I dati preliminari dell’Istat registrano un aumento su base annua dell’8,3% ad aprile rispetto al 7,6% di marzo. Ma la febbre dei prezzi resta alta pure al netto dei costi (crescenti) dell’energia. Bce e Fed pronte a incrementare ancora i tassi di interesse.
I dati preliminari dell’Istat registrano un aumento su base annua dell’8,3% ad aprile rispetto al 7,6% di marzo. Ma la febbre dei prezzi resta alta pure al netto dei costi (crescenti) dell’energia. Bce e Fed pronte a incrementare ancora i tassi di interesse.Ad aprile torna a correre l’inflazione trainata dai beni energetici. Secondo i dati preliminari diffusi ieri dall’Istat, i prezzi al consumo hanno registrato un aumento dello 0,5% su mese e dell’8,3% su anno, in accelerazione rispetto al +7,6% di marzo. La nuova corsa dei prezzi è stata scatenata dalla nuova accelerazione dei beni energetici, il cui andamento, nonostante la flessione dello 0,8% su base congiunturale, sconta un effetto base sfavorevole con lo scorso anno (-5,8% il congiunturale di aprile 2022). L’impatto disinflazionistico dei prezzi regolamentati dell’energia, e la leggera decelerazione dei prezzi di cibo, alloggio e servizi di viaggio non sono stati quindi sufficienti a compensare.Su base tendenziale i prezzi dei beni energetici non regolamentati sono passati dal 18,9% al 26,7%). Hanno poi contribuito, anche se in misura minore, i prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +6,3% a +6,7%) e dei servizi vari (da +2,5% a +2,9%). Questi effetti sono stati solo in parte compensati dalla flessione più marcata dei prezzi degli energetici regolamentati (da -20,3% a -26,4%) e dal rallentamento di quelli degli alimentari lavorati (da +15,3% a +14,7%), degli alimentari non lavorati (da +9,1% a +8,4%), dei servizi relativi all’abitazione (da +3,5% a +3,2%) e dei servizi relativi ai trasporti (da +6,3% a +6%). Rallenta il cosiddetto carrello della spesa: i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona mostrano un nuovo rallentamento in termini tendenziali (da +12,6% a +12,1%). I prezzi dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto accelerano la loro crescita (da +7,6% a +8,2%). L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, è però rimasta stabile a +6,3% per il terzo mese consecutivo, suggerendo che il processo disinflazionistico sarà lento, così come quella al netto dei soli beni energetici (a +6,4% come registrato a marzo). Dopo la pubblicazione di aprile, l’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,4% per l’indice generale e a +4,6% per la componente di fondo. Nessuna sorpresa. Lo scorso 27 aprile, facili Cassandre, avevamo scritto che era troppo presto per cantar vittoria sul carovita. La stessa l’Istat il 17 marzo aveva sottolineato il passaggio dal +9,1% di febbraio al 7,6% di marzo ma l’effetto calmiere era da attribuirsi al calo delle bollette di gas e luce sul mercato tutelato, seguito dal rallentamento del prezzo delle bollette sul mercato libero. Il calo era, dunque, subito apparso più statistico che reale, in quanto i beni del cosiddetto carrello della spesa restavano sui picchi divorando gran parte dei consumi. Insomma, è troppo presto per esultare, così come pare fuorviante una certa narrazione disinflazionistica. Lo confermano altri dati: il rally dei prezzi dello zucchero, dell’olio d’oliva, senza dimenticare gli effetti dell’ultima «battaglia del grano» scoppiata in Europa non più per l’impossibilità dell’Ucraina di esportarlo, ma per la decisione dei Paesi dell’Est di non importarlo. La spesa per il cibo non solo non è comprimibile ma rischia di portare a una crescente tensione sociale.Mentre gli effetti del restringimento monetario in atto stanno già incidendo sulla crescita economica, i riflettori sono puntati su Francoforte: domani la Bce, infatti, alzerà nuovamente i tassi. Gli operatori sono divisi tra chi stima un aumento da 50 punti base e chi vede, invece, un rialzo da 25 punti. Anche nell’Eurozona l’inflazione principale è aumentata al 7% dal 