2024-10-05
Diminuisce il deficit ma resta la tensione con le banche dopo l’uscita del Mef
Giancarlo Giorgetti (Ansa)
Bene i conti. Le parole di Giorgetti piombano sul negoziato dell’esecutivo con gli istituti per avere una maggiore liquidità.Buone notizie: frena la corsa del deficit. Nel secondo trimestre, rileva Istat all’indomani della revisione dei conti pubblici 1995-2023 dello scorso 23 settembre, il rapporto tra indebitamento netto della pubblica amministrazione e Pil scende al 3,4% dal 5% dello stesso periodo dello scorso anno. Guardando, invece, al primo semestre, il disavanzo si attesta al 5,8% dal 7,9% del 2023. Quanto al saldo primario, ovvero l’indebitamento al netto degli interessi passivi, per la prima volta dal quarto trimestre del 2019 torna positivo con un’incidenza sul Pil dell’1,1% rispetto al -0,8% di un anno fa. Migliorano, dunque, i conti. Ma non cala la tensione con il sistema bancario ed economico che non ha digerito quei «sacrifici per tutti» chiesti dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nell’intervista a Bloomberg di giovedì scorso. La sola idea di tassare i profitti delle imprese dei settori che più hanno beneficiato di un contesto di mercato favorevole giovedì ha fatto scivolare la Borsa di Milano più in basso di quella di Parigi, affossata dall’annuncio di «imposta eccezionale» sulle imprese e sui contribuenti più ricchi ipotizzata dal governo di Michel Barnier. Tra l’altro, dall’Istat ieri è arrivata anche una notizia meno bella: la pressione fiscale è aumentata di 0,7 punti al 41,3% rispetto al secondo trimestre 2023.L’intervento del ministro (cui si è cercato di rimediare prima con una puntualizzazione del sottosegretario all’Economia Federico Freni, poi con precisazioni alle agenzie di «fonti del Mef»). avrebbe sorpreso Giorgia Meloni. Sia per il tempismo del colloquio, che era registrato ma è stato mostrato all’evento organizzato da Bloomberg a Milano a Borse aperte, sia per i contenuti scanditi davanti alla comunità finanziaria proprio mentre è in corso dietro le quinte una delicata trattativa con il settore bancario. Lo scorso 25 settembre, il comitato esecutivo dell’Abi (l’associazione dei banchieri) ha deliberato all’unanimità di incaricare il direttore generale Marco Elio Rottigni di approfondire eventuali misure che possano mettere a disposizione una maggiore liquidità per il bilancio dello Stato. Misure che, secondo l’Abi che sta portando avanti la trattativa, «dovranno essere di natura temporanea e predeterminata, con effetti esclusivamente finanziari, salvaguardando il patrimonio e i bilanci delle banche e senza effetti retroattivi, per non penalizzare la competitività delle banche operanti in Italia» rispetto alle banche europee.Le banche, che con i bilanci in crescita daranno comunque più flusso alle entrate statali, si stanno quindi preparando al nuovo sforzo, ma le parole di Giorgetti sono piombate nel bel mezzo di un negoziato assai delicato. Il ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, dal palco dell’evento di Bloomberg giovedì ha lodato il lavoro del governo sul fronte dei conti pubblici e della stabilità: «È molto importante che questo Paese possa avere una significativa riduzione del debito pubblico e un miglioramento delle condizioni finanziarie e questo governo sta facendo un buon lavoro in tema di stabilità, anche nella percezione degli investitori», ha detto Messina. Che però di tassazione non vuol sentir parlare e a Giorgetti ha mandato un messaggio assai chiaro: noi diamo già un contributo come banca di sistema, piuttosto confrontatevi con banche e aziende e creiamo una specie di cabina di regia dove chi è del mestiere può dare suggerimenti, offrire soluzioni. Ieri, intanto, Giorgetti ha incontrato il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini. «Noi abbiamo detto che siamo disposti a ripensare parte delle fiscal expenditure. Oggi sono 120 miliardi e noi abbiamo la necessità di trovare 10 miliardi all’interno del fiscal expenditure per fare in modo di rendere strutturali gli investimenti per le imprese, per far crescere le nostre imprese e fare in modo che le nostre imprese non vadano all’estero e che noi possiamo essere attrattivi per chi investe nel nostro Paese», ha detto Orsini.La tensione va sciolta con la finanza, le imprese e anche il mercato (dopo la caduta di giovedì, ieri in Piazza Affari il Ftsemib è rimbalzato con un +1,2%) ma anche sul fronte politico. Ieri il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha dichiarato: «Noi siamo contrarissimi a imporre nuove tasse e ci sono state alcune cattive interpretazioni di alcune parole dette» da Giorgetti, ma «finché saremo noi al governo non ci saranno nuove tasse per gli italiani». Senza dimenticare che oggi i leghisti si riuniscono a Pontida. E la base potrebbe anche borbottare: oggi chiedono un contributo a banche e imprese ma domani chissà a chi altro. Lo stesso ministro a Bloomberg ha parlato di una «chiamata di contribuzione», di uno sforzo che «tutto il sistema Paese deve fare, quindi devono farlo i privati, piccole, medie e grandi aziende» oltre alla pubblica amministrazione. Insomma, un Giorgetti in versione Mario Monti o Michel Barnier sarebbe difficile da digerire per il popolo del Carroccio.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.