- Uno studio americano sui ricoveri tra 5 e 11 anni smentisce l’allarmismo tutto italiano riguardo ai più piccoli: su 100.000 bambini 17 sono in ospedale per la classica malattia di stagione e solo 10,8 per il virus cinese. Da noi però questi dati non sono disponibili.
- La Camera canadese dà il suo ok alla linea liberticida di Justin Trudeau. Approvati i poteri speciali utilizzati per sgominare i manifestanti. Ora tocca al Senato.
Uno studio americano sui ricoveri tra 5 e 11 anni smentisce l’allarmismo tutto italiano riguardo ai più piccoli: su 100.000 bambini 17 sono in ospedale per la classica malattia di stagione e solo 10,8 per il virus cinese. Da noi però questi dati non sono disponibili.La Camera canadese dà il suo ok alla linea liberticida di Justin Trudeau. Approvati i poteri speciali utilizzati per sgominare i manifestanti. Ora tocca al Senato.Lo speciale contiene due articoli.Ma guarda: ha mandato più bimbi in ospedale l’influenza, che il Covid con la Mis-c. Ovvero, la temibile sindrome infiammatoria multisistemica, associata, nei più piccoli, all’infezione da Sars-Cov-2. Il dato, nudo e crudo, lo fornisce un articolo pubblicato sul sito del Journal of the american medical association, ramo pediatrico. I tre autori, William Encinosa, Jessica Figueroa e Youssef Elias, hanno raccolto informazioni sui ricoveri dei bambini tra 5 e 11 anni, nel periodo gennaio-marzo 2021, in undici Stati americani: Colorado, Georgia, Iowa, Kentucky, Michigan, Missouri, Mississippi, Ohio, New Jersey, Washington e Wisconsin. Parliamo di un campione che rappresenta il 24% dei piccini statunitensi in quella fascia d’età. Sono numeri presi da 1.333 ospedali, dove, nel primo trimestre dello scorso anno, sono finiti 2.269 bimbi a causa del Covid e della sua grave complicanza, la Mis-c. Gli studiosi hanno comparato questo cruscotto con le statistiche relative all’epidemia di virus influenzale e sinciziale del 2017. L’anno è stato scelto perché la diffusione di quelle patologie, a differenza che nel 2018 e nel 2019, era in linea con quella del decennio precedente. Su esplicita richiesta del finanziatore, l’Agenzia per la ricerca sanitaria e la qualità, i soggetti sono stati raggruppati a seconda dell’appartenenza etnica: da un lato, i bianchi non ispanici, dall’altro asiatici, neri, ispanici e altre minoranze. Il risultato dell’analisi? Sorprendente, viste le energie sono state investite, specie nel nostro Paese, per terrorizzare i genitori. Nei primi tre mesi del 2021, per il Covid e la Mis-c, sono andati in corsia 10,8 bambini bianchi non ispanici tra 5 e 11 anni ogni 100.000; nel 2017, per l’influenza, 17 ogni 100.000. Chi glielo dice, adesso, a esperti e politici fautori della fantomatica «linea della prudenza», che hanno segregato i ragazzini per quasi due anni e adesso credono di rifonderli con il bonus psicologo?Obietterete: lo scorso inverno non c’era Omicron. Giusto. La variante sudafricana è, sì, molto più contagiosa, però è anche meno aggressiva degli altri ceppi virali. Ergo, è meno pericolosa. Non a caso, l’incidenza della Mis-c, stando ai dati diffusi di recente dai Cdc, è molto calata negli Usa. Al contrario, l’indagine uscita su Jama pediatrics ha rilevato, nel periodo gennaio-marzo 2021, l’occorrenza di una sindrome multisistemica per ogni ricovero da Covid. E ciò aveva reso l’impegno economico e medico nell’assistere i giovani pazienti pressoché identico a quello profuso, quattro anni prima, durante l’epidemia influenzale. D’altro canto, persino Anthony Fauci ha ammesso che la stragrande maggioranza dei bambini ospedalizzati è, in realtà, composta da minori affetti da altre patologie, magari pure gravi, come i tumori, che una volta entrati in nosocomio, ricevono un test positivo.Badate bene: la ricerca statunitense non è vergata da pseudoscienziati negazionisti. Non è intesa a minimizzare i pericoli della malattia. E non si esprime affatto sull’opportunità di vaccinare o meno i bimbi. Le misurazioni individuano dei fatti; i fatti sono ostinati; dopodiché, bisogna comunque interpretarli. Che lezione possiamo trarne noi? A maggior ragione in una fase di riassorbimento dell’ondata invernale e alla luce delle evidenze sugli effetti collaterali, talora molto seri, delle inoculazioni, è ragionevole pretendere che mamme e papà non si sentano obbligati a offrire il braccino dei loro piccoli. Nessuna norma dovrebbe produrre effetti ricattatori: ci riferiamo, ovviamente, all’apartheid scolastico all’italiana, in virtù del quale, in caso di focolaio in classe, gli studenti non vaccinati vengono condannati alla didattica a distanza. Tra l’altro, quelli che non si sono sottoposti all’iniezione vengono trattati come quelli che hanno ricevuto due dosi da oltre 120 giorni. Il che ha trasformato il regolamento in un obbligo surrettizio di booster per tutti gli alunni, dalla prima elementare in poi. E sorvoliamo sul divieto di praticare sport. In parole