2021-10-30
I banchi a rotelle di Arcuri vanno al macero
Una foto ritrae le «sedute innovative» caricate su una barca a Venezia. Direzione: discarica. Nelle classi le rifiutano e nessun altro le vuole. Questo è il simbolo dei disastri del Conte bis: denari buttati per iniziative inutili, con buona pace di piano pandemico e cure.Ancora oggi, numerose trasmissioni televisive continuano a trasmettere le atroci riprese dei camion dell'esercito che, il 18 marzo del 2020, uscivano da Bergamo carichi di bare. Quella, si dice ogni volta, è l'immagine simbolo della pandemia che tutti dobbiamo imprimerci nella mente per non dimenticarla mai. Ci sono, tuttavia, anche altre immagini estremamente emblematiche, e faremmo bene a conficcarci nella testa pure quelle, al fine di non trascurare un altro aspetto dell'emergenza Covid: la pessima gestione da parte delle istituzioni italiane.Una di queste immagini ha fatto ieri il giro della Rete. L'ha diffusa il consigliere comunale veneziano Alex Bazzaro e mostra una barca da trasporto tipica della Laguna, una bettolina, carica di banchi a rotelle destinati a essere smaltiti in discarica. Sull'imbarcazione ce ne sono una quarantina, verdi e nuovi di pacca. Erano stati consegnati al liceo Benedetti-Tommaseo di Venezia, e non sono mai stati utilizzati.Il responsabile di Rete Srl, la società incaricata del recupero, ha fornito al Gazzettino un quadro sconfortante della vicenda: «La scuola», ha spiegato, «ha tentato di regalare questi banchi a vari enti insieme a del gel che lasciava una patina sulle mani e non risultava adatto per gli studenti. Il gel è stato donato, i banchi non li ha voluti nessuno e non c'è stata altra scelta che la discarica. Bisogna tener conto che poi a Venezia, anche se regali qualcosa, c'è il problema del trasporto via acqua e della manodopera, che incide più del costo della merce stessa. A volte la donazione è una scelta che non conviene nemmeno».Non solo i banchi nuovi non sono mai stati usati: quando hanno provato a regalarli, nessuno li ha voluti. In altre regioni d'Italia era andata appena un po' meglio: nel maggio scorso, ad esempio, sono circolate alcune riprese effettuate nell'hub vaccinale di Vasto, ricavato all'interno del locale palasport. Era pieno di banchi a rotelle. Non si trattava di un caso isolato: le meraviglie su ruote sono spesso finite all'interno di strutture sanitarie, soprattutto centri vaccinali. L'11 aprile scorso è stata Repubblica a certificare il fallimento: un banco su due non è mai stato sfruttato, alcuni sono stati direttamente lasciati nei magazzini, altri sono finiti negli scantinati degli istituti scolastici.L'entità del danno è nota: per l'acquisto di 430.000 banchi «con seduta innovativa» (così si chiamano), lo Stato ha speso la bellezza di 119 milioni. Fanno, a spanne, 274 euro a banco, anche se esiste un'altra stima al ribasso: 95 milioni totali, 219,17 euro per ogni seduta. A gestire la pratica, lo ricorderete, fu - con notevoli ritardi - il commissario straordinario Domenico Arcuri, ora nei guai per le mascherine farlocche. Il ministro dell'Istruzione era la pentastellata Lucia Azzolina. Costei provò a scaricare la colpa sui dirigenti scolastici: disse che erano stati richiesti da loro, e che le istituzioni, di conseguenza, si erano prodigate a spedirli. I presidi risposero piccati, spiegando che in realtà erano le linee guida per la sicurezza a scuola a prevedere l'utilizzo di banchi monoposto o a rotelle. In ogni caso, persino il successore della Azzolina, Patrizio Bianchi, ha dovuto certificare il fallimento: «È stata sbagliata l'idea che si potesse usare uno strumento solo per una situazione così complessa», ha dichiarato poco dopo essersi insediato.Non è possibile, però, pensare che