2021-11-09
Giovedì i primi verdetti su Bibbiano. Il guru Foti fa la vittima sui giornali
Attese per dopodomani le sentenze sui due imputati per lo scandalo dei «bimbi rubati» che hanno scelto il rito abbreviato: uno è lo psicologo ritenuto dai pm il cardine del sistema degli allontanamenti abusivi.La bruttissima storia di Bibbiano arriva finalmente al redde rationem. Giovedì il tribunale di Reggio Emilia emetterà le due prime sentenze nel procedimento Angeli e demoni, l'inchiesta che nel giugno 2019 aveva fatto emergere lo scandalo dei bambini sottratti alle famiglie legittime nel piccolo centro emiliano, e aveva denunciato l'esistenza di un presunto sistema illecito di allontanamenti. Giovedì il giudice Dario De Luca deciderà la sorte giudiziaria dei due imputati che - su un totale di 24 - hanno scelto il giudizio abbreviato, e cioè Claudio Foti, lo psicologo di Pinerolo che l'accusa indica come una delle figure cardine del sistema illecito, e l'assistente sociale Beatrice Benati, che è invece una delle figure minori del procedimento ed è imputata per violenza privata. A metà ottobre, anche considerando lo sconto di un terzo della pena garantito dal rito abbreviato, il pubblico ministero Valentina Salvi aveva chiesto 6 anni di reclusione per Foti, e 18 mesi per la Benati. Il caso di V. S.È prevedibile che la sentenza su Foti, in particolare, avrà effetti cruciali sulle sorti del procedimento. Il settantenne fondatore del centro Hansel e Gretel di Moncalieri, assieme alla moglie Nadia Bolognini e a un'altra psicologa del centro, prima del 2016 era stato reclutato senza alcuna gara dal Comune di Bibbiano - retto dal sindaco del Pd Andrea Carletti, a sua volta imputato nel procedimento per abuso d'ufficio e falso ideologico - per condurre sedute di psicoterapia sui bambini di Bibbiano e del più ampio comprensorio dei Comuni della Val d'Enza. Nel processo, Foti deve rispondere di tre reati: la frode processuale, l'abuso d'ufficio e le lesioni personali gravi ai danni di V. S., una ragazzina che gli era stata affidata in cura e che fino a quel punto non aveva mai parlato di abusi. In una seduta dell'ottobre 2018 intercettata dagli investigatori, Foti «alterava lo stato psicologico ed emotivo della minore […] attraverso modalità suggestive e suggerenti». E con «la voluta formulazione di domande sul tema dell'abuso sessuale», sempre secondo l'accusa, «ingenerava nella minore il convincimento di essere stata sessualmente abusata» non soltanto dal padre, ma anche da un suo socio. In questo modo, lo psicologo avrebbe radicato nella ragazzina il «netto rifiuto» a incontrare il papà, che quindi «veniva dichiarato decaduto dalla potestà genitoriale dal Tribunale dei minori di Bologna». Per tutto questo, V. S. avrebbe poi affrontato gravissimi problemi psicologici e di relazione, tanto da cadere nella dipendenza da stupefacenti. Nella sua requisitoria, alla metà di ottobre, il pm Salvi ha ricordato anche i motivi economici che l'accusa ipotizza essere stati alla base del «sistema Bibbiano»: a Foti e ai suoi colleghi il piccolo Comune di Carletti e l'Unione della Val d'Enza avevano garantito un compenso di 135 euro all'ora per ogni terapia, contro prezzi di mercato sui 60-70 euro. L'incasso totale, sempre secondo la Procura, sarebbe stato di circa 200.000 euro. Le due sentenze di giovedì prossimo sono state fin qui precedute da un'altra decisione, che in qualche misura dà forza all'accusa: il patteggiamento a un anno e otto mesi ottenuto nel febbraio 2020 da Cinzia Magnarelli, un'altra ex assistente sociale dell'Unione della Val d'Enza indagata per falso ideologico e frode processuale perché aveva distorto le relazioni sulle condizioni di alcuni bimbi sottratti alle famiglie. Rea confessa, oggi la Magnarelli è uno dei testi dell'accusa. «Mi hanno distrutto»Nell'udienza di dopodomani, accanto alle due sentenze relative a Foti e a Benati, il giudice De Luca dovrà decidere anche se rinviare a giudizio gli altri 22 imputati. Tra di loro, la Procura attribuisce un ruolo preminente a Federica Anghinolfi, l'ex responsabile dei servizi sociali di Bibbiano accusata di 11 diversi reati, dalla falsa perizia alla violenza privata, dalla frode processuale all'estorsione; all'assistente sociale Francesco Monopoli, imputato di falsa perizia, frode processuale e lesioni personali; e a Nadia Bolognini, psicologa del centro Hansel e Gretel e moglie di Foti, accusata tra l'altro di violenza personale aggravata, falsa perizia e frode processuale. È evidente, però, che sarà soprattutto la decisione che il Tribunale assumerà su Foti a dare il senso di marcia al futuro del procedimento, e probabilmente anche a «fare scuola» nel controverso tema degli allontanamenti dei minori per presunti maltrattamenti e abusi. Nell'attesa, lo psicologo continua a proclamarsi innocente e vittima. Negli ultimi giorni, ha denunciato di essere stato aggredito verbalmente nel ristorante di un albergo di Reggio Emilia, dove un responsabile di sala si sarebbe rifiutato di dargli da mangiare tacciandolo di essere «il lupo di Bibbiano». Ieri, in un'intervista alla Stampa e alla Gazzetta di Mantova, Foti ha dichiarato di sentirsi «un uomo distrutto, un professionista finito» perché, ha aggiunto, «il 95% del mio lavoro è sparito». Lamenta di essere anche «in difficoltà, con una pensione da 490 euro al mese». Ai tempi di Bibbiano, in effetti, gli sarebbero bastate tre ore e mezza di terapia.