povere: volete vaccinare i vostri bambini? Liberi di farlo. Volete pensarci ancora un po’ su? Che lo Stato non vi metta i bastoni fra le ruote. Sarebbe opportuna, poi, una riflessione sulla disponibilità di statistiche adeguate a valutare rischi e benefici delle punture nei minori. Esiste, in Italia, una base dati simile a quella presa in considerazione dallo studio americano? Si possono effettuare paragoni precisi sull’impatto delle epidemie influenzali e del Covid in età pediatrica? Non è una questione secondaria: ci tocca forse accontentarci della lotteria delle virostar? Di Matteo Bassetti, che evoca un rischio di miocarditi 30 volte più alto in chi contrae la malattia rispetto a chi si vaccina, mentre Massimo Ciccozzi si ferma a quattro volte? Della propaganda «vaccinara» di Franco Locatelli? Dell’aneddotica horror sui giornali, con gli spaventosi episodi dei neonati stroncati dal virus, o trasportati in elicottero per essere intubati? Perché se è vero che l’influenza mandava in ospedale più bimbi del Covid, è vero anche che, ai tempi, nessuno inseguiva i nostri figli con la siringa…<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/bimbi-influenza-colpisce-piu-covid-2656770455.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="la-camera-canadese-da-il-suo-ok-alla-linea-liberticida-di-trudeau" data-post-id="2656770455" data-published-at="1645560476" data-use-pagination="False"> La Camera canadese dà il suo ok alla linea liberticida di Trudeau La Camera dei Comuni canadese ha approvato la proposta di legge sulle misure d’urgenza volte a contrastare la protesta del Convoglio della libertà, contro i provvedimenti anti Covid decisi dal governo di Justin Trudeau. Il 14 febbraio scorso, il premier canadese aveva invocato poteri speciali per far cessare la protesta dei camionisti, iniziata tre settimane prima. Secondo il leader di Ottawa, queste proteste non erano più «pacifiche». I poteri invocati dal premier gli avevano permesso anche di adottare delle misure estremamente liberticide come il blocco del conto corrente per chi si rifiutava di rispettare le misure sanitarie volute per contrastare la pandemia del virus nato in Cina. A favore della legge hanno votato 185 deputati, mentre i contrari sono stati 151. Tra i partiti pronti a ricorrere a misure liberticide figurano i liberali del premier e la formazione di sinistra del Nouveau parti démocratique (Npd). Invece il Partito conservatore e quello francofono del Bloc québécois (Bq) si sono opposti. Questi partiti hanno messo in dubbio il fatto che il governo canadese avesse veramente bisogno di invocare poteri speciali quando, già domenica sera, Ottawa era stata liberata dai manifestanti con un’importante operazione di polizia. Dopo il voto alla Camera dei Comuni, la proposta di legge sulle misure d’urgenza passa al Senato. Secondo i media canadesi, la Camera alta dovrebbe decidere entro venerdì. Per procedere più rapidamente, i senatori hanno adottato una modifica del calendario dei lavori parlamentari in modo da poter discutere del provvedimento per le intere giornate di oggi, giovedì e venerdì appunto. Difficile dire quale sarà l’esito della votazione anche perché Jagmeet Singh, il numero uno del Npd, che detiene la maggioranza relativa e che permette a Trudeau di governare, ha dichiarato in una conferenza stampa che quella del suo partito è stata una decisione «di squadra» presa «con reticenza». Il leader dell’Npd ha anche ripetuto che il suo partito è pronto a ritirare l’appoggio al provvedimento qualora stimasse che le misure non siano più necessarie. Secondo il quotidiano francofono Le Devoir, Singh ha anche detto di aver capito che il risultato del voto sulle misure d’urgenza potrebbe condurre il Paese a una campagna elettorale. Nel frattempo ieri la Corte di giustizia dell’Ontario ha respinto la richiesta di scarcerazione presentata da una leader della protesta, Tamara Lich, che era stata arrestata giovedì scorso. Motivando la sua decisione, il giudice Julie Bourgeois ha dichiarato: «Se la rilasciassi, non sono sicura del fatto che non commetta una nuova infrazione» e che «la sua detenzione è necessaria per la protezione e la sicurezza della collettività». Anche un altro leader della protesta, Patrick King, arrestato venerdì, alla chiusura di questa edizione della Verità è ancora in attesa della decisione della Corte sulla sua domanda di scarcerazione. Mentre i giudici decidono sulla sorte dei manifestanti e i partiti non possono escludere una crisi di governo, restano in vigore i blocchi dei conti correnti che hanno già colpito alcuni manifestanti. Le loro donazioni in favore della protesta sono state equiparate a dei finanziamenti destinati al terrorismo. In pratica dei cittadini canadesi che hanno esercitato il loro diritto al dissenso si ritrovano a essere considerati al pari di jihadisti o altri militanti terroristi.
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