Respiro si è chiuso con l'ennesima tecnica del diversivo. La riforma degli ammortizzatori sociali «è una assoluta priorità», ha affermato il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, indicando nel progetto sul lavoro futuro i cavalli di battaglia come il salario minimo ma anche le regole per lo smart working e la detassazione degli aumenti contrattuali. Non sappiamo quante aziende rimarranno in piedi da qui a fine anno, ma il governo pensa che la soluzione sia aumentare gli stipendi in modo da incassare più contributi.