basti qualche affermazione nelle interviste per mandare al macero, oltre ai banchi, anche il ricordo della disfatta. La foto circolata nelle ultime ore sta lì a dimostralo. I banchi veneziani destinati alla discarica, stando alle stime, sono costati tra i 4.000 e i 5.000 euro, poi ovviamente ci saranno da calcolare le spese di smaltimento. Quei soldi, centesimo dopo centesimo, sono uno sputo in faccia agli italiani. Intendiamoci: il problema vero non è nemmeno il consueto spreco di denaro «all'italiana». A bruciare sono altre ferite.Certo, il ministro e il commissario responsabili del flop non sono più al loro posto. Però i partiti che li hanno voluti e sostenuti sono ancora lì, fanno parte della maggioranza parlamentare e sono al governo anche adesso. E c'è molto di più. C'è il fatto che, dopo due anni di interminabile emergenza, sembra che la riflessione sul passato sia ridotta a una frase: «Sono storie vecchie». Ogni giorno si chiama in causa lo spropositato numero di morti che purtroppo abbiamo dovuto sostenere, e di solito lo si utilizza per biasimare chi non si vaccina, per zittire chi critica l'operato dell'esecutivo o per demonizzare i dissenzienti. Sembra che non sia consentito interrogarsi sulle cause politiche di quei decessi, e di tutte le altre iatture che si sono abbattute sugli italiani. Una larga parte di quei morti è dovuta alle inadempienze delle istituzioni, le quali - ad esempio - non hanno messo in funzione i piani pandemici. All'ecatombe ha senz'altro contribuito l'assenza di mascherine e dispositivi di protezione, oltre che lo stato di dissesto di una buona fetta della sanità italiana.I banchi a rotelle spediti al macero sono l'emblema delle scelte folli compiute dalla politica in tutti questi mesi. I governanti - e il sistema politico-mediatico che li ha supportati - hanno imposto una narrazione ideologica e parziale dell'accaduto. Invece di concentrarci sulle cure precoci (quelle domiciliari, ma pure quelle ospedaliere), si sono limitati a presentare il vaccino come l'elisir che avrebbe risolto ogni guaio, e che non sia stato così ormai è abbastanza evidente. Invece di valutare davvero l'impatto della malattia sui ragazzini, i politici hanno prima insistito sulla chiusura delle scuole, poi sono passati all'imposizione del lasciapassare per l'ingresso in classe, quindi hanno cominciato a parlare di vaccino anche per i più piccoli.Direte: che c'entra tutto ciò che i banchi mobili? C'entra eccome. Perché quel clamoroso spreco di tempo e denaro è figlio di una mentalità ancora oggi dominante. Un racconto a senso unico che impedisce di affrontare alcuni temi chiave e si concentra su problematiche marginali. E infatti, guarda caso, a due anni di distanza siamo tornati a parlare di aumento dei contagi, di rischi che salgono, di scuole che forse, non troppo in là, potrebbero addirittura tornare a chiudere, di didattica a distanza e - ancora e ancora - di punture ai minorenni. Non siamo usciti dall'emergenza, anzi le restrizioni vengono prorogate. E intanto, sulle acque di Venezia, scorrono i detriti della malagestione.Rossano Sasso, sottosegretario leghista all'Istruzione, scrive su Facebook che la foto scattata a Venezia è «un simbolo di una stagione che per fortuna non c'è più. La Lega», dice, «è al governo per evitare che Pd e M5s possano fare disastri, come ai tempi del Conte bis». Matteo Salvini aggiunge il carico, annunciando che la Lega presenterà «un esposto alla Corte dei conti» sulla vicenda.I banchi si possono pure mandare in discarica. Ma le bugie, gli errori e i danni prodotti in tutti questi mesi non si possono cancellare. E qualcuno, prima o poi, dovrà risponderne.
Antonella Bundu (Imagoeconomica)
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