
Stretto tra un partito estremizzato e la furia dell'America conservatrice, il nuovo presidente sa di potersi permettere poco su immigrazione e nuovi diritti. Quanto al virus e alla Cina, sarà dura archiviare Donald Trump. Cambia subito la politica dell'immigrazione, una volta eliminato il cattivone Trump? Ma no, come molti altri punti dell'agenda che vedremo declinati nei prossimi giorni, la retorica della campagna elettorale lascerà lo spazio alla realtà della società e dell'economia americane già così colpite. Vediamo come il presidente Joe Biden fermerà le trivellazioni e le estrazioni che hanno portato gli Stati Uniti ad essere energeticamente autonomi, vediamo come sacrificherà i molti posti di lavoro che ne sono derivati per fare contenti gli ecologisti così forti nel suo partito, quelli che vorrebbero fermare gli aeroplani perché inquinano, e persino impedire le flatulenze delle mucche.Il popolo dei disperati, gli indocumentados, quelli che senza documenti, tutti i beni che possiedono addosso, attraversano e risalgono il continente americano e dal Guatemala passano in Messico e dal Messico tentano di entrare negli Stati Uniti, quel popolo è diventato un esercito in questi giorni, ma è destinato a essere deluso. Solo a parole cambierà la politica di immigrazione degli Stati Uniti di Biden e oltre il dilagare delle notizie fasulle il muro è in costruzione da 30 anni, i bambini sono sempre stati separati dai genitori, le gabbie funzionavano come carcere temporaneo anche durante la presidenza Obama, e forse proprio questa retorica spezzata è la chiave migliore per capire che cosa accadrà e che cosa non accadrà nei primi 100 giorni della nuova amministrazione. Oggi, in una Washington che anche i cronisti più commossi per il ritorno della democrazia devono descrivere come alla la vigilia della battaglia di Baghdad, si prepara una cerimonia blindata e piena di paura da parte delle autorità. Solo per un piccolo manipolo di mascalzoni esagitati, solo per un bunch of deplorables, oppure in questa paura delle istituzioni è sintetizzato tutto lo scontento di mezza America per un risultato elettorale così opaco? Ci sarà tempo perché lavori il sistema, la Costituzione venga rivendicata, la Corte suprema si occupi dello strappo. Chi ha fiducia negli Stati Uniti se lo augura.Joe Biden viene descritto e raccontato come un moderato, così fu anche all'epoca in cui era vicepresidente di Barack Obama, così è stato nella breve stagione all'inizio della scorsa campagna elettorale, quando lo si immaginò come un candidato forte in alternativa a Hillary Clinton che poi lo fece fuori. Bene, il moderato Biden si è dovuto man mano adeguare all'ondata radicale che ora è forte all'interno del Partito democratico, fino a doversi, lui cattolico e contrario all'ampliamento di una legge sull'aborto già ritenuta molto permissiva, rimangiare le opinioni e dichiarare in campagna elettorale di essere pronto ad espandere la possibilità di abortire fino alla nascita. Lo farà davvero oppure immaginerà che qualsiasi ricorso a una Corte suprema originalista e profondamente modificata da Donald Trump nei suoi numeri trasformerebbe iniziative di questo genere in boomerang? Lo scontro sarà all'interno del Partito democratico tra moderati ed estremisti che ora premono per contare molto di più sulla composizione del gabinetto dei ministri, e giù con rappresentanze di neri, di ecologisti, di Lgbt. E sarà nel Paese, dove già una massa di 75 milioni di persone più o meno è convinta di essere stata derubata della vittoria e soprattutto ha opinioni fortemente tradizionaliste e conservatrici.Tuttavia dei segnali di rottura sarà costretto a darli, e il presidente americano ha in programma di far rientrare gli Stati Uniti nell'accordo di Parigi sul clima e di abrogare il divieto di ingresso in Usa per i cittadini di alcuni Paesi a maggioranza musulmana. Sul fronte della lotta al coronavirus, invece, Biden firmerà un decreto che estende sino al termine della pandemia lo stop a sfratti e pignoramenti, e un altro che preveda l'obbligo di mascherina nelle proprietà federali e nei viaggi fra Stati. In realtà gli investimenti e i vaccini sono già stati avviati con grande successo da Trump, il resto è retorica vuota. Nei primi dieci giorni prenderà azioni esecutive per la riapertura delle scuole e l'estensione dei test sul coronavirus.Sulla carta Biden sarebbe pronto a tornare all'accordo nucleare con l'Iran del 2015, in cui Teheran ha accettato di limitare le sue attività nucleari in cambio della revoca delle dure sanzioni economiche. Ma qui entriamo nel campo dello spettacolo tutto da vedere perché nel frattempo gli ayatollah iraniani hanno ulteriormente alzato il livello della sfida e degli esperimenti nucleari proibiti, e perché nel frattempo in Medio Oriente è stata da Trump stipulata una serie di accordi tra molte nazioni e Israele che smantellare sarebbe non soltanto difficile ma anche malvisto dentro e fuori dagli Stati Uniti.La stessa difficoltà ci sarà nel rapporto con la Cina. Gli americani, anche per colpa della pandemia, si sono convinti che il regime comunista sia un nemico col quale avere rapporti fermi e duri proprio come teorizzato da Donald Trump e come il presidente che oggi lascia la Casa Bianca aveva cominciato a praticare.La sinistra democratica e i suoi attivisti si aspettano che il Congresso prenda in considerazione un qualche tipo di pacchetto di riforma della polizia dopo le proteste di massa dell'estate scorsa per l'uccisione di George Floyd a Minneapolis. Decisione difficile, che probabilmente non passerebbe l'esame parlamentare e che aumenterebbe il già diffuso scontento dei corpi di polizia verso il Partito democratico.Sono solo le prime valutazioni di quel che Biden farà e di quel che non farà, ma una cosa dimostrano, che questa presidenza non solo è opaca nei metodi di arrivo, ma sarà combattuta nel metodo di governo tra ragionevoli ed estremisti, che ritengono di avere una golden share.
Robert Redford (Getty Images)
Incastrato nel ruolo del «bellone», Robert Redford si è progressivamente distaccato da Hollywood e dai suoi conformismi. Grazie al suo festival indipendente abbiamo Tarantino.
Leone XIV (Ansa)
Nella sua prima intervista, il Papa si conferma non etichettabile: parla di disuguaglianze e cita l’esempio di Musk, ma per rimarcare come la perdita del senso della vita porti all’idolatria del denaro. E chiarisce: il sinodo non deve diventare il parlamento del clero.