2021-06-26
Bruciato un altro candidato a Varese. E intanto Sala sfotte il centrodestra
Nella città lombarda Giorgio Merletti si ritira dopo pochi giorni per malumori leghisti. A Milano Antonio Tajani incorona Maurizio Lupi ma Matteo Salvini subito lo sconfessa. Il sindaco dem punzecchia: «Stanno avanti, ma non presentano nessuno»No, almeno la presa per i fondelli no! E invece sì: il centrodestra comincia a incassare i primi sfottò: «Non capisco perché da mesi qualunque candidato proposto dal centrodestra viene dato vicino a me o in vantaggio, nei sondaggi, e poi alla fine non si candida nessuno». Beppe Sala, che in ottobre sarà ricandidato sindaco di Milano dal centrosinistra, ha replicato ieri con questo sberleffo al leader della Lega, Matteo Salvini, che lo aveva invitato a «preoccuparsi» perché, secondo i sondaggi, il centrosinistra a Milano sarebbe in netto svantaggio. In effetti, al momento il centrodestra unito dispone - e non solo a Milano - di dati più che favorevoli: preferenze vicine al 50%, contro il 40% del centrosinistra, e i grillini crollati al 16%. Il problema è che in molti comuni importanti Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia non riescono a mettersi d'accordo su un nome, o non sanno trovare il candidato. E l'allarme cresce, di giorno in giorno. L'ultimo «gong» è suonato, cupo, da Varese. Dopo il ritiro della candidatura fortissima dell'ex presidente della Lombardia Roberto Maroni, che ai primi di giugno era stato costretto alla rinuncia da motivi personali, ieri ha annunciato la ritirata anche Giorgio Merletti, l'ex presidente nazionale di Confartigianato che solo tre giorni prima era stato scelto dalla coalizione: un candidatura «civica» e non partitica, proposta dalla Lega (s'era detto si fosse speso per lui il governatore Attilio Fontana, che proprio a Varese era stato sindaco dal 2006 al 2016) e accolta bene da Fratelli d'Italia e Forza Italia. Merletti non ha fatto in tempo a rallegrarsi per i sondaggi che lo davano in testa rispetto a Davide Galimberti, l'attuale sindaco del Pd, che il centrosinistra ricandiderà in ottobre: nella notte tra giovedì e venerdì Merletti ha annunciato la rinuncia accampando motivi di famiglia e di lavoro, «ma non solo quello». Il candidato ha lasciato intendere di aver fatto dietrofront dopo aver capito che nella Lega c'era chi non lo gradiva. Poi ha aggiunto, rifiutandosi di fare nomi: «Ho parlato con qualche leghista molto importante, una persona seria, ma purtroppo in Lega non sono tutti così. Vogliono farsi del male con le loro mani? E allora io non mi presto». Amareggiato, Merletti ha concluso: «Torno nell'oblio, e senza problemi. Ma ci sono state persone che mi hanno chiesto scusa per avermi tirato dentro». Quindi ora che cosa accadrà? Spetta ancora alla Lega indicare il nome, e ne sono già stati presentati due agli alleati: Matteo Bianchi, parlamentare ed ex sindaco del piccolo Comune di Morazzone, e Marco Pinti, consigliere comunale uscente. La decisione verrà presa la settimana prossima.È un po' quel che è accaduto a Milano: dopo candidati di peso «bruciati» dalla confusione, come i due ex sindaci Gabriele Albertini e Letizia Moratti, alla fine pareva che la pallina della roulette si sarebbe fermata sulla casella di Oscar de Montigny, dirigente del gruppo bancario Mediolanum. Poi anche lui si è tirato indietro, stanco per le divisioni della coalizione. Ieri Silvio Berlusconi, intervenendo telefonicamente al lancio della campagna elettorale, ha commentato: «Non è una gara sui tempi, ma sulla qualità. Non vince chi ha già il candidato, ma chi trova il candidato migliore. Ci prenderemo tutto il tempo necessario per trovare una soluzione che unisca il centrodestra. Stupiremo tutti per la qualità della soluzione che troveremo». Il leader azzurro Antonio Tajani, dal canto suo, ha ribadito la preferenza per Maurizio Lupi, leader di Noi con l'Italia e già ministro: «È il migliore candidato possibile». Salvini ha però detto no («Ho scelto di non candidare parlamentari in carica») e annunciato un civico, la decisione, ha spiegato, arriverà «la settimana prossima». I milanesi di centrodestra lo sperano, anche perché, come saggiamente ricorda Albertini, per la campagna restano solo luglio e settembre: agosto non è il mese giusto per dibattiti, incontri e manifestazioni. Intanto il candidato Sala, privo di antagonista, si frega le mani. E fa perfino battute.