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Blitz contro Pro Vita, imbrattata la sede romana

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Il presidente di Pro Vita Toni Brandi: «Video con Alfonsi dai Carabinieri. Non ci tapperete la bocca».

«È stato un vero e proprio assalto alla nostra sede quello di ieri pomeriggio della presidente del I Municipio di Roma, Sabrina Alfonsi, insieme a quanto pare ad alcuni assessori della sua giunta e ad alcune cittadine, per coprire il nostro regolare manifesto affisso in vetrina che hanno deciso di imbrattare con cartelli abusivi a sostegno della legge 194 e pieni zeppi di deliranti frasi libertarie come ‘Aborto legale e sicuro’ o ‘Abbiamo il potere di fare scelte responsabili rispettatele’ e ‘Nessuna donna può dirsi libera se non controlla il proprio corpo’». Questo ha dichiarato Brandi, il presidente di Pro Vita, che continuerà a esporre il grande manifesto in difesa del nascituro, uno di quelli già rimossi dal Comune nello scorso aprile, proprio nella sede dell’associazione presso Viale Manzoni, annunciando anche: «Abbiamo i video e saranno consegnati ai Carabinieri. I cittadini sappiano che chi dovrebbe rappresentare tutti in realtà rappresenta solo qualcuno, e non di certo i più deboli».

«Quando politicamente non si ha nulla da dire - ha concluso Brandi - si vuole chiudere la bocca agli altri. Con questa azione Alfonsi e compagnia bella hanno dimostrato tutta la propria insussistenza politica. Ci hanno attaccato con un blitz non solo fuori luogo, ma che contraddice l’ispirazione che lo muove: quale libertà chiedono se non concedono a una libera associazione in libero Municipio di affiggere quel che vuole? Se sono così libere, la presidente del I Municipio e le altre perché non vengono a parlare invece che a censurare e oscurare le opinioni altrui?».

«Sono molto soddisfatta dell’approvazione all’unanimità in Parlamento del disegno di legge del governo che introduce il reato di femminicidio. È un segnale importante di coesione della politica contro la barbarie della violenza sulle donne. Aggiungiamo uno strumento in più a quelli che avevamo già previsto».
Lo afferma in un video il premier Giorgia Meloni, commentando il via libera definitivo alla Camera del ddl sui femminicidi.

Il presidente del Consiglio ricorda poi gli altri interventi, che vanno dal «rafforzamento del Codice Rosso» al raddoppio delle risorse «per i centri antiviolenza e per le case rifugio».
«Sono passi concreti che ovviamente non bastano, ma dobbiamo continuare a fare ogni giorno di più per difendere la libertà e la dignità di ogni donna».

Le falle dei servizi sociali, tra documenti mancanti e criticità mai verificate
La famiglia Trevallion (Ansa)
  • Le difficoltà nello sviluppo dei piccoli Trevallion e la non abitabilità della loro casa non sono state certificate. E la relazione sull’homeschooling non è arrivata al giudice.
  • Nella struttura che li accoglie, leggono e giocano. La mamma presente ai pasti, il papà per pochi minuti.

Lo speciale contiene due articoli

Roccella: «C’è la tendenza a vedere la famiglia solo come un luogo di sopraffazione»
Eugenia Roccella (Ansa)
Il ministro delle Pari opportunità: «Siamo perplessi di fronte alla decisione di spostare quei bambini fuori dal loro nucleo. La mancanza di socialità fa danni? Certo, ma anche l’essere strappati via da casa».

Le carte del Tribunale dell’Aquila sono attualmente al vaglio del ministero della Giustizia, che ne valuterà il contenuto e deciderà se prendere provvedimenti. Ma anche al ministero delle Pari opportunità e della famiglia (di fronte al quale, il 6 dicembre, si dovrebbe tenere una manifestazione di solidarietà a Nathan Trevallion e ai suoi cari) si guarda con attenzione al caso dei cosiddetti bambini del bosco. Eugenia Roccella, parlando con La Verità, si esprime con la dovuta prudenza, ma le sue parole sono piuttosto chiare.

Ministro, che idea si è fatta di questa vicenda che indubbiamente ha suscitato un notevole coinvolgimento emotivo di molti italiani?

Pace made in Usa più vicina. L’Ue resta inerme
Donald Trump e Volodymyr Zelensky (Ansa)
  • Colloqui separati dei funzionari americani ad Abu Dhabi con delegati di Mosca e Kiev. Volodymyr Zelensky: «Pronti ad andare avanti». Gelo del Cremlino sul piano modificato. Intanto Bruxelles prende un altro schiaffo: Marco Rubio nega il bilaterale chiesto da Kaja Kallas.
  • Keir Starmer ed Emmanuel Macron come dischi rotti: «Serve una forza multinazionale sul campo».

Lo speciale contiene due articoli

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