2021-07-23
Da anni Bochicchio non paga i «truffati». Ma i magistrati italiani gli danno credito
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Massimo Bochicchio (Instagram)
Ci sono almeno tre sentenze della corte commerciale londinese che hanno stabilito che il broker dei vip avrebbe truffato i propri clienti. Le promesse di risarcimento fatte negli ultimi anni non sono mai state rispettate. Eppure ora si trova ai domiciliari grazie a un accordo con i vertici della procura di Roma: credono alle sue parole . Massimo Bochicchio è ormai da una settimana agli arresti domiciliari, grazie a un accordo con i vertici della procura di Roma che hanno riconosciuto la sua buonafede nel voler risarcire i suoi clienti. Durante l'interrogatorio di garanzia di lunedì scorso, di fronte al gip di Roma Corrado Cappiello, il broker accusato di una maxitruffa ai danni di vip e personaggi dello sport, avrebbe risposto a tutte le domande. L'avvocato Gianluca Tognozzi ha spiegato che il suo assistito avrebbe «chiarito che non c'era volontà di truffare nessuno, anzi c'è l'impegno a effettuare i rimborsi per quanto dovuto. C'è stato un problema di liquidabilità come avviene spesso nei mercati».Gli avvocati delle vittime protestano sin da quando Bochicchio era stato fermato a Giacarta in Indonesia. Del rest,o il broker gira indisturbato da un anno in giro per il mondo, promettendo a tutti di voler risolvere tutte le questioni aperte. Ma di fatto l'accordo tra i magistrati e Tognozzi ha tagliato fuori i truffati che non si fidano delle promesse di questo presunto esperto di trading, amante dei circoli sportivi più esclusivi di Roma. Nel solo ultimo anno Bochicchio non avrebbe rispettato una decina di accordi di risarcimento, fatti spesso via Skype dalle spiagge di Dubai o dell'Indonesia. I timori, insomma, hanno cognizione di causa. Anche perché si tratta delle stesse promesse che l'ex consulente di Hsbc continua a fare da ormai quasi 2 anni. Non ne ha mai mantenuta una. I clienti che si sono affidati ai legali per riottenere i propri risparmi sono centinaia. Le cifre di risarcimento si aggirano tra un minimo di 220 milioni di euro a un massimo di 600, cifre iperboliche da reperire. Invece Bochicchio avrebbe dato più di una certezza tramite gli avvocati di voler risarcire almeno l'80% del maltolto. Ma il suo patrimonio posto sotto sequestro è pari a meno di 100 milioni di euro. Ma come hanno fatto i magistrati a fidarsi di lui? Come si può dire che non è stata «sua volontà truffare»? Tra le decine di denunce presentate in procura ce ne sono diverse che riguardano la sottoscrizione di azioni Facebook e Alibaba. Del resto in una delle tante denunce presentate viene spesso ricordato che la sottoscrizione di quelle azioni del colosso di Marck Zuckerberg avvenne nel 2011. Negli anni Bochicchio avrebbe costantemente aggiornato i clienti dell'andamento, ma tramite intermediari e nel momento in cui è stato richiesto di liquidare i soldi non sono arrivati. La situazione è simile a quella dei truffati di Londra, tra cui l'ex allenatore dell'Inter Conte. Avevano chiesto anche loro di riscuotere gli investimenti, ma dalla Kidman di Bochicchio non era arrivata alcuna risposta. Il punto è che la magistratura inglese ha già riconosciuto il fatto che del broker campano non ci si può fidare. Lo dicono due sentenze della Corte commerciale di Londra dell'estate 2020. Sono le ingiunzioni di pagamento a carico di Bochicchio dopo i ricorsi di Conte e altri vip del mondo del calcio. Queste ingiunzioni di pagamento, per almeno 60 milioni di euro, non sono mai state rispettate. A dicembre ne è arrivata un'altra di sentenza, sempre della Corte commerciale di Londra. Riguarda la famiglia Batacchi che ha fatto ricorso contro Bochicchio per frode e riciclaggio di denaro per una somma pari a 1 milione di euro. In rappresentanza dei Batacchi, Lee Adams, legale di JmwSolicitors, aveva appunto spiegato: «Si presume che Bochicchio abbia indotto in modo disonesto e fraudolento Luca Batacchi e Giorgio Batacchi a investire la somma di 996.431,01 sterline nell'offerta pubblica iniziale di azioni di Alibaba, commettendo frode e denaro. riciclaggio di denaro tra il 2014 e il 2020. A causa della sua mancata comparizione lunedì 7 dicembre, il giudice distrettuale Dean ha emesso un mandato per l'arresto di Bochicchio per portarlo davanti al tribunale». Ma il broker di Capua a Londra non è mai tornato. Lo stesso presidente del Coni Giovanni Malagò, nelle intercettazioni dello scorso anno con il vicepresidente di Sky Italia Marzio Perelli, aveva spiegato che Bochicchio aveva investito i soldi di Conte in un fondo che non esisteva. «Io lo conosco da 40 anni, mi sta molto simpatico ma non mi passa per l'anticamera del cervello (…) non ho investito un euro con lui».