2025-01-22
Bambine uccise: fu attacco islamico. Ma per i laburisti erano fake news
Iniziato il processo per gli accoltellamenti di Southport, dove un seguace di Al Qaeda di origini ruandesi pugnalò a morte tre bimbe. Pure Keir Starmer ammette il terrorismo, ma allora chi protestava venne perseguito.Sei mesi dopo i nodi vengono al pettine e quel che era liquidato come paccottiglia per complottisti ora diventa verità ufficiale. La strage compiuta la scorsa estate a Southport, città nel nord del Regno Unito, non è stata opera di un pazzo, ma di un giovane che si era radicalizzato ed è da considerarsi a tutti gli effetti un atto di terrorismo, almeno stando a quanto dichiarato ieri dal primo ministro britannico Keir Starmer.Il colpevole, è noto, è il diciottenne Axel Muganwa Rudakubana, che in questi giorni ha affrontato la prima udienza di un processo che dovrebbe durare un paio di mesi. Si è dichiarato colpevole di tutti i reati, alcuni dei quali sono raccapriccianti. L’uomo, che all’epoca dei fatti era diciassettenne, il 29 luglio scorso, armato di coltello, è entrato nel centro ricreativo di Southport, dove si stava svolgendo un saggio di danza incentrato sulle musiche di Taylor Swift. Rudakubana ha cominciato a colpire i presenti, e prima di essere fermato è riuscito a uccidere tre bambine: Bebe King (6 anni), Elsie Dot Stancombe (7 anni) e Alice da Silva (9 anni). Altre otto piccine e una insegnante sono rimaste ferite.Le indagini sull’attentatore ne hanno chiarito ulteriormente il profilo: Rudakubana possedeva una certa quantità di ricina, una sostanza tossica potenzialmente letale, e un manuale di addestramento di Al Qaeda, e per questo è stato accusato anche di terrorismo. Del resto, questo soggetto era stato segnalato come potenziale radicalizzato dall’antiterrorismo britannico. Si era già distinto per aggressioni e altri atti violenti, ma non è stato fermato. Non solo: dopo la strage, le autorità inglesi hanno accuratamente occultato il movente ideologico che lo ha portato a uccidere. Soltanto ora Starmer ammette che il gesto aveva in effetti una matrice terroristica. Il governo laburista ha annunciato l’istituzione di una commissione d’inchiesta indipendente sui fatti di Southport e nel presentarla il ministro non soltanto ha parlato di terrorismo ma anche riconosciuto le gravi negligenze nella sorveglianza e gestione di Rudakubana. «Qualcosa chiaramente è andato storto», ha detto Starmer. «Qui si è verificato un fallimento e non intendo permettere che nessuna istituzione statale prenda le distanze dai propri fallimenti». Il primo ministro afferma che la strage di Southport deve segnare un confine molto chiaro e deve spingere a un cambiamento nel modo di affrontare il terrorismo. «Vediamo atti di estrema violenza perpetrati da giovani solitari, disadattati, che stanno nella loro camera da letto, che accedono a ogni tipo di materiale online, alla disperata ricerca di notorietà. A volte ispirati da gruppi terroristici tradizionali», ha detto Starmer. «Ora, può darsi che persone come queste siano più difficili da individuare. Ma non possiamo alzare le spalle e accettarlo. Non possiamo avere un sistema di sicurezza nazionale che non riesce ad affrontare le persone che rappresentano un pericolo per i nostri valori, la nostra sicurezza, i nostri figli. Dobbiamo essere pronti ad affrontare ogni minaccia».Tuttavia, il leader laburista sostiene di non aver in alcun modo tentato di insabbiare la matrice terroristica dell’attacco. «Sono venuto a conoscenza dei dettagli man mano che emergevano. Questa è la prassi abituale in un caso come questo. Ma voi sapete e io so che non sarebbe stato giusto rivelare quei dettagli», ha detto Starmer.Questo è, in effetti, il cuore della questione. Perché non soltanto le autorità britanniche hanno fallito clamorosamente nella prevenzione dell’attentato di Southport, ma hanno cercato di sminuirne la portata e soprattutto hanno dato il via a una massiccia repressione del dissenso. Subito dopo la strage infatti, tra il 30 luglio e il 7 agosto, ci