2023-04-09
«Investiamo nell’arte perché il bello è valore. Apriremo al pubblico»
Il presidente di Fondazione Fiera Milano, Enrico Pazzali: «Possediamo 100 opere, la nostra intenzione è condividerle coi visitatori. Fiducia agli esperti».La collezione è ospitata nella Palazzina degli Orafi. Un nome un programma per un luogo deputato a contenere opere di grande pregio, custodite con e per passione. Un patrimonio artistico via via diventato sempre più importante non solo numericamente e che ha unito indissolubilmente Fondazione Fiera Milano, Miart e Milano. «Fin dall’istituzione del fondo abbiamo voluto fornire un concreto supporto a Miart, una delle più importanti e autorevoli manifestazioni d’arte a livello mondiale. Anche Miart, come accade per tante manifestazioni che si svolgono nei nostri spazi, riesce a coinvolgere tutto il tessuto cittadino attraverso una molteplicità di eventi», racconta alla Verità, Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera Milano. Da quanto tempo Fondazione ha deciso di accrescere il proprio patrimonio artistico? «Dal 2012, è stata istituita la creazione di un fondo dedicato all’acquisizione di opere d’arte in occasione di Miart e nel 2018 abbiamo acquisito anche tutte le opere dell’associazione amici di Miart. In tutto sono stati investiti quasi un milione e mezzo nella manifestazione».Perché questa scelta? «L’obiettivo è duplice: da un lato, è ampliare la collezione d’arte; dall’altro, fornire un contributo tangibile alla manifestazione stessa, che negli ultimi anni ha visto accrescere la propria importanza e autorevolezza a livello internazionale, contribuendo così a posizionare Milano tra le città di maggior rilevanza nel mondo del commercio d’arte».Quante le opere che ora formano la collezione? «Attualmente, la Fondazione possiede oltre cento opere che rappresentano linguaggi artistici differenti, dalla pittura, alla scultura, video, fotografia, disegno e anche installazioni. Si tratta di una molteplicità di stili eterogenei, attraversata da temi comuni che esplorano il rapporto tra natura e cultura. Tra le varie opere figurano artisti italiani e internazionali».Le opere sono visibili al pubblico? «La nostra Palazzina degli Orafi non è aperta al pubblico. Siamo però consapevoli dell’importanza di condividere la bellezza delle opere e per questo motivo promuoviamo diverse iniziative che consentono ai visitatori di conoscere la collezione della Fondazione. Quest’anno, grazie alla collaborazione con l’associazione Ambasciatori del Gusto, alcuni rinomati ristoranti milanesi esporranno pezzi della nostra collezione durante Miart e il Salone del Mobile. Non escludiamo che in futuro si possa pensare a uno spazio aperto al pubblico in cui esporre l’intera collezione o una parte significativa di essa».Chi sceglie cosa acquisire o meno? «Una giuria internazionale di alto livello che cambia di anno in anno. Per l’edizione 2023, la giuria sarà presieduta da Diana Bracco, componente del comitato esecutivo della Fondazione. Inoltre, sarà composta da prestigiosi esperti internazionali, tra cui Ralph Rugoff, direttore dell’Hayward Gallery presso il Southbank Centre di Londra, Dirk Snauwaert, direttore del Wiels di Bruxelles e Bettina Steinbrügge, direttore generale del Mudam Luxembourg».Quali requisiti deve avere un’opera per entrare a far parte della vostra collezione? «Le opere devono suscitare l’interesse degli esperti preposti alla selezione e la loro scelta avviene cercando di individuare quelle che meglio rappresentano i temi e le tendenze del mondo dell’arte contemporanea. Dopodiché, si tratta anche di un investimento per il futuro e perciò ogni opera deve avere un valore intrinseco e culturale. Infine, oltre che da criteri oggettivi di valore artistico e culturale, è importante che dietro la scelta dell’opera vi siano anche una precisa visione estetica e una certa sensibilità personale».Anche questa edizione di Miart 2023 vede tra i protagonisti Fondazione Fiera Milano. Quale sarà il vostro apporto? «Sarà vario e mirato a sostenere la promozione e la diffusione dell’arte contemporanea. In particolare, ci concentreremo sulla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale cercando di garantire un alto livello nella selezione degli artisti e delle opere in mostra favorendo il dialogo tra gallerie e tra artisti, onorando la tradizione e allo stesso tempo guardando con al futuro».C’è spazio per l’arte dei giovani artisti? «La presenza delle nuove generazioni di artisti è sempre stata una priorità per Miart, soprattutto nelle edizioni più recenti. Dallo scorso anno l’ingresso a Miart è caratterizzato dalla presenza di galleristi e artisti emergenti, che hanno ottenuto un notevole successo di vendita. Il merito di questo risultato va senz’altro alla curatrice della sezione, Attilia Fattori Franchini, che ha trasformato “Emergent” in un vero e proprio laboratorio di ricerca, valorizzando i giovani talenti. Nell’edizione 2023, ben 26 gallerie emergenti provenienti da 12 Paesi parteciperanno a Miart, di cui 18 dall’estero, tra cui gli Stati Uniti, la Corea del Sud, il Brasile e il Regno Unito».Nella precedente edizione di Miart, la Fondazione puntò su 12 opere per un valore totale di 100.000 euro. E quest’anno? «Il valore del nostro fondo rimane invariato per quest’anno. Quanto al numero di opere che intendiamo acquisire, tutto dipenderà dalla qualità e dall’originalità delle proposte che riceveremo, nonché dal giudizio degli esperti che ci assisteranno nella scelta. L’unica certezza è che Fondazione Fiera Milano è sempre alla ricerca di opere d’arte che possano arricchire il proprio patrimonio artistico e rappresentare un investimento per il futuro».
Little Tony con la figlia in una foto d'archivio (Getty Images). Nel riquadro, Cristiana Ciacci in una immagine recente
«Las Muertas» (Netflix)
Disponibile dal 10 settembre, Las Muertas ricostruisce in sei episodi la vicenda delle Las Poquianchis, quattro donne che tra il 1945 e il 1964 gestirono un bordello di coercizione e morte, trasformato dalla serie in una narrazione romanzata.