2018-04-24
«A Babbo Renzi 200.000 euro:
era lobbista di un condannato»
Non sappiamo se i magistrati considerino illeciti i rapporti d'affari che babbo Tiziano ha intessuto mentre il figlio era a Palazzo Chigi, ma quel che pare probabile è che stiano associando tale attività ai quasi 200.000 euro che l'imprenditore pugliese, pregiudicato e plurindagato Luigi Dagostino avrebbe consegnato ai genitori dell'ex premier in cambio di due fatture che i pm ritengono essere state giustificate con operazioni inesistenti. Infatti tra giugno e luglio 2015 la Tramor srl di Dagostino (passata poi al gruppo Kering) invia sul conto della Eventi 6 195.200 euro, collegati a due presunti studi di fattibilità per progetti mai realizzati.Nello stesso periodo Dagostino stava provando ad aprire con il gruppo Kering altri outlet in Liguria, Toscana e Puglia. Progetti che avevano bisogno anche dell'approvazione della politica.
Per questo, sembra, venne imbarcato nell'impresa Tiziano in veste di esperto di logistica. Molto curioso per un signore che sino ad allora anziché spostare facoltosi clienti appassionati di alta moda aveva distribuito giornali e volantini. L'esperienza quarantennale di Renzi senior, ex insegnante di educazione fisica, è infatti nel settore del marketing editoriale. Eppure, annotano i finanzieri, tra giugno e novembre 2015 lui, la moglie Laura Bovoli e Dagostino (tutti indagati per il reato di emissione e utilizzo di false fatture) avrebbero girovagato tra la Toscana, Roma e la Puglia per incontrare politici o tecnici collegati ai progetti per i centri commerciali. E non solo. Le Fiamme gialle hanno ricostruito gli spostamenti spulciando l'agenda sequestrata a Dagostino il 10 gennaio 2017. Un diario in cui l'imprenditore appuntava le riunioni di lavoro e gli spostamenti. Anche in orari antelucani. Per esempio l'8 giugno 2015 segna: «07,00 Tiziano Renzi (in ndr) ufficio per varie». Il 15 parte il bonifico da 24.400 per la prima fattura e il 16 l'immobiliarista scrive: «08,30 Tiziano Renzi ufficio». A fine giugno inizia il balletto per la fattura da 170.800 euro motivata con un altro studio di fattibilità. Dagostino ne sollecita il pagamento alla Kering, da pochi giorni nuova proprietaria della Tramor e il contatto è il manager calabrese Carmine Rotondaro, da lì a poco indagato e perquisito dalla Procura di Milano per reati fiscali e immediatamente licenziato dalla Kering. Il 2 luglio Dagostino registra un altro rendez vous con Tiziano Renzi nella piazza romana di San Lorenzo in Lucina, a due passi dal Parlamento.
Da lì i due partono per la Puglia dove incontrano alcuni politici locali del Pd, tra cui Filippo Caracciolo, nominato nel 2017 assessore regionale pugliese all'Ambiente. Candidato alla Camera in un collegio uninominale, a febbraio si è dimesso dopo essere stato indagato per corruzione e turbativa d'asta.La sera del 2 luglio Dagostino e Renzi senior pernottano alla Bucadue, un'esclusiva masseria che si affaccia sul campo di golf a Fasano (Brindisi). Nel paese, da alcuni anni Dagostino sta cercando di costruire un nuovo outlet, non senza incontrare difficoltà con la giunta piddina. Forse per questo ha chiesto l'aiuto di Tiziano. Agli atti, per esempio, risulta anche un sms di congratulazioni, risalente al 2016, del babbo al neosindaco Francesco Zaccaria.Il 3 luglio 2015 Renzi e Dagostino incontrano al Bucadue il commercialista Massimo Pagliarulo, in rapporti di lavoro con Dagostino per quanto riguarda l'outlet e da lì a poco candidato alle primarie di centrosinistra per il Comune. Lo stesso giorno si svolge un altro abboccamento, questa volta all'hotel Palace di Bari, una struttura già frequentata da Tiziano in Puglia. Il governatore Michele Emiliano ha raccontato ai pm di Roma che nel febbraio 2015 il padre dell'allora premier lo aveva contattato da quell'albergo per incontrarlo e offrirsi come paciere tra lui e il figlio. Il tour de force non è finito. Il 4 luglio si legge sul diario: «17 Tiziano Renzi ufficio».
