2023-04-23
Berlino-Mosca, parte la caccia al diplomatico
Il presidente portoghese Marcelo Rebelo de Sousa con il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva (Ansa)
La Germania ordina l’espulsione in massa dei funzionari dello zar. La Russia fa lo stesso per rappresaglia. Volodymyr Zelensky annuncia nuove sanzioni contro cittadini e partiti russi, compreso quello comunista. Lula invoca il dialogo da Lisbona: «Serve un negoziato».Almeno 20 diplomatici tedeschi sono stati espulsi dalla Russia e secondo Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, si tratterebbe di «una risposta proporzionata all’analoga misura disposta dalla Germania». Secondo Zakharova, Berlino aveva deciso di espellere un numero imprecisato di diplomatici russi chiedendo però a Mosca di non rendere pubblico quanto avvenuto, «ma poi i tedeschi hanno fatto filtrare la notizia ai media» nelle scorse settimane. Dopo che la Russia ha annunciato la maxi espulsione dei suoi diplomatici dalla Germania, la Bild ha reso noto che ieri mattina un aereo del governo russo è partito da Mosca con piano di volo Mosca-Berlino-Mosca. Il giornale tedesco non ha chiarito se i diplomatici russi (tutti accusati di spionaggio) siano stati imbarcati su questo aereo per essere rimpatriati. A proposito di avvertimenti: secondo il Financial Times, il sottosegretario al Tesoro americano per il terrorismo e l’intelligence finanziaria, Brian Nelson, ha visitato questa settimana l’Italia, la Germania, l’Austria e la Svizzera per spiegare come la Russia stia cercando il rilancio delle sue catene di approvvigionamento militari e per fare il punto sui metodi usati dalla Russia per aggirare le sanzioni. Ieri si è saputo che al prossimo summit del Mare del Nord, in programma da domani nella città portuale belga di Ostenda, al quale parteciperanno Francia, Germania, Belgio, Danimarca, Paesi Bassi, Lussemburgo, Irlanda, Norvegia e Regno Unito, è prevista la firma di un patto di alleanza sull’energia eolica, «in risposta all’aggressione della Russia contro l’Ucraina e ai tentativi di ricatto energetico contro l’Europa». L’Ue sarà rappresentata dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. L’Ukrainska Pravda ha reso noto che il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha deciso di imporre nuove sanzioni contro centinaia di persone fisiche e giuridiche russe, tra cui il Partito comunista della Federazione russa e il Partito liberaldemocratico. Colpiti dalle sanzioni anche il Partito socialista e il partito di Vladimir Putin, Russia Unita, oltre a un numero imprecisato di società. Le sanzioni saranno in vigore per dieci anni. Con questa misura, sono più di 320 le società per azioni russe sanzionate da Kiev. Ieri è stata anche la giornata della visita in Portogallo del presidente brasiliano Lula da Silva, dove ha nuovamente affermato il suo «rifiuto a partecipare al conflitto e la volontà di contribuire a una soluzione negoziata tra Kiev e Mosca». Ai cronisti che lo attendevano, Lula ha dichiarato: «Mentre il mio governo condanna la violazione dell’integrità territoriale dell’Ucraina, propugna una soluzione negoziata del conflitto. Abbiamo urgente bisogno di un gruppo di Paesi che si siedano attorno a un tavolo assieme all’Ucraina e alla Russia. Il Brasile non vuol partecipare alla guerra, il Brasile vuol costruire la pace». Gelida la riposta del presidente portoghese, Marcelo Rebelo de Sousa: «Il presidente Lula stima che il cammino verso una pace giusta e duratura presupponga la priorità della via negoziale. La posizione portoghese è differente: secondo noi un eventuale percorso verso la pace presuppone innanzitutto il diritto dell’Ucraina di poter reagire all’invasione». Intanto sul campo di battaglia si combatte e i vertici dell’esercito di Mosca, citati dalla Tass, hanno reso noto che le unità di assalto russe ieri hanno preso il controllo di tre isolati nella parte occidentale della città di Bakhmut. Secondo l’esercito russo la conquista sarebbe avvenuta anche grazie «al sostegno delle truppe aree di Mosca che forniscono supporto alle unità d’assalto nella cattura della città». Nemmeno una parola sui mercenari della compagnia militare privata Wagner, sempre più ai ferri corti con i vertici dell’esercito di Mosca. Forse è anche per questo che ieri pomeriggio Evgenij Prigozhin, proprietario di Wagner, ha rivelato a Interfax che Nikolay Dmitriyevich Peskov, figlio del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, «ha partecipato all’operazione militare speciale in Ucraina come parte delle unità di artiglieria del gruppo». Prigozhin ha aggiunto che Dmitry Peskov si era rivolto a lui l’estate scorsa perché il figlio voleva partecipare alla guerra. Il capo della Wagner ha aggiunto di averlo «accolto sotto falso nome» e ha spiegato che durante il suo servizio Nikolay Peskov «ha dimostrato coraggio ed eroismo, esattamente come tutti gli altri». Vero o falso? Impossibile saperlo. La guerra arrivata al giorno numero 423 continua intanto senza sosta. Ieri mattina una nuova bomba aerea è stata trovata a Belgorod, città russa al confine con l’Ucraina e secondo il governatore, Vyacheslav Gladkov, è stata disinnescata dagli artificieri del ministero della Difesa russo. L’ordigno, molto probabilmente, è stato sganciato per errore dallo stesso Su-34 russo che giovedì sera aveva fatto cadere una bomba sulla città russa. Secondo l’ultimo report delle Stato maggiore delle forze armate dell’Ucraina, l’esercito di Kiev nelle ultime 48 ore ha respinto almeno 53 attacchi da parte delle truppe russe nelle direzioni di Bakhmut, Avdiivka, Maryinka e Shakhtar. Mentre scriviamo è stato diffuso il bollettino quotidiano dello Stato maggiore delle forze armate ucraine, nel quale si afferma che solo venerdì 21 aprile sarebbero morti al fronte 680 soldati russi, facendo così salire a 185.730 le perdite dal 24 febbraio 2022. Un numero enorme anche se va ricordato che questi numeri non sono stati verificati in modo indipendente.
Matteo Salvini (Imagoeconomica)
La stazione di San Zenone al Lambro, dove il 30 agosto scorso un maliano ha stuprato una 18enne (Ansa)