6,9%, mentre quella core è scesa in aprile al 5,6% dal 5,7% del mese precedente. Questo potrebbe però far pendere il piatto della bilancia dell’Eurotower verso un rialzo dei tassi contenuto. A questo scenario concorre anche la nuova significativa riduzione del credito bancario a imprese e famiglie registrata per il mese di aprile. Il ritmo dell’inasprimento netto dei criteri di concessione del credito - ha rilevato un’indagine Bce - è rimasto al livello più elevato dalla crisi del debito sovrano dell’area dell’euro nel 2011 e per il prossimo trimestre le banche del blocco della moneta unica si attendono un ulteriore restringimento, sebbene meno sensibile. Non mancano tuttavia le opinioni divergenti perché, sebbene in rallentamento, un’inflazione core al 5,6% rimane ben lontana dall’obiettivo del 2% perseguito dalla Bce e i Paesi del Nord spingono per un proseguimento della manovra di rialzi di 50 punti base. Il Consiglio non dovrebbe fornire alcuna indicazione su ulteriori mosse, ribadendo così l’approccio basato sui dati e valutato di volta in volta. Non sono, infine, previste nuove proiezioni macroeconomiche (che saranno invece pubblicate a giugno) mentre venerdì verranno rese note le stime dei previsori. Occhio, intanto, anche a quello che succede oltreoceano: oggi sarà l’americana Federal Reserve ad annunciare la sua decisione sui tassi di interesse. I mercati scommettono su un possibile, ultimo, rialzo di un quarto di punto ma la pausa sarà comunque «condizionata».
(Arma dei Carabinieri)
Ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 19 persone indagate per associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, rapina con armi, tentata estorsione, incendio, lesioni personali aggravate dalla deformazione dell’aspetto e altro. Con l’aggravante del metodo mafioso.
Questa mattina, nei comuni di Gallipoli, Nardò, Galatone, Sannicola , Seclì e presso la Casa Circondariale di Lecce, i Carabinieri del Comando Provinciale di Lecce hanno portato a termine una vasta operazione contro un’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti che operava nella zona ionica del Salento. L’intervento ha mobilitato 120 militari, supportati dai comandi territoriali, dal 6° Nucleo Elicotteri di Bari Palese, dallo Squadrone Eliportato Cacciatori «Puglia», dal Nucleo Cinofili di Modugno (Ba), nonché dai militari dell’11° Reggimento «Puglia».
Su disposizione del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Lecce, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia, sono state eseguite misure cautelari di cui 7 in carcere e 9 ai domiciliari su un totale di 51 indagati. Gli arrestati sono gravemente indiziati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, rapina con armi, tentata estorsione, incendio, lesioni personali aggravate dalla deformazione dell’aspetto e altro, con l’aggravante del metodo mafioso.
Tutto è cominciato nel giugno del 2020 con l’arresto in flagranza per spaccio di stupefacenti avvenuto a Galatone di un giovane nato nel 1999. Le successive investigazioni avviate dai militari dell’Arma hanno consentito di individuare l’esistenza di due filoni parallel ed in costante contatto, che si spartivano le due principali aree di spaccio della zona ionica del Salento, suddivise tra Nardò e Gallipoli. Quello che sembrava un’attività apparentemente isolata si è rivelata ben presto la punta dell’iceberg di due strutture criminali ramificate, ben suddivise sui rispettivi territori, capaci di piazzare gradi quantitativi di droga. In particolare, l’organizzazione che operava sull’area di Nardò è risultata caratterizzata da una struttura verticistica in grado di gestire una sistematica attività di spaccio di stupefacenti aggravata dal tipico ricorso alla violenza, in perfetto stile mafioso anche mediante l’utilizzo di armi, finalizzata tanto al recupero dei crediti derivanti dalla cessione di stupefacente, quanto al controllo del territorio ed al conseguente riconoscimento del proprio potere sull’intera piazza neretina.
