2018-09-12
Bimbo non vaccinato isolato all’asilo. Resta solo in classe senza i compagni
È sano e in regola perché l'iniezione era stata prenotata, ma gli insegnanti e le mamme lo rifiutano. Ci vogliono i carabinieri per fare entrare il piccolino. L'assessore regionale Gianna Pentenero: «No alle segregazioni». Non è malato, né infetto, e non risulta portatore sano di patologie pericolose. E, in più, è l'unico non vaccinato, quindi ben difficilmente potrebbe contagiare gli altri, che sono già immuni. Eppure è finito in quarantena, tenuto per ore in una stanza, isolato da tutti i compagni di classe, fino a quando, nel pomeriggio, è stato riconsegnato alla famiglia. La sua colpa? Non essere stato vaccinato prima dell'inizio dell'anno scolastico. E, poco importa, se la prenotazione per l'iniezione è già fissata per il prossimo 21 settembre, cioè tra meno di dieci giorni: i genitori pretendono delle visite prevaccinali prima di eseguire la profilassi obbligatoria e questo basta a far di loro dei «pericolosi» No vax. Con altrettanto «pericoloso» figlio al seguito.La storia è quella di un piccolino di 4 anni appena, al primo giorno di scuola d'infanzia tenuto per ore in isolamento, senza che per questo (permetteteci la battuta) sia partita un'indagine per sequestro di persona. Siamo a Settimo Torinese, alla scuola d'infanzia Arcimboldo e lunedì mattina un bimbo è arrivato accompagnato dai genitori, una coppia contraria alla profilassi (che impone, grazie al decreto Lorenzin, nei primissimi anni di vita del bimbo dieci vaccinazioni a copertura di altrettante patologie) che, fino ad ora, non lo ha fatto vaccinare. Dovendo iscrivere a scuola il piccolino e seguendo la direttiva ultima del governo Conte, che ritiene sufficiente l'autocertificazione o la prenotazione avvenuta per la profilassi per ammettere a scuola i minori, mamma e papà si sono presentati ai cancelli anche se, lunedì mattina, di fatto il piccolino non risultava coperto per le patologie che la vaccinazione vuole scongiurare. Beninteso che il piccolo era comunque sanissimo, nemmeno un accenno di raffreddore o una bollicina rossa che facesse presagire una incubazione in atto.All'ingresso della scuola, però, è arrivato lo stop. I genitori hanno incontrato le altre famiglie e le insegnanti che, a quanto risulta avrebbero voluto impedire al piccolo di entrare. Le discussioni e i battibecchi sono andati avanti fino a quando la dirigente scolastica, Patrizia Chiesa Abbiati, ha deciso di chiamare i carabinieri, che hanno poi inviato una segnalazione alla Procura. I carabinieri devono aver spiegato ai presenti le recenti disposizioni ministeriali (che prevedono che sia possibile l'accesso alle scuole materne per i bambini tra zero e sei anni ad avvenuta vaccinazione o presentando una prenotazione all'Asl locale) e al bimbo è stato concesso di entrare a scuola. Una volta dentro, però, è stato separato dai compagni per l'intera giornata e tenuto da solo, in un'aula diversa da quella dove si svolgevano le normali attività.Perché tante polemiche? Semplicemente perché i genitori, pur avendo prenotato il vaccino per il 21 settembre, hanno chiesto che il loro bimbo venga sottoposto a visite prevaccinali, che dovrebbero scongiurare la predisposizione a reazioni avverse e che, però, in Italia non sono obbligatorie.«Nostro figlio dovrebbe ricevere il primo vaccino il 21 settembre, quindi l'iter è aperto. Ma non siamo certi che in quella data la situazione potrà risolversi, perché, qualora non avessimo le visite prevaccinali, noi saremo costretti a rimandare», ha spiegato in una intervista il papà del piccolo, aggiungendo che la scuola era stata avvisata per tempo della situazione e non aveva fornito, in merito, nessuna risposta. Così la partita si è giocata sulla pelle del piccolo.In una intervista relativa al caso l'assessore regionale all'Istruzione, Gianna Pentenero, ha ripreso la decisione della preside: «A meno che non ci siano ragioni particolari per ipotizzare una situazione di pericolo, non si dovrebbero creare divisioni fra i bimbi. La circolare della Regione è chiara: in presenza di un'autocertificazione che comunica una prenotazione per la vaccinazione entro la fine di dicembre, le scuole devono accogliere i bambini in aula».Anche perché i controlli esistono e sono anche severi: nelle scuole piemontesi come nel resto d'Italia i Nas sono al lavoro per verificare, uno per uno, i certificati vaccinali e scoprire eventuali falsi. I dati vengono comunicati direttamente al ministero guidato da Giulia Grillo che ha disposto direttamente le verifiche, ma a quanto risulta finora i tentativi di truffa sono infrequenti.La psicosi da vaccini, però, evidentemente ha fatto breccia. Non tanto nella mente di chi è contrario e dei cosiddetti No vax, ma piuttosto in quella di chi è paradossalmente convinto che senza certificazione vaccinale si diventi automaticamente degli untori. O, come nel caso dei dirigenti scolastici, vuole essere immune da qualsiasi responsabilità.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)