Solo il 16,2% delle offerte del mercato libero è più vantaggioso del tutelato. Il limbo delle garanzie graduali dura 3 anni e non tiene conto dei possibili rincari dell’energia.
Solo il 16,2% delle offerte del mercato libero è più vantaggioso del tutelato. Il limbo delle garanzie graduali dura 3 anni e non tiene conto dei possibili rincari dell’energia.Mercato a tutele graduali, libero e tutelato sono la nuova suddivisione del mercato dell’energia con cui gli italiani sono costretti a confrontarsi. Il 10 gennaio si sono infatti tenute le prime aste per accaparrarsi i clienti che non hanno scelto un operatore del mercato libero dell’energia, entro fine 2023, decidendo di fatto di rimanere nel mercato tutelato fino al 30 giugno 2024. Il 1° luglio inizia il mercato libero dell’energia e il passaggio di questi clienti al sistema a tutele graduali, cioè alla tariffa scelta dal venditore che si è aggiudicato l’asta territoriale in cui si vive (l’Italia è stata suddivisa in 26 aree). Questo nuovo regime ha delle peculiarità. Partiamo dal fatto che i venditori di energia, per ottenere più clienti possibili, hanno fatto delle offerte molto basse, alcuni per la voce «commercializzazione» sono arrivati a offrire zero euro. Secondo elemento, la tariffa che si andrà a pagare sarà uguale in tutta Italia. Questo perché l’Autorità, dopo l’esito delle aste, farà una media tra tutte le offerte vincitrici e stabilirà il prezzo medio stimato che si pagherà. I risultati saranno noti non prima del 6 febbraio. Terzo elemento, il servizio a tutele graduali resterà in vigore per tre anni e ogni 12 mesi verrà aggiornata la voce di commercializzazione. La quota variabile, cioè il costo dell’energia, resta invece stabilita dall’Arera e dunque suscettibile a possibili aumenti di prezzo legati alla materia prima. Attualmente, stando ai dati presenti sul Gme, il prezzo medio dell’energia a gennaio è di circa 100 euro al mWh, in netto calo rispetto ai quasi 200 euro mWh di gennaio 2023, ma la situazione geopolitica non è delle più felici. Se infatti le tensioni nel Mar Rosso, per esempio, non dovessero stabilizzarsi, queste potrebbero avere delle ripercussioni sui prezzi delle materie prime e, di conseguenza, anche sui beni energetici. Il risultato si tradurrebbe in una bolletta più salata, visto che la componente energia, per un cliente tipo che approda nel mercato a tutele graduali, rappresenta il 50,75% del prezzo totale ed è una quota variabile, cioè suscettibile a qualsivoglia oscillazione di prezzi. Inoltre attenzione: perché se è vero che per i primi 12 mesi i costi di commercializzazione sono molti bassi (si passa da un 9 a un 2% di impatto sul totale della bolletta), questi verranno rivisti, dalle varie società venditrici, a distanza di un anno, e non è detto che rimarranno così bassi. La salute del mercato energetico inciderà inevitabilmente anche sui costi di commercializzazione. Si potrebbe dunque pensare che la soluzione sia passare a un’offerta di mercato libero a prezzo fisso (l’opzione variabile è invece sottoposta alle stesse oscillazioni positive e negative del prezzo dell’energia). Il risultato dell’enigma non è però così semplice. Secondo le ultime stime di Arera, sul «Portale Offerte» di Acquirente Unico, nel solo mese di dicembre 2023 si potevano contare 1.381 offerte di mercato libero dei vari venditori di energia, di cui solo 224 più vantaggiose rispetto al prezzo dal mercato tutelato. La spesa media stimata per il mercato libero (sull’anno) era infatti di 1.018,47 euro contro i 868,17 euro del tutelato. Questo significa che sì, le offerte vantaggiose sul mercato libero ci sono, ma attualmente rappresentano solo il 16,2%. Per avere dunque un effettivo vantaggio sulle oscillazioni del prezzo dell’energia si deve riuscire a trovare un’offerta che rientri in quel 16%, e che garantisca un prezzo fisso. Insomma, un ago in un pagliaio. Da ricordare inoltre che, se si sceglie un prezzo fisso sul mercato libero dell’energia, c’è la possibilità di incorrere in una penale se si rescinde dal contratto prima della naturale scadenza (eventualità che deve essere ben specificata al momento della sottoscrizione). Per i fragili, per tutto il 2024, resta invece la possibilità di rimanere nel servizio di tutela. Al momento, salvo ulteriori decisioni da parte del governo, il passaggio al mercato libero per questi soggetti è previsto per il 1°gennaio 2025.
        Nel riquadro, Howard Thomas Brady (IStock)
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        (Istock)
    
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