Sono stati alcuni episodi a destare l’attenzione degli inquirenti. Un caso eclatante è stato quando,dopo un prelievo di denaro presso un bancomat, una vittima era stata avvicinata da alcuni individui armati che, con violenza e minaccia, la costringevano a cedere il controllo della propria auto.
Durante il tragitto, la vittima veniva colpita con schiaffi e minacciata con una pistola puntata alla gamba destra e al volto, fino a essere portata in un luogo isolato, dove i malviventi la derubavano di una somma in contanti di 350 euro e delle chiavi dell’auto.
Uno degli aggressori esplodeva successivamente due colpi d’arma da fuoco in direzione della macchina, uno dei quali colpiva lo sportello dal lato del conducente.
In un'altra circostanza invece, nei pressi di un bar di Nardò, una vittima era stata aggredita da uno dei sodali in modo violento, colpendola più volte con una violenza inaudita e sproporzionata anche dopo che la stessa era caduta al suolo con calci e pugni al volto, abbandonandolo per terra e causandogli la deformazione e lo sfregio permanente del viso.
Per mesi i Carabinieri hanno seguito le tracce delle due strutture criminose, intrecciando intercettazioni, pedinamenti, osservazioni discrete e perfino ricognizioni aeree. Un lavoro paziente che ha svelato un traffico continuo di cocaina, eroina, marijuana e hashish, smerciati non solo nei centri abitati ma anche nelle località marine più frequentate della zona.
Nell’organizzazione, un ruolo di primo piano è stato rivestito anche dalle donne di famiglia. Alcune avevano ruoli centrali, come referenti sia per il rifornimento dei pusher sia per lo spaccio al dettaglio. Altre gestivano lo spaccio e lo stoccaggio della droga, controllavano gli approvvigionamenti e le consegne, alcune avvenute anche alla presenza del figlio minore di una di loro. Spesso utilizzavano automobili di terzi soggetti estranei alla compagine criminale con il compito di “apripista”, agevolando così lo spostamento dello stupefacente.
Un’altra donna vicina al capo gestiva per conto suo i contatti telefonici, organizzava gli incontri con le altre figure di spicco dell’organizzazione e svolgeva, di fatto, il ruolo di “telefonista”. In tali circostanze, adottava cautele particolari al fine di eludere il controllo delle forze dell’ordine, come l’utilizzo di chat dedicate create su piattaforme multimediali di difficile intercettazione (WhatsApp e Telegram).
Nell’azione delle due strutture è stato determinante l’uso della tecnologia e l’ampio ricorso ai sistemi di messaggistica istantanea da parte dei fruitori finali, che contattavano i loro pusher di riferimento per ordinare le dosi. In alcuni casi gli stessi pusher, per assicurarsi della qualità del prodotto ceduto, ricontattavano i clienti per acquisire una “recensione” sullo stupefacente e quindi fidelizzare il cliente.
La droga, chiamata in codice con diversi appellativi che ricordavano cibi o bevande (come ad es. “birra” o “pane fatto in casa”), veniva prelevata da nascondigli sicuri e preparata in piccole dosi prima di essere smerciata ai pusher per la diffusione sul territorio. Un sistema collaudato che ha permesso alle due frange di accumulare ingenti profitti nel Salento ionico, fino all’intervento di oggi.
Il bilancio complessivo dell’operazione è eloquente: dieci arresti in flagranza, il sequestro di quantitativi di cocaina, eroina, hashish e marijuana, che avrebbero potuto inondare il territorio con quasi 5.000 dosi da piazzare al dettaglio.
Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce ha ritenuto gravi gli elementi investigativi acquisiti dai Carabinieri della Compagnia di Gallipoli, ha condiviso l’impostazione accusatoria della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, emettendo dunque l’ordinanza di custodia cautelare a cui il Comando Provinciale Carabinieri di Lecce ha dato esecuzione nella mattinata di oggi.
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