sono state circa una trentina di manifestazioni e rivolte contro l’immigrazione di massa in ben 27 città del Regno Unito. La risposta delle forze dell’ordine è stata durissima: stando ai dati torniti dal National Police Chiefs’ Council, nel giro di poche settimane 1.280 persone sono state arrestate per aver partecipato alle rivolte e con 796 persone sono state oggetto di provvedimenti giudiziari. Il governo ha deciso addirittura di creare una sorta di corsia speciale per i manifestanti, velocizzando al massimo l’emissione delle sentenze. Prima dell’8 agosto oltre 200 persone erano già state condannate e altre 570 sono state portate a processo entro il 2 settembre: tempi record.E non è tutto. Il governo ha lanciato una sorta di caccia alle streghe per colpire i presunti odiatore digitali, cioè coloro che avrebbero soffiato sul fuoco del malcontento pubblicando post online, anche se non erano direttamente coinvolti nelle manifestazioni. Con una violenza inaudita per una nazione occidentale, sono state arrestate persone che si erano limitate a postare qualche frase sulla Rete. Una solerzia davvero curiosa: un attentatore radicalizzato è stato lasciato a cuocere nel suo brodo nonostante ripetute segnalazioni di pericolosità. In compenso, con quanti hanno espresso il proprio sdegno in piazza le istituzioni sono state rapidissime e inflessibili, forse perché in questo caso c’era da colpire qualche temibile destrorso.Ancora oggi i media e i politici britannici insistono a portare avanti una notevole mistificazione riguardo le rivolte. Si disse e ancora si dice che siano state scatenate da fake news fatte circolare ad arte sul Web da estremisti come Tommy Robinson. In effetti, nei primi momenti dopo la strage circolò la notizia secondo cui il colpevole era un uomo di nome Ali Al-Shakati, richiedente asilo appena approdato nel Regno Unito a bordo di un barchino. Si è scoperto poi che si trattava di un ragazzo di origini ruandesi ma nato a Cardiff. Si potrebbe anche affermare che questi particolari cambino di poco il quadro della situazione. Rudakubana, l’assassino, era un radicalizzato come tanti altri stranieri di seconda e terza generazione provenienti da famiglie musulmane. Significa che la strage aveva eccome a che fare con l’immigrazione e con il modo in cui l’Inghilterra (ma pure il resto d’Europa) si comporta con le culture altre. Decenni di politicamente corretto e di retorica dell’accoglienza hanno condotto alla creazione di enormi problemi di convivenza che tutti i governi - quelli conservatori compresi - hanno rifiutato di affrontare in profondità. Che la rabbia popolare dovesse esplodere era nell’ordine delle cose, e dare la colpa a Tommy Robinson o ad altri presunti sobillatori è un modo un po’ patetico di lavarsi la coscienza.Quale sia l’atteggiamento dei laburisti sul tema lo dimostra il recentissimo scandalo delle grooming gang: gruppi di pakistani hanno adescato e violentato e abusato migliaia e migliaia di ragazzine per lo più minorenni e bianche. Polizia e politica hanno per lo più occultato la questione che è riesplosa qualche settimana fa, e solo dopo incredibili resistenze e potentissime campagne mediatiche la sinistra inglese si è decisa a mettere in piedi una commissione di inchiesta sul fenomeno. Come hanno evitato di parlare delle gang pakistane, così hanno cercato di nascondere la matrice terroristica della strage di Southport, e invece di parlare dei disastri del multiculturalismo hanno preferito infierire sui gruppi identitari e sui cittadini che si sfogavano online. Ci sono voluti mesi perché il governo di sinistra ammettesse la vera natura dell’attacco che ha portato alla morte di tre bambine. Ci sono voluti anni prima che lo scandalo delle gang di stupratori emergesse nella sua orrenda ampiezza. Invece di preoccuparsi dell’odio online, avrebbero dovuto dare giustizia alle giovani vittime o ancora meglio proteggerle dalla violenza. Ma hanno preferito non turbare gli antirazzisti di professione.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.