2025-04-12
Il bilancio di Gravina: una generazione e un Mondiale buttati
Il demone del gioco si è impadronito dei nazionali negli inutili ritiri a Coverciano. Ma il vertice Figc vuole i soldi dall’azzardo.Giocavano anche quando non giocavano. Scommettevano per noia violando la sacralità della Nazionale. Lo facevano nei ritiri di Coverciano, per ammazzare il tempo nelle lunghe pause fra un allenamento e l’altro, fra uno stage e l’altro, fra una inutile partita di Nations League e l’altra. La generazione dei miliardi e degli sbadigli esce in tutta la sua fragilità dall’inchiesta della Guardia di finanza di Milano, dalle 44 pagine di documenti firmati dal gip Lidia Castellucci che gettano una lunga ombra sui comportamenti di alcuni fra i calciatori più forti dell’ultima covata vincente del calcio italiano, quella dei millennials.Il nuovo filone delle indagini, scaturito dai casi legati a Nicolò Fagioli e Sandro Tonali, è uno schiaffo in faccia a chi, ingenuamente, pensava che si trattasse di eccezioni giovanili determinate dal dollaro facile. Invece era un sistema, un’urgenza di accumulo da parte di chi già può contare su stipendi milionari. Nicolò Zaniolo, Mattia Perin, Raoul Bellanova, Samuele Ricci, Matteo Cancellieri; stiamo parlando di calciatori di Serie A con un nome, un cognome, un numero su maglie prestigiose che dovrebbero imporre un rispetto quasi curiale. E che, invece, si erano messi nelle mani di opachi personaggi che tiravano le fila di scommesse illegali, quasi costringendo per amicizia (per ora non ci sono altre ipotesi) compagni di squadra come Federico Gatti e Dusan Vlahovic a prestare loro i soldi per ripianare le perdite. Pur essendo la vicenda di lieve entità dal punto di vista penale (il rischio è un’ammenda), è grave da quello sportivo e ancora di più da quello morale.E non riguarda soltanto gli individui, ma chiama in causa il calcio italiano nella sua interezza. Non più tardi di 48 ore fa abbiamo sentito il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, tuonare alla festa sportiva del Foglio: «Non è pensabile che, nel mondo delle scommesse, noi aumentiamo il valore della produzione del nostro Paese per 16 miliardi senza nulla in cambio. Stiamo aspettando l’1% e non arriva mai. Oggi diciamo che lo sport è cultura: alla cultura viene riconosciuto il tax credit, al calcio no. Penso, poi, al divieto della pubblicità del betting: tutti possono scommettere, ma le società non possono fare pubblicità».Mentre il presidente bussa per ottenere i soldi delle giocate legali e straparla di «cultura», alcuni calciatori della sua Nazionale (Ricci è il vice capitano) vengono indagati per scommesse su siti illegali. Mentre lui, al pianterreno del centro di Coverciano, ripete che «tutto funziona a meraviglia» (tanto da essere rieletto da candidato unico come Xi Jinping), nelle stanze ai piani superiori i suoi ragazzi si tuffano nelle quote clandestine. L’interrogatorio di Zaniolo lascia esterrefatti: «Ammetto di avere effettuato scommesse su piattaforme illegali (…). Tutto è cominciato perché volevo giocare a poker e a black jack ed essendo nella squadra Nazionale con Fagioli ho chiesto a lui dove potevo giocare. Al raduno, circa un anno fa, mi sono trovato con Fagioli e, sapendo che lui giocava, ho chiesto come potevo farlo anch’io». La bisca azzurra delle maglie nere.Stiamo bruciando una generazione. Ma invece di prendere definitivamente le distanze dalla ludopatia e dai suoi effetti, la Federcalcio sembra considerare solo benefici economici. C’è qualcosa di storto in questa filosofia e in questo sfoggio di superficialità. Prima di pretendere soldi dal governo, il calcio italiano faccia pulizia in casa sua, diventi parte della soluzione, non del problema e neppure del paesaggio. Per il movimento l’esempio è tutto, la gioia che porta all’emulazione è tutto. Ma quale gioia? È vero che abbiamo vinto un Europeo grazie allo stellone di Roberto Mancini e Gianluca Vialli, ma da otto anni ci siamo dimenticati (prima con Carlo Tavecchio e poi con Gravina) come si fa a partecipare ai Mondiali. Fuori da ogni rotta intercontinentale ma dentro lo stagno maleodorante delle inchieste; uno scenario sconfortante.I siti di scommesse dominano e sono formidabili sponsor di trasmissioni sportive. Sono legali, niente da dire. Ma l’inchiesta dimostra che molte persone non ne colgono la differenza. In Bulgaria un tecnico della sala Var è stato sorpreso a consultare col telefonino un sito di scommesse. A Udine è scattato l’allarme per il caso di Maduka Okoye, sulla cui ammonizione (il cartellino giallo a un portiere) si erano accumulate puntate molto sospette. C’è di nuovo del marcio nell’aria e la sfilata in procura dei millennials lascia basiti. Bisogna tenere la guardia alta per non ricascarci. «Era la mia debolezza, era la mia adrenalina ma l’ho pagato a caro prezzo». Prima di scommettere, gli azzurri in maglia nera avrebbero potuto chiedere lumi a Gianluigi Buffon, uno che dentro il tunnel c’era finito. E che oggi è capo delegazione della Nazionale.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.