2024-01-17
Bologna si ingolfa con i 30 km orari. Ingorghi, disagi, multe e proteste
Bologna, 16 gennaio 2024. Primo giorno della città a 30 km/h (Ansa)
All’esordio nel capoluogo emiliano, la stretta sui limiti provoca ritardi nei trasporti e una raffica di sanzioni, persino per violazioni minime (39 all’ora). Partita la raccolta firme per indire un referendum contro la norma.Il limite dei 30 chilometri orari a Bologna salverà vite umane (si spera), ma intanto promette di salvare le casse del Comune. Ieri la misura contro il traffico privato, già in vigore in molte città europee e autentica bandiera del centrosinistra in Italia, ha preso il via ufficialmente nel capoluogo emiliano e sono state subito multe, ingorghi, rallentamenti e proteste. Gli ultimi dati ufficiali sulla mortalità a Bologna, resi noti dal Comune a fine anno, dicono che nei primi sei mesi del 2023 si erano registrati 973 incidenti (77 in meno del 2022), con 1.258 feriti (69 in meno) e sette morti, ovvero quattro in meno del medesimo periodo 2022. In estate, mentre partiva la sperimentazione dei 30 orari senza multe, il sindaco del Pd Matteo Lepore aveva affermato: «L’obiettivo del provvedimento è di arrivare a zero morti sulle strade. Sarà quello l’indicatore di risultato, non il numero delle multe». Secondo una ricerca del Codacons, nel 2022 Bologna ha incassato da multe e autovelox la bellezza di 43 milioni di euro, piazzandosi al quarto posto dietro Milano, Roma e Firenze (46 milioni) e sopravanzando Torino (40 milioni), che è grande più del doppio ma proprio ieri ha festeggiato il record di multe nel 2023, arrivando a 55 milioni di euro con più di un verbale a cittadino. Per combinazione, sono tutte città amministrate dal centrosinistra, ma in ogni caso Bologna quest’anno promette di surclassare il capoluogo piemontese proprio grazie a «Città 30». Con questi numeri sul tavolo, è più facile inquadrare la battaglia tutta ideologica sui limiti a 30 orari, laddove magari basterebbe controllare meglio il rispetto dei cinquanta. «Città 30» è partito ieri con controlli e prime sanzioni in tutta Bologna, con l’eccezione di alcune grandi arterie, dove sono rimasti in vigore i vecchi limiti. Già dalle prime ore si sono registrati rallentamenti del traffico, anche perché non sono stati fatti interventi sulle strade, e i mezzi pubblici hanno accumulato una media di ritardi di mezz’ora, secondo i sindacati. Contemporaneamente una cinquantina di mezzi, in gran parte pubblici, ha protestato sfilando in corteo per via Stalingrado, mentre online e non solo si raccolgono da giorni le firme per un referendum contro la misura voluta dalla giunta Lepore. Uno dei portavoce della protesta di ieri ha spiegato al Carlino online: «Vogliamo sottolineare che questa manifestazione è concepita come un’azione pacifica e rispettosa. Il nostro obiettivo è sensibilizzare l’opinione pubblica e favorire un dialogo costruttivo con le autorità locali per trovare soluzioni benefiche per l’intera comunità». Pr l’esordio il Comune ha messo in campo varie pattuglie di vigili per controllare le strade a 30 orari (oltre il 70% del totale, circa il 90% dell’area più densamente abitata) e ha piazzato un bel numero di autovelox per presidiare gli stradoni dove resta il limite a 50 orari. Ieri, il primo multato della nuova Era della Moviola è stato un gioielliere che andava a ben 39 chilometri orari e non ha neppure voluto dire ai cronisti come la pensa «perché se no mi arrestano». Ha raccontato di aver visto l’infovelox che gli diceva che stava andando troppo «forte», ma non ha fatto in tempo a rallentare perché la pattuglia dei vigili lo aspettava a 80 metri dal luogo del delitto con il telelaser. Se l’è cavata con una sanzione da 42 euro, che potranno scendere a 29,50 euro se pagati entro cinque giorni. Tenuto conto che il codice della strada stabilisce un limite di tolleranza di cinque chilometri orari, le sanzioni salgono man mano che aumenta la velocità e possono arrivare a un massimo di 845 euro, con dieci punti e sospensione della patente da sei a dodici mesi, per chi viaggia oltre 60 chilometri orari in più del limite.A testimonianza della presunta volontà dell’amministrazione comunale di salvare vite umane, i primi multati di «Città 30» sono stati fermati simbolicamente in via Azzurra, la strada dove 14 mesi fa fu investita e uccisa la signora Luisa Giovannini, di 81 anni, che era ferma sul marciapiede. Il suo investitore è già stato a condannato a quattro anni e mezzo per omicidio stradale. Resta il fatto che via Azzurra è larga e a senso unico e percorrerla a 30 orari, guardando gli infovelox, richiede una concentrazione notevole. Che si spera non venga sottratta ad altri pericoli o imprevisti. Con le opposizioni di centrodestra fermamente contrarie alla novità, ora tutte le attenzioni sono sul funzionamento della misura e sulla capacità dell’amministrazione bolognese di ridisegnare il traffico e l’intera viabilità cittadina, e non semplicemente di mettersi alla cassa a smarcare bollettini e coprire i buchi delle municipalizzate. A Bologna e a suoi esperimenti guarda con grande speranza il sindaco di Milano Giuseppe Sala, che sogna una città molto green e a misura di residente del centro e da mesi sostiene che il problema è solo di garantire che i nuovi limiti siano poi osservati. Ma il fenomeno slow drive è nazionale, come testimonia il disegno di legge presentato alla Camera nel giugno scorso per l’inversione dei limiti, ovvero per mettere quello a 30 orari di default e quello a 50 solo per le strade a doppio senso con almeno due corsie per parte. Oltre a Legambiente e ciclisti, lo hanno escogitato Pd, Azione e Italia viva, con Verdi e Sinistra. Difficile che passi con questa maggioranza, ma la speranza delle opposizioni, come sempre, è che arrivi qualche aiuto da Bruxelles.