2024-07-25
Le banche fanno volare Piazza Affari. Ma le piccole imprese non decollano
Dall’inizio dell’anno il Ftse mib è salito del 17,8%, con gli istituti di credito a +47,7%, mentre small e mid cap si sono limitate a un +10%. Soldiexpert: «Le aziende aperte all’estero sanno competere a livelli altissimi».La Borsa italiana continua a stupire, almeno per chi guarda al rendimento da inizio anno. L’indice Ftse mib, infatti, ha messo a segno un rialzo del 17,8%, trainato soprattutto dalle azioni a maggiore capitalizzazione. A tirare la volata, ancora una volta, ci hanno pensato le banche (+47,7%), protagoniste di una corsa che dura ormai da diversi anni. Non a caso, Piazza Affari ha fatto molto meglio delle altre Borse europee proprio grazie al rally dei titoli bancari, che pesano per circa un terzo dell’indice. Tra le azioni che più hanno contribuito alla performance del benchmark ci sono Unicredit (+60%) e Intesa Sanpaolo (+44% da inizio anno). Al di fuori del settore bancario, il contributo più significativo è arrivato da Ferrari (+26,5%), nonostante un andamento non brillante in Formula 1. Bene anche Leonardo (+54%), così come alcuni Etf che hanno puntato sul nostro mercato nazionale come il Wisdomtree ftse mib banks che da inizio anno è salito del 47,7%. Più indietro, invece, le small e medium cap, con l’indice Midex che ha guadagnato «solo» il 10,9%. Il mercato azionario italiano ha quindi proseguito la sua corsa nella prima parte del 2024, dopo aver battuto le Borse europee nel 2023. Basti pensare che, solo negli ultimi 12 mesi, il Ftse star ha sottoperformato l’indice principale (il Ftse mib) di circa 20 punti percentuali. Va anche detto che il terzo trimestre dell’anno si apre con l’incertezza delle elezioni francesi e dei futuri assetti del Parlamento europeo, che potrebbero avere ripercussioni anche su Piazza Affari. L’attenzione degli investitori, intanto, è molto puntata sui «ritardatari», ovvero le azioni a media e bassa capitalizzazione, che sono molto indietro come performance ormai da diversi anni. Un ritardo cronico che le ha rese spesso oggetto di offerte pubbliche di acquisto, mentre il segmento Euronext growth market resta da tempo una promessa non mantenuta, tra scambi bassi e troppe società che, rispetto a quanto dichiarato, non mantengono le promesse successivamente alla quotazione. A mantenere comunque viva l’attenzione sulla Borsa italiana ci sono le valutazioni, storicamente e relativamente basse rispetto a quelle di molti altri listini. E anche i titoli finanziari e bancari, nonostante le forti salite, non appaiono cari. Anzi, se da una parte sul fronte del margine di intermediazione potrebbero patire un calo dei tassi di interesse, dall’altra potrebbero tornare a salire grazie ai maggiori guadagni sul risparmio gestito e sulle assicurazioni. «Nei nostri portafogli consigliati l’Italia ci ha comunque sempre regalato storicamente soddisfazioni importanti», spiega Salvatore Gaziano, responsabile delle strategie d’investimento di Soldiexpert scf, «E se naturalmente non va eccessivamente sovrapesata mantiene sempre numerosi punti di interesse considerando il “fossato” che alcune aziende hanno costruito sul mercato interno, mentre invece altre più aperte sul mercato internazionale hanno dimostrato di essere in grado di saper competere ad altissimi livelli».
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