2022-09-04
Quelle nottate in tenda sotto le stelle immersi nel bosco che non dorme mai
Attendere l’alba accampati nella foresta, circondati da alberi e gufi, è un’avventura da provare con gli amici. Tra chiacchiere e confessioni, a far compagnia solo gli arbusti. Alcuni sono lì ad ascoltare tutti, da secoli.Sam ha sempre avuto paura della paura. Ama la notte, ama gli scheletri, ama i morti, i fumetti dei morti e dei fantasmi, gli zombi. Se vede la luna pensa subito ai licantropi e se guarda il mare pensa subito ai mostri tentacolari e voraci che potrebbero nascondersi lì sotto. Appena ha avuto l’età giusta ha iniziato ad andare al cinema a vedere i film horror, che adora. Non a caso nella sua stanzetta ci sono appesi i manifesti di alcuni noti film del genere: Shining, il classico, Le colline hanno gli occhi e Z World War, quello con Brad Pitt. Sua madre non voleva ma alla terza volta che glieli toglieva mentre era a scuola e che lui li rimetteva si è messa il cuore in pace. «Però d’ora in poi la tua stanza te la pulisci te, ok? Mi mettono i brividi quei poster, non potevo avere un figlio che amava i fiori e i cavalli? Signore mio!». Sam non attendeva l’ora di potersi gestire completamente da solo, senza intrusione di genitori nella sua piccola tana, dove ovviamente hanno iniziato ad accumularsi mucchi di fumetti da una parte, a terra, vestiti usati ma non ancora del tutto puzzolenti, in un altro angolino, giacche di jeans e maglie su sedie e in cima all’armadio. Non proprio l’ordine che pretendeva sua madre, ma i ragazzi sono ragazzi, si sa.Nelle lunghe estate le periferie di città come la sua diventano occasioni di tanti svaghi, fino all’anno scorso lui e i suoi amici giravano in bicicletta e in motorino, come avevano fatto d’altronde anche i suoi genitori, ai tempi. Ma da quest’anno lui, i suoi compagni e i suoi vicini di caseggiato preferiscono il monopattino, hanno aperto una stazione fissa in Piazza Dante, va lì e li puoi affittare e lasciare in alcuni punti del centro città. Non rischi il Covid e basta il telefono, si fa un abbonamento e prendi e li porti dove devi. Facile. Se hai la bicicletta primo sudi, secondo ti devi preoccupare di legarla bene sennò te la fregano. Invece così sblocchi, sali e arrivi comodamente a destinazione. Lo lasci e vai dove devi andare. Quando devi rincasare ne sblocchi un altro e torni a casa. Zero preoccupazioni. I genitori stanno sempre lì a rompere: e stai attento, e vai piano, e non superare, e guarda i pedoni, e su e giù e di lì e di là. Con gli amici la sera fanno spesso un giro al cimitero. Sarebbe chiuso ma hanno trovato un passaggio nella rete, la sollevano e la rimettono a posto quando tornano a casa. A loro piace restare qui, tra le tombe, di sera, al buio. Si fumano una sigaretta, si sgolano una birretta. Puliscono, non lasciano mai sporco, portano via tutto, lo mettono in un sacchetto e buttano in uno dei cassonetti dell’indifferenziato che c’è nel parcheggio. Nulla di che, ma c’è un gusto tutto suo a sedersi tra le tombe, a restare a guardare questi angeli con le spade, le ali di pietra, i bambini sorridenti e le statue che assomigliano a coloro che sono putrefatti dentro le bare. E poi non si sa mai che qualche morto decida, sentendoli confabulare, di tornare alla vita, al minimo rumore sospetto - e la notte ne fabbrica molti - i loro occhietti vispi e voraci si aspettano una mano che sbuca dalla terra, o un braccio che sposta una lapide. Sarebbe davvero fico! Ogni tanto ci portano anche le ragazze, le amiche, ma a loro non piace, si sentono infastidite, dicono che è per rispetto dei morti ma la verità è che non ci vengono perché hanno una fifa blu, poche storie, ma non lo ammetteranno mai. Soltanto la Clary viene e resta con loro a parlare di qualsiasi cosa. Si veste sempre di nero, si trucca la faccia di nero e di viola e ascolta musica funebre e lugubre. È forte la Clary, anche se non è proprio il tipo di ragazza che piacerebbe a Sam, lui preferisce le bionde, magari sportive, e soprattutto ben fornite, qui davanti. Clary è più una tipa di testa, è sempre lì che rimugina su qualcosa, con le cuffie in testa, però è simpatica.Una o due volte ogni estate i ragazzi vanno a dormire nel bosco. Dormire si fa per dire. Fuori città c’è una collina dove due secoli fa hanno costruito delle piccole cappelle con la storia di Gesù scolpita su statue di legno. È come una via crucis ma invece di essere dipinta, nei quadri, come nelle chiese, è scolpita. La parte opposta della montagna è occupata da una fitta foresta ed è lì che i ragazzi si ritrovano. Ora è molto pauroso stare la notte in tenda tra gli alberi, e alcuni di questi sono lì da secoli, sono grossi, due hanno anche la pancia bucata, «le grandi bocche» le chiamiamo per gioco. Sam una volta ci è anche stato dentro, a una delle bocche, ma di giorno. Di notte chissà che insetti ci cammineranno lì dentro, tipo lunghissimi millepiedi o le scolopendre giganti, dicono che mordono se le disturbi nelle loro tane. Quindi una o due volte i ragazzi scelgono una sera stellata e vanno con le tende che si montano in un minuto e cercano di dormire. Le prime volte c’erano anche i padri, uno o due, ma poi non era la stessa cosa, con loro che vogliono sempre stare in mezzo i ragazzi non si divertivano davvero. E allora hanno chiesto di andarci da soli. Si eccitano, quando sentono i gufi che emettono i loro richiami misteriosi, uh-ù, uh uh-ù. I ragazzi in verità sono così alterati che si mettono in tondo e parlano, parlano di tutto: dei genitori, della scuola, degli insegnanti, delle ragazzine, del calcio, dei film o dei libri che hanno letto di recente. E anche degli incubi che fanno. Sam ad esempio di recente ne fa uno che si ripete: ogni volta cammina per strada e si vede che sta camminando ma poi sente una forte esplosione, un boato, e si vede che cambia colore, che la sua faccia si gonfia e lui resta senza fiato e nel mentre diventa tutto verde, come Hulk. E finisce. Inquietante. Gli alberi sono lì intorno a loro, alle loro piccole storie assurde, li ascoltano e chissà quel che pensano, se pensano, di loro, di questi ragazzini tutti pronti a spaventarsi che ogni tanto capitano sulle loro radici a disturbare il sonno del bosco. Ma un bosco dorme mai?