2022-02-11
Banca Ifis, gli obiettivi per il 2024: 400 milioni di utili e 200 di dividendi
Ernesto Fürstenberg Fassio e Frederik Geertman (Ifis)
Ecco il piano triennale, più investimenti in digitalizzazione. Si punta sulla sostenibilità.Oltre 400 milioni di utili cumulati nell’arco del prossimo triennio, ricavi in crescita a 689 milioni e circa 200 milioni di dividendi da distribuire agli azionisti. Sono questi i punti di forza del nuovo piano industriale presentato ieri da Banca Ifis che prevede di raggiungere al 2024 profitti netti per 164 milioni con un ritorno del capitale (Roe) del 9 per cento. Quattro i pilastri delle linee strategiche: la digitalizzazione con 76 milioni di euro di nuovi investimenti, partnership strategiche, efficienza e sostenibilità.«Ifis conferma la propria natura di challenger bank che persegue obiettivi di generazione di valore sostenibile in settori ad alta remuneratività», ha spiegato il vicepresidente Ernesto Fürstenberg Fassio sottolineando che «il piano declina una visione di lungo periodo che è propria anche dell’azionista di controllo». Nel prossimo triennio, inoltre, «guideremo la trasformazione della banca puntando su tali obiettivi nel segno della sostenibilità, con l’obiettivo di generare un impatto positivo e tangibile per tutti gli stakeholder. Il neocostituito Social impact lab sarà focalizzato sulla promozione di una societ più inclusiva», ha aggiunto il vicepresidente.«Entro il 2024 puntiamo ad acquisire oltre il 40% dei nuovi clienti attraverso canali digitali, il doppio rispetto a oggi, e a concedere oltre il 90% di nuovi prestiti in meno di tre giorni, mentre nell’area Npl amplieremo l’utilizzo di robotica e sistemi di intelligenza artificiale per ottimizzare le strategie di recupero», ha poi aggiunto l’ad Frederik Geertman. Sul fronte delle partnership «abbiamo già in essere», ricorda il manager «accordi di distribuzione sul credito con Banca generali e sulla raccolta con Fineco, mentre nel business dei crediti deteriorati valuteremo collaborazioni con cedenti di portafogli di Npl e co-investitori per massimizzare la redditività del recupero per tutti». Il piano punta poi ad aumentare l’efficienza riducendo i costi di gestione e ottimizzando i processi per liberare risorse e autofinanziare la trasformazione. Il funding è visto a 13,6 miliardi nel 2024. La banca continuerà a perseguire la diversificazione delle fonti di raccolta anche grazie a cartolarizzazioni e all’emissione di bond. Sul fronte delle eventuali fusioni e acquisizioni (il cosiddetto M&A) Geertman apre a nuove opportunità ma per il momento il focus è sulla realizzazione del Piano. L’M&A, in ogni caso, non sarà trasformativo ma concentrato sui core business o su segmenti contigui, in funzione di possibili sinergie e sempre con un approccio rispettoso del capitale.Nessun dossier dietro l’angolo, dunque, ma ribadisce l’amministratore delegato «siamo flessibili. Qualora ci fossero opportunità non le escluderei».Nel frattempo, l’istituto ha chiuso il 2021 superando i target con l’utile netto in crescita del 46,2% a 100,6 milioni di euro. Per l’esercizio il Cda propone all’assemblea la distribuzione di un dividendo di 0,95 euro per azione, il doppio della cedola dell’esercizio 2020. Il pagamento è previsto a maggio. Lo scorso anno è stato, inoltre, raggiunto il record storico in termini di ricavi (602,5 milioni), di recuperi di cassa dei portafogli Npl acquistati (345 milioni) e di acquisti di portafogli Npl (3,7 miliardi).
Nicola Pietrangeli (Getty Images)
Gianni Tessari, presidente del consorzio uva Durella
Lo scorso 25 novembre è stata presentata alla Fao la campagna promossa da Focsiv e Centro sportivo italiano: un percorso di 18 mesi con eventi e iniziative per sostenere 58 progetti attivi in 26 Paesi. Testimonianze dal Perù, dalla Tanzania e da Haiti e l’invito a trasformare gesti sportivi in aiuti concreti alle comunità più vulnerabili.
In un momento storico in cui la fame torna a crescere in diverse aree del pianeta e le crisi internazionali rendono sempre più fragile l’accesso al cibo, una parte del mondo dello sport prova a mettere in gioco le proprie energie per sostenere le comunità più vulnerabili. È l’obiettivo della campagna Sport contro la fame, che punta a trasformare gesti atletici, eventi e iniziative locali in un supporto concreto per chi vive in condizioni di insicurezza alimentare.
La nuova iniziativa è stata presentata martedì 25 novembre alla Fao, a Roma, nella cornice del Sheikh Zayed Centre. Qui Focsiv e Centro sportivo italiano hanno annunciato un percorso di 18 mesi che attraverserà l’Italia con eventi sportivi e ricreativi dedicati alla raccolta fondi per 58 progetti attivi in 26 Paesi.
L’apertura della giornata è stata affidata a mons. Fernando Chica Arellano, osservatore permanente della Santa Sede presso Fao, Ifad e Wfp, che ha richiamato il carattere universale dello sport, «linguaggio capace di superare barriere linguistiche, culturali e geopolitiche e di riunire popoli e tradizioni attorno a valori condivisi». Subito dopo è intervenuto Maurizio Martina, vicedirettore generale della Fao, che ha ricordato come il raggiungimento dell’obiettivo fame zero al 2030 sia sempre più lontano. «Se le istituzioni faticano, è la società a doversi organizzare», ha affermato, indicando iniziative come questa come uno dei modi per colmare un vuoto di cooperazione.
A seguire, la presidente Focsiv Ivana Borsotto ha spiegato lo spirito dell’iniziativa: «Vogliamo giocare questa partita contro la fame, non assistervi. Lo sport nutre la speranza e ciascuno può fare la differenza». Il presidente del Csi, Vittorio Bosio, ha invece insistito sulla responsabilità educativa del mondo sportivo: «Lo sport costruisce ponti. In questa campagna, l’altro è un fratello da sostenere. Non possiamo accettare che un bambino non abbia il diritto fondamentale al cibo».
La campagna punta a raggiungere circa 150.000 persone in Asia, Africa, America Latina e Medio Oriente. Durante la presentazione, tre soci Focsiv hanno portato testimonianze dirette dei progetti sul campo: Chiara Concetta Starita (Auci) ha descritto l’attività delle ollas comunes nella periferia di Lima, dove la Olla común 8 de octubre fornisce pasti quotidiani a bambini e anziani; Ornella Menculini (Ibo Italia) ha raccontato l’esperienza degli orti comunitari realizzati nelle scuole tanzaniane; mentre Maria Emilia Marra (La Salle Foundation) ha illustrato il ruolo dei centri educativi di Haiti, che per molti giovani rappresentano al tempo stesso luogo di apprendimento, rifugio e punto sicuro per ricevere un pasto.
Sul coinvolgimento degli atleti è intervenuto Michele Marchetti, responsabile della segreteria nazionale del Csi, che ha spiegato come gol, canestri e chilometri percorsi nelle gare potranno diventare contributi diretti ai progetti sostenuti. L’identità visiva della campagna accompagnerà questo messaggio attraverso simboli e attrezzi di diverse discipline, come illustrato da Ugo Esposito, Ceo dello studio di comunicazione Kapusons.
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Mark Zuckerberg (Getty Images)