2024-09-11
Ora anche Bmw taglia le previsioni
Bmw è stata fondata a Monaco di Baviera nel 1917. In foto, la Torre Bmw, sede centrale dell'azienda (Ansa)
Il gruppo: «Venti contrari per blocco delle consegne» e problemi ai freni di 1,5 milioni di auto. Vw disdice l’accordo coi sindacati: dal 2025 potrà licenziare. Contagio in Borsa.Nuovi guai per l’industria automobilistica tedesca. Questa volta tocca a Bmw, colpita ieri da un drastico ridimensionamento del suo valore di Borsa dopo che la stessa compagnia aveva diffuso una nota in cui avvisava gli investitori di attendersi profitti minori del previsto. Rispetto alle attese di un margine di profitto tra l’8 e il 10%, Bmw annuncia che chiuderà l’anno di bilancio 2024 con risultati peggiori e margini attorno al 6%. I motivi del peggioramento dei conti, secondo la casa tedesca, sono da ricercare nella bassa domanda sul mercato dell’auto in Cina e nei costi imprevisti derivanti da un difetto nel sistema frenante, fornito da Continental. Le azioni del marchio sono crollate del 12%, trascinando con sé al ribasso Mercedes e Volkswagen, mentre quelle di Continental sono scese del 10%. Giù anche Stellantis (che ha chiuso a 13,68 euro, -2,73%).Il comunicato della società parla di problemi per 1,5 milioni di automobili, per tre quarti già in mano ai clienti, mentre 320.000 auto non possono essere consegnate, il che, per Bmw, pesa diverse centinaia di milioni in costi di garanzia e costi di magazzino. Già 127.000 auto sono state richiamate, ma il problema riguarda più della metà della produzione annuale. Secondo l’azienda questo sarà uno dei richiami più costosi della storia della casa automobilistica. Ad aggravare la situazione vi è anche il fatto che tra Bmw e Continental i rapporti siano gelidi da tempo per altri problemi verificatisi in passato. Ad agosto Bmw aveva dovuto rimediare a difetti sugli airbag di 1,36 milioni di auto in Cina. Nello stesso mese negli Stati Uniti le autorità che vigilano sulla sicurezza del traffico hanno imposto a Bmw il richiamo di 720.000 veicoli per un malfunzionamento della pompa dell’acqua che potrebbe causare cortocircuiti. Sempre negli Usa, ad agosto, un altro richiamo di 105.000 veicoli per rischio di incendio su alcuni modelli. Infine, la settimana scorsa la Mini, controllata da Bmw, ha richiamato 1,5 milioni di veicoli elettrici per rischio incendio della batteria. Una lunga sequenza di problemi, quindi, che ha a che fare con problemi di costruzione dei veicoli. Secondo alcuni dirigenti di Bmw il nodo è nella qualità dei fornitori di componenti. Ma incide molto anche il fattore mercato. Le complicazioni su quello cinese incidono sui conti di tutti i marchi tedeschi. Già a luglio Mercedes aveva abbassato le previsioni sugli utili, dopo che i numeri del secondo trimestre avevano messo in luce le difficoltà a competere con la forte concorrenza locale in Cina.Il simbolo dell’industria tedesca, l’automobile, sta attraversando un periodo nero. I grossi problemi di Bmw si sommano a quelli ancora più grossi di Volkswagen, che la settimana scorsa ha annunciato di voler chiudere almeno uno stabilimento in Germania. Ieri la casa di Wolfsburg è passata ai fatti e ha eliminato le tutele occupazionali che avrebbero dovuto essere in vigore fino al 2029. Con una lettera inviata al sindacato Ig metall, cui è iscritto il 90% dei lavoratori di Volkswagen in Germania, la compagnia ha cancellato l’accordo con i sindacati che durava dal 1994 e che prevedeva di non licenziare nessuno in sei stabilimenti del gruppo in patria. Il consiglio di amministrazione può farlo, unilateralmente, anche se in 30 anni non era mai successo. La lettera è in realtà un preavviso, l’accordo decadrà da gennaio 2025. Cessano quindi anche gli accordi su tirocinio e lavoro temporaneo e anche la cosiddetta «tariffa plus», ovvero il livello salariale più alto del contratto collettivo aziendale, già limitato in passato. Obiettivo della dirigenza è ridurre i costi del lavoro in Germania per «resistere alla concorrenza». Daniela Cavallo, che guida le trattative per i dipendenti, ha dichiarato che il sindacato difenderà strenuamente i posti di lavoro e i livelli salariali. Per la Germania, alle soglie dell’autunno, la congiuntura si fa molto difficile.
«Murdaugh: Morte in famiglia» (Disney+)
In Murdaugh: Morte in famiglia, Patricia Arquette guida il racconto di una saga reale di potere e tragedia. La serie Disney+ ricostruisce il crollo della famiglia che per generazioni ha dominato la giustizia nel Sud Carolina, fino all’omicidio e al processo mediatico.