2024-01-17
Bocciata la norma sulla dolce morte. Battuto Zaia, centrodestra spaccato
Il «doge» aveva sostenuto la proposta invitando i consiglieri della Lega a votare «secondo coscienza». Contrari Fi e Fratelli d’Italia. L’iter ora riparte dalla commissione. Flavio Tosi: «L’eutanasia non passerà mai».Con 25 voti a favore, 22 contrari, 3 astenuti (che valgono come contrari) e 1 assente, il Veneto ha bocciato la legge d’iniziativa popolare sul suicidio medicalmente assistito. Per l’approvazione serviva la metà più uno degli aventi diritto, 26 dei 50 consiglieri presenti, quindi è mancata la maggioranza assoluta. Gli articoli da votare erano 5, il presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti alle 18.48 di ieri dichiarava la bocciatura dei primi due, ma per l’ufficio legislativo l’articolo 2 riguardante l’Assistenza sanitaria in ogni fase del percorso di suicidio medicalmente assistito su richiesta della persona malata era fondamentale, quindi la legge non è passata.Il provvedimento è stato rinviato in commissione, dove l’iter del progetto di legge diventerà «ordinario» e non avrà più i 6 mesi di tempo contingentati, previsti dallo Statuto per le proposte di iniziativa popolare come quella di «Liberi subito», redatta dall’associazione Luca Coscioni e sottoscritta in Veneto da 9.072 cittadini, discussa ieri in Aula. Tra i tempi e i modi che vengono invocati, c’è l’istituzione di una Commissione medica multidisciplinare permanente da parte delle aziende sanitarie, che dovrebbe verificare le condizioni che rendono legittimo l’aiuto al suicidio entro 10 giorni dalla richiesta avanzata «dalla persona malata».La procedura proseguirebbe in tempi rapidissimi, attraverso il parere del Comitato etico (entro 5 giorni dalla ricezione) che, se positivo autorizzerebbe il «trattamento di autosomministrazione», ovvero il suicidio, in complessivi 20 giorni. Il Veneto ha per fortuna deciso lo stop a un’accelerazione del suicidio, non prevista da una sentenza della Corte costituzionale ed eticamente inaccettabile.La seduta aveva preso il via ieri mattina a Palazzo Ferro Fini, però la votazione era avvenuta nel tardo pomeriggio dopo numerosi interventi dei consiglieri. Fino all’ultimo era risultato incerto l’esito del voto, con Forza Italia e Fratelli d’Italia compatti nel rifiutare una simile legge, con l’opposizione a favore e con il governatore Luca Zaia che aveva invitato i consiglieri della Lega a esprimersi «secondo coscienza».La legge non è passata e a caldo commentava il presidente: «Mi spiace che qualcuno abbia dato une lettura errata, ovvero che la legge discussa in Veneto “istituiva il fine vita”. Non istituiva niente, ma stabiliva solo i modi e i tempi delle risposte ai malati, e le modalità di coinvolgimento delle Asl». In tarda mattinata aveva dichiarato: «Oggi siamo qui per esercitare un diritto inviolabile della democrazia», un progetto di legge che doveva essere discusso entro sei mesi e che «ha avuto l’avvallo dell’ufficio legale». Aggiungeva: «Credo proprio che la Lega abbia dimostrato un alto momento di politica dando la libertà di voto», il «sì» di Zaia era scontato come quello del presidente dell’intergruppo Lega-Liga Veneta, Alberto Villanova, e «non siamo minimamente interessati o preoccupati di quello che sarà l’esito del voto».Dopo il suo intervento, era uscito dall’aula per non condizionare i consiglieri, rientrato per il voto non riusciva a collegarsi al sistema perché aveva il tablet scarico. La seduta è stata sospesa per 5 minuti, tra commenti e sogghigni generali. Il progressismo del governatore, che procede in direzione opposta alla posizione del centrodestra, aveva creato forti contrasti all’interno della maggioranza e la bocciatura della proposta di legge può rappresentare un voto di sfiducia politica al «Doge», con l’incertezza del terzo mandato.Flavio Tosi, deputato e coordinatore regionale veneto di Forza Italia aveva detto che «la legge d’iniziativa popolare proposta dall’associazione Coscioni, quindi dai radicali di Cappato, al di là dei suoi risvolti tecnici, sta portando il dibattito su un terreno più politico, a favore o contro l’eutanasia. E Forza Italia è contraria all’eutanasia». «Ci troviamo nella drammatica posizione di dover difendere la cultura della vita contro la cultura dello scarto», dichiaravano alla vigilia del voto Maddalena Morgante, responsabile nazionale del dipartimento Famiglia di Fratelli d’Italia, e il senatore Luca De Carlo, coordinatore regionale di FdI del Veneto.Il voto a favore sarebbe stato un tradimento, secondo Pro Vita & Famiglia. «Se approvi il suicidio assistito tradisci i tuoi elettori. Ce ne ricorderemo», avvertono da due giorni i camion vela posizionati dall’associazione nelle strade del Veneto. Su tutti campeggia la gigantografia del governatore della Regione, alias «Agente 00Zaia, uno di sinistra sotto copertura», che si apre la camicia come Superman e mostra il simbolo del Pd. Jacopo Coghe, portavoce della onlus, era stato chiaro: «Se la Lega o il gruppo di Zaia saranno decisivi per l’approvazione della proposta di legge», per le prossime Europee e amministrative «lavoreremo sui territori per un imponente travaso di voti dal Carroccio a Fratelli d’Italia, rimasta coerentemente contraria a un testo incostituzionale e degno di un partito di estrema sinistra».«Finalmente è tornato il buon senso», ha dichiarato con sollievo Stefano Valdegamberi del gruppo Misto. Nel suo intervento in Consiglio regionale aveva puntualizzato: «Quello che noi andiamo a fare è trasformare uno stato di fatto, che deriva da una sentenza su casi limite, in uno stato di diritto, cioè ammettere che c’è il diritto al suicidio. Se c’è un diritto al suicidio, c’è il dovere delle istituzioni di assistere il suicidio. E questo non si può accettare». Il Veneto ha detto no, per fortuna.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)