Due giorni dopo sulla mail di Dagostino giunge l'ultima versione della fattura 202 della Eventi 6, documento in cui, ricordano le Fiamme gialle, «l'imponibile aumenta di 40.000 euro» rispetto alle prime versioni. Lo stesso giorno Dagostino sollecita Rotondaro per il pagamento. Il 14 luglio, Dagostino e Renzi senior raggiungono un autosalone nei pressi di Milano per acquistare un furgone che serve a Tiziano. Per gli investigatori seguono «appuntamenti in Milano prima con dottor Scalise della Trussardi e poi con Rotondaro». Il 20 luglio quest'ultimo informa di aver ordinato il pagamento delle fatture con questo imprimatur: «Le ho verificate e le approvo». Il 24 luglio una funzionaria della banca dove ha il conto la Eventi 6 avverte la segretaria di Dagostino dell'arrivo del bonifico della Tramor. Il 29 luglio e il 6 agosto l'immobiliarista incontra nuovamente Tiziano. Dall'appunto non è chiaro se l'outlet The Castle, a pochi chilometri da Rignano sull'Arno, sia l'argomento del giorno o il luogo dell'abboccamento. Il 26 agosto a un summit partecipa anche Laura Bovoli e l'argomento è la Party srl (oggi chiusa), la società di eventi che i genitori dell'allora premier hanno costituito da pochi mesi con Dagostino.
Nel pomeriggio del 10 settembre si svolge un altro colloquio interessante: ai tavolini dell'hotel Boscolo di Roma i due inseparabili imprenditori prendono un aperitivo con Nicola Latorre, noto esponente del Pd pugliese: in passato è stato molto legato a Massimo D'Alema, prima di essere folgorato dal Renzi premier («È decisivo per ridefinire in profondità il sistema politico» dichiarò) e successivamente trombato dall'ex Rottamatore. Nell'agenda, il 19 novembre 2015, è appuntato un altro incontro con il parlamentare in piazza Eustachio a Roma. Nell'occasione, ad accompagnare Tiziano c'è anche il genero Andrea Conticini, suo stretto collaboratore. Il 12 settembre alle 10.30 Tiziano e Laura arrivano a Savelletri (una frazione di Fasano) e alle 21 Dagostino li porta a cena «da Tuccino a Polignano a mare». I buongustai sanno che è il ristorante di pesce più famoso della Puglia, amatissimo dal solito D'Alema e dal suo entourage.
Alle 12 Dagostino annota un incontro con «Pagliarulo+procuratore della Repubblica di Bari dottor Bottazzi+Tiziano Renzi». Bottazzi è un magistrato della Procura generale del capoluogo pugliese, una toga, raccontano le cronache, non insensibile al fascino femminile. Il pranzo si svolge nell'incantevole cornice del ristorante pescheria Due mari. Il 16 settembre Tiziano raggiunge l'amico Luigi in ufficio per un «ritiro macchina». Evidentemente Renzi senior e Dagostino condividono la passione per le auto: nel 2016 l'imprenditore ha ceduto a Tiziano una Range rover sport diesel, il cui modello base costa intorno ai 70.000 euro. Dal 21 settembre al 5 novembre ci sono altri quattro incontri. L'ultimo ha come ordine del giorno «varie Rivoire», lo storico caffè davanti a Palazzo Vecchio in cui Dagostino è subentrato nel gennaio 2016. Per la riuscita della trattativa sono stati utilizzati i buoni uffici di Renzi senior? Il 26 novembre la Tramor, concludono i finanzieri, contabilizza la fattura da 170.800 euro, pagata a luglio come «anticipo a fornitore Eventi 6». Ma per gli inquirenti non è chiaro che cosa abbia fornito l'azienda dei Renzi.
