2023-01-26
La Bce con l’aumento dei tassi vuole farci pagare gli aiuti della Germania
Gli effetti inflattivi generati dagli interventi contro il caro bollette rischiano di finire sulle spalle di tutti i consumatori europei. È guerra tra falchi e colombe. Fabio Panetta: «Meglio che Francoforte non prenda impegni».A costo di sembrare anche noi un disco rotto, ci preme segnalare che la Bce, almeno nel suo vertice, non desiste dalla linea monetaria più rigida. Ci sarà un ulteriore rialzo dei tassi a febbraio, il denaro sarà più caro, i mutui e i fidi aumenteranno e al tempo stesso l’inflazione - aggiungiamo noi assieme a decine di analisti - non scenderà. Il trend dei prezzi è infatti influenzato da fattori esterni, geopolitici e strozzature lungo la catena del valore che parte dalle materie prime e arriva fino ai nostri supermercati. Va per fortuna registrata una novità. A parlare di tassi negli ultimi giorni non sono però solo i falchi. Comincia a dire la sua anche qualche colomba. «La Bce non deve impegnarsi in anticipo sul rialzo dei tassi della riunione di marzo, considerando anche l’incertezza sulle attese di inflazione nel 2024 e 2025, finora influenzate in modo rilevante da ipotesi su misure fiscali tutt'altro che definite dai governi», ha dichiarato Fabio Panetta, membro del comitato esecutivo della Bce, in un’intervista al quotidiano Handelsblatt. «Qualsiasi indicazione incondizionata, ossia slegata dall’evoluzione dell’economia, che vada oltre febbraio si discosterebbe dal nostro approccio basato sui dati», ha aggiunto ricordando che le nuove proiezioni della Bce saranno pubblicate non prima di marzo, quando si faranno sentire anche l’apprezzamento dell’euro e l’inasprimento dei tassi di mercato. La visione di Panetta è diversa da quella dei falchi del Consiglio come l’olandese Klaa Knot e l’austriaco Robert Holzmann, che si sono già detti a favore di un rialzo di 50 punti base a febbraio e marzo. Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha invece invitato alla prudenza e ha detto che sarebbe meglio non esporsi troppo sui tassi. Christine Lagarde, dopo aver annunciato a dicembre rialzi di 50 punti base a febbraio e marzo, ha confermato che i rialzi saranno «significativi» e «a passo costante», anche se non si è più espressa in modo esplicito su marzo. Il rischio è dunque di avere ulteriori sorprese negative, magari superiori ai 50 punti. In ballo ci sono infatti elementi non del tutto misurabili in questo momento. Banalmente, Francoforte non ha ancora spiegato se il lieve recupero dell’economia sia legato all’offerta (cioè al calo del gas) o alla domanda. Inoltre la Bce non può nemmeno ignorare la disparità degli interventi contro il caro energia. La Germania ha finora concesso i maggiori aiuti. Un problema anche perché i sussidi di alcuni Paesi possono innescare maggiori rialzi dei tassi in tutta l’Eurozona. Sul punto ieri Panetta ha osservato: «La mia preoccupazione è che l’effetto delle misure fiscali, incluso nel nostro scenario di base, sia circondato da un’incertezza molto elevata e sia in gran parte frutto di valutazioni», come dimostra il fatto che gli interventi per contenere gli effetti dei rincari energetici saranno «probabilmente più limitati di quanto previsto se i prezzi dell’energia continueranno a diminuire». Non è dunque un caso che ad allinearsi con i falchi Bce, tutti di scuola tedesca, ci siano le banche centrali del Nord e dell’Est Europa. Al contrario, Grecia, Spagna e Portogallo hanno una visione molto più vicina a quella italiana. Nel complesso, l’immagine che il sistema europeo offre agli investitori è quello della frammentazione e in ogni caso di scarsa adeguatezza. Dalle colonne del gruppo Class, ieri Angelo De Mattia ha ricordato come da ormai due anni la Bce a guida Lagarde dimostri una grande difficoltà nel gestire anche la comunicazione. Il senso dell’intervento si può sintetizzare così: «Siamo in presenza di una struttura tecnocratica, non di un partito politico. La dialettica è importante per conseguire sintesi avanzate, ma deve fondarsi su regole adeguate e non esporsi a boomerang. Una cosa è la discussione all’interno dell’organo competente, altra cosa è la rappresentazione di divaricazioni tra i membri degli organi apicali a giorni alterni. Occorre una grande operazione di revisione e rifondazione della comunicazione in una con la valutazione dell’esperienza sinora compiuta della politica monetaria e della Vigilanza». De Mattia omette però un rischio. Irrigidire e infilare in un singolo imbuto anche la funzione comunicazione potrebbe significare togliere anche le ultime leve che restano ai Paesi del Sud. Al contrario, sarà importante avviare misure interdittive. Non è possibile immaginare che gli effetti inflattivi generati dalla Germania con i maxi aiuti contro il caro bollette finiscano sulle spalle di tutti i consumatori europei. Il balletto del price cap e il forte «niet» a fondi comuni di intervento non può essere dimenticato né può finire in un cassetto nel momento in cui si decidono le sorti dell’economia almeno per i prossimi dieci anni.
Il giubileo Lgbt a Roma del settembre 2025 (Ansa)
Mario Venditti. Nel riquadro, da sinistra, Francesco Melosu e Antonio Scoppetta (Ansa)