2025-06-17
Beretta e Lucci condannati a 10 anni
Andrea Beretta e Luca Lucci (Ansa)
Inchiesta «Doppia Curva», riconosciuta l’associazione a delinquere. Il capo ultrà del Milan colpevole di essere il mandante del tentato omicidio di Enzo Anghinelli.Dieci anni di carcere ciascuno per Luca Lucci e Andrea Beretta, volti storici del tifo organizzato milanese, il primo leader della tifoseria del Milan, il secondo dell’Inter. La giudice per l’udienza preliminare Rossana Mongiardo ha emesso ieri le pesanti condanne nell’ambito del processo abbreviato - uno dei filoni dell’inchiesta «Doppia Curva» - che ha svelato intrecci tra ambienti ultrà e criminalità organizzata, al centro di indagini della Direzione distrettuale antimafia di Milano. Lucci, capo della Curva Sud del Milan, è stato riconosciuto colpevole come mandante del tentato omicidio dell’ultrà Enzo Anghinelli, oltre che per associazione a delinquere. Si tratta di una nuova, gravissima accusa per una figura già nota alla giustizia: Lucci ha infatti una fedina penale segnata da condanne passate, tra cui quella per aver aggredito l’interista Virgilio Motta nel 2009, episodio che gli era già costato un anno e mezzo di carcere. E allo stesso tempo è ancora coinvolto in altre inchieste dove è accusato di spaccio internazionale di stupefacenti. In parallelo è arrivata la condanna a 10 anni anche per Andrea Beretta, ex capo della Curva Nord interista, oggi collaboratore di giustizia. Beretta è stato giudicato colpevole per l’omicidio di Antonio Bellocco, altro esponente del direttivo ultrà nerazzurro e rampollo di una famiglia legata alla ’ndrangheta, oltre che per associazione a delinquere aggravata dal metodo mafioso. Nel processo, che si è tenuto nell’aula bunker di San Vittore a porte chiuse, la società Milan si è costituita parte civile, una scelta significativa, nonostante il difensore della Curva Jacopo Cappetta abbia più volte fatto notare come la società utilizzi spesso immagini della Curva Sud per vendere merchandising. Di fatto la decisione dei vertici della società segna una netta presa di distanza da parte del club nei confronti dei gruppi del tifo organizzato finiti sotto inchiesta. Il giudice ha riconosciuto una provvisionale di 50.000 euro per i due club, quindi 25 a testa, mentre per la Lega calcio 20.000 euro. È una scelta che ha alimentato tensioni con la Curva (anche perché ora dovranno pagare), già esplose a fine stagione quando i tifosi rossoneri avevano chiesto pubblicamente al club di ritirare la richiesta di risarcimento danni in sede civile. Per di più, da qualche giorno, sui social, come trapelato da fonti vicine alla società, il Milan starebbe valutando di non concedere le prelazioni sugli abbonamenti per la stagione 2025/26 nei settori della Curva Sud, secondo anello blu, tradizionalmente riservati agli ultrà. Nel giorno della sentenza, circa 200 ultras rossoneri hanno organizzato un presidio all’esterno dell’aula bunker, esponendo lo striscione: «Ultras, amicizia, lealtà, fratellanza, aggregazione: noi siamo la Curva Sud, non siamo un’associazione», in chiara contestazione delle accuse dei pm Paolo Storari, Sara Ombra e Leonardo Lesti. Non sono mancati toni duri contro stampa e autorità: «Fatevi i fatti vostri, sono nove mesi che vi fate i nostri. Invece di fare le riprese andate a cercare la verità», ha detto uno dei capi ultrà da dietro le transenne.
Mario Venditti. Nel riquadro da sinistra: Oreste Liporace e Maurizio Pappalardo (Ansa)
Un Leopard «Frankenstein» con il sistema d'arma Oerlikon Skyranger come quelli che saranno prodotti a Roma da Rheinmetall