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Per gli investigatori, Tiziano veniva esibito da Luigi Dagostino a politici del Pd e persino ad alcuni magistrati proprio mentre emetteva le fatture per le quali è indagato. Una strana coincidenza. Non sappiamo se i magistrati considerino illeciti i rapporti d'affari che babbo Tiziano ha intessuto mentre il figlio era a Palazzo Chigi, ma quel che pare probabile è che stiano associando tale attività ai quasi 200.000 euro che l'imprenditore pugliese, pregiudicato e plurindagato Luigi Dagostino avrebbe consegnato ai genitori dell'ex premier in cambio di due fatture che i pm ritengono essere state giustificate con operazioni inesistenti. Infatti tra giugno e luglio 2015 la Tramor srl di Dagostino (passata poi al gruppo Kering) invia sul conto della Eventi 6 195.200 euro, collegati a due presunti studi di fattibilità per progetti mai realizzati.Nello stesso periodo Dagostino stava provando ad aprire con il gruppo Kering altri outlet in Liguria, Toscana e Puglia. Progetti che avevano bisogno anche dell'approvazione della politica. Per questo, sembra, venne imbarcato nell'impresa Tiziano in veste di esperto di logistica. Molto curioso per un signore che sino ad allora anziché spostare facoltosi clienti appassionati di alta moda aveva distribuito giornali e volantini. L'esperienza quarantennale di Renzi senior, ex insegnante di educazione fisica, è infatti nel settore del marketing editoriale. Eppure, annotano i finanzieri, tra giugno e novembre 2015 lui, la moglie Laura Bovoli e Dagostino (tutti indagati per il reato di emissione e utilizzo di false fatture) avrebbero girovagato tra la Toscana, Roma e la Puglia per incontrare politici o tecnici collegati ai progetti per i centri commerciali. E non solo. Le Fiamme gialle hanno ricostruito gli spostamenti spulciando l'agenda sequestrata a Dagostino il 10 gennaio 2017. Un diario in cui l'imprenditore appuntava le riunioni di lavoro e gli spostamenti. Anche in orari antelucani. Per esempio l'8 giugno 2015 segna: «07,00 Tiziano Renzi (in ndr) ufficio per varie». Il 15 parte il bonifico da 24.400 per la prima fattura e il 16 l'immobiliarista scrive: «08,30 Tiziano Renzi ufficio». A fine giugno inizia il balletto per la fattura da 170.800 euro motivata con un altro studio di fattibilità. Dagostino ne sollecita il pagamento alla Kering, da pochi giorni nuova proprietaria della Tramor e il contatto è il manager calabrese Carmine Rotondaro, da lì a poco indagato e perquisito dalla Procura di Milano per reati fiscali e immediatamente licenziato dalla Kering. Il 2 luglio Dagostino registra un altro rendez vous con Tiziano Renzi nella piazza romana di San Lorenzo in Lucina, a due passi dal Parlamento. Da lì i due partono per la Puglia dove incontrano alcuni politici locali del Pd, tra cui Filippo Caracciolo, nominato nel 2017 assessore regionale pugliese all'Ambiente. Candidato alla Camera in un collegio uninominale, a febbraio si è dimesso dopo essere stato indagato per corruzione e turbativa d'asta.La sera del 2 luglio Dagostino e Renzi senior pernottano alla Bucadue, un'esclusiva masseria che si affaccia sul campo di golf a Fasano (Brindisi). Nel paese, da alcuni anni Dagostino sta cercando di costruire un nuovo outlet, non senza incontrare difficoltà con la giunta piddina. Forse per questo ha chiesto l'aiuto di Tiziano. Agli atti, per esempio, risulta anche un sms di congratulazioni, risalente al 2016, del babbo al neosindaco Francesco Zaccaria.Il 3 luglio 2015 Renzi e Dagostino incontrano al Bucadue il commercialista Massimo Pagliarulo, in rapporti di lavoro con Dagostino per quanto