2024-06-26
La Bce alza un peana all’euro digitale perché le permetterà di blindare la moneta
Piero Cipollone: «Strumento di libertà equivalente al contante». In realtà limita la privacy e aumenta il controllo sui cittadini.Dopo la presentazione, lunedì, del primo report sui progressi dell’euro digitale, la Bce continua a spingere a favore della valuta elettronica. Ieri Piero Cipollone, membro del comitato esecutivo, sul blog della Banca centrale europea ha scritto un articolo sulle «magnifiche sorti e progressive» dello strumento. «La libertà è un principio cardine dell’Unione europea, all’interno della quale ogni cittadino ha il diritto di vivere, lavorare, studiare e svolgere attività imprenditoriale in qualsiasi Stato membro», ha iniziato il banchiere, aggiungendo che «l’euro svolge a tal fine un ruolo fondamentale». Ma su questo paradiso incombe un’ombra: «Non disporre ancora di uno strumento equivalente al contante per i pagamenti digitali rappresenta però un limite per la nostra libertà in un’era sempre più digitale», perché il Vecchio continente dipende da strumenti extra Ue. Ecco che quindi l’Eurotower ha deciso di scendere in campo per sviluppare l’euro digitale, che fra i suoi benefici, avrebbe anche quello di rafforzare «l’autonomia strategica e la resilienza dell’Europa». Questo perché «in un mondo sempre più diviso ed esposto al predominio delle grandi imprese tecnologiche, è nostra responsabilità assicurare che gli europei abbiano sempre la possibilità concreta di effettuare pagamenti sicuri e a costi accessibili». Per fortuna, Cipollone assicura che «manteniamo il nostro pieno impegno nei confronti del contante» (in realtà sempre più sotto attacco su tutti i fronti) anche perché ammette che «la maggior parte degli europei vuole mantenere il contante come opzione di pagamento e molti lo considerano una componente essenziale della propria libertà: è facile da ottenere, inclusivo, accettato da chiunque in tutta l’area dell’euro e offre il massimo livello di privacy». La riservatezza dei dati e la possibilità di un controllo totale su come i cittadini usano i loro soldi restano un tema spinoso, nonostante le rassicurazioni di Cipollone: «L’euro digitale garantirebbe una maggiore privacy rispetto agli standard tipicamente offerti dalle soluzioni commerciali esistenti», dice. «Per i pagamenti offline, solo l’ordinante e il beneficiario avrebbero accesso ai dati dell’operazione. Per i pagamenti online, adotteremo le più recenti tecnologie di ottimizzazione della privacy. Tutti i dati sarebbero pseudonimizzati e conservati all’interno della giurisdizione dell’Ue, beneficiando così dei più elevati standard al mondo in tema di privacy. La nostra conformità alle norme sulla protezione dei dati sarebbe sottoposta al controllo di autorità indipendenti in materia». Peggio ancora per i pagamenti online dove si dovrebbero adottare «le più recenti tecnologie di ottimizzazione della privacy», precisa Cipollone. Come? Si starebbe studiando un metodo di pseudonimizzazione e «conservazione all’interno della giurisdizione dell’Ue, beneficiando così dei più elevati standard al mondo in tema di privacy». C’è da dire che rispetto ai Paesi extra Ue, come per esempio gli Usa, l’Unione europea tutela nettamente meglio la privacy dei propri cittadini. Rimane comunque il nodo di un possibile controllo da parte dei vertici europei, visto che si tratterebbe di una moneta digitale made in Ue. Sulla questione si potrebbero fare dei passi in avanti se effettivamente si applicherà l’idea di introdurre un’autorità indipendente sulla materia che vigili sul rispetto della conformità delle norme sulla protezione dei dati. Ma per il momento il nodo controllo rimane. Altra questione è il costo. L’idea sarebbe infatti quella di rendere l’euro digitale «un’alternativa meno costosa nel panorama dei pagamenti, attualmente frammentato, in cui operano gli esercenti». Aspetto che deve ancora essere messo a punto visto che per il momento non esiste una legislazione definitiva e quello che propone l’Eurosistema è «uno schema di ripartizione dei costi che offrirebbe ai fornitori di servizi di pagamento, come le banche, incentivi economici equi per far fronte agli oneri operativi connessi alla distribuzione di un euro digitale». Come però avviene attualmente per altri sistemi di pagamento, «i fornitori di servizi che distribuiranno un euro digitale potrebbero addebitare commissioni agli esercenti». Tema sul quale si sta lavorando anche ragionando sul possibile utilizzo «delle infrastrutture esistenti» per evitare costi non necessari. E infine c’è il nodo degli hacker. In un mondo che si sta digitalizzando sempre di più, gli attacchi cibernetici sono all’ordine del giorno e possono causare danni anche alla privacy dei cittadini quando sono portati a termine e i dati sensibili vengono messi online. È dunque indubbio che, se si dovesse concretizzare a fine 2025 la creazione dell’euro digitale, l’intero sistema diventerà un bersaglio degli attacchi cibernetici per possibili ritorsioni.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.