riguarda l'outlet e da lì a poco candidato alle primarie di centrosinistra per il Comune. Lo stesso giorno si svolge un altro abboccamento, questa volta all'hotel Palace di Bari, una struttura già frequentata da Tiziano in Puglia. Il governatore Michele Emiliano ha raccontato ai pm di Roma che nel febbraio 2015 il padre dell'allora premier lo aveva contattato da quell'albergo per incontrarlo e offrirsi come paciere tra lui e il figlio. Il tour de force non è finito. Il 4 luglio si legge sul diario: «17 Tiziano Renzi ufficio». Due giorni dopo sulla mail di Dagostino giunge l'ultima versione della fattura 202 della Eventi 6, documento in cui, ricordano le Fiamme gialle, «l'imponibile aumenta di 40.000 euro» rispetto alle prime versioni. Lo stesso giorno Dagostino sollecita Rotondaro per il pagamento. Il 14 luglio, Dagostino e Renzi senior raggiungono un autosalone nei pressi di Milano per acquistare un furgone che serve a Tiziano. Per gli investigatori seguono «appuntamenti in Milano prima con dottor Scalise della Trussardi e poi con Rotondaro». Il 20 luglio quest'ultimo informa di aver ordinato il pagamento delle fatture con questo imprimatur: «Le ho verificate e le approvo». Il 24 luglio una funzionaria della banca dove ha il conto la Eventi 6 avverte la segretaria di Dagostino dell'arrivo del bonifico della Tramor. Il 29 luglio e il 6 agosto l'immobiliarista incontra nuovamente Tiziano. Dall'appunto non è chiaro se l'outlet The Castle, a pochi chilometri da Rignano sull'Arno, sia l'argomento del giorno o il luogo dell'abboccamento. Il 26 agosto a un summit partecipa anche Laura Bovoli e l'argomento è la Party srl (oggi chiusa), la società di eventi che i genitori dell'allora premier hanno costituito da pochi mesi con Dagostino. Nel pomeriggio del 10 settembre si svolge un altro colloquio interessante: ai tavolini dell'hotel Boscolo di Roma i due inseparabili imprenditori prendono un aperitivo con Nicola Latorre, noto esponente del Pd pugliese: in passato è stato molto legato a Massimo D'Alema, prima di essere folgorato dal Renzi premier («È decisivo per ridefinire in profondità il sistema politico» dichiarò) e successivamente trombato dall'ex Rottamatore. Nell'agenda, il 19 novembre 2015, è appuntato un altro incontro con il parlamentare in piazza Eustachio a Roma. Nell'occasione, ad accompagnare Tiziano c'è anche il genero Andrea Conticini, suo stretto collaboratore. Il 12 settembre alle 10.30 Tiziano e Laura arrivano a Savelletri (una frazione di Fasano) e alle 21 Dagostino li porta a cena «da Tuccino a Polignano a mare». I buongustai sanno che è il ristorante di pesce più famoso della Puglia, amatissimo dal solito D'Alema e dal suo entourage. Alle 12 Dagostino annota un incontro con «Pagliarulo+procuratore della Repubblica di Bari dottor Bottazzi+Tiziano Renzi». Bottazzi è un magistrato della Procura generale del capoluogo pugliese, una toga, raccontano le cronache, non insensibile al fascino femminile. Il pranzo si svolge nell'incantevole cornice del ristorante pescheria Due mari. Il 16 settembre Tiziano raggiunge l'amico Luigi in ufficio per un «ritiro macchina». Evidentemente Renzi senior e Dagostino condividono la passione per le auto: nel 2016 l'imprenditore ha ceduto a Tiziano una Range rover sport diesel, il cui modello base costa intorno ai 70.000 euro. Dal 21 settembre al 5 novembre ci sono altri quattro incontri. L'ultimo ha come ordine del giorno «varie Rivoire», lo storico caffè davanti a Palazzo Vecchio in cui Dagostino è subentrato nel gennaio 2016. Per la riuscita della trattativa sono stati utilizzati i buoni uffici di Renzi senior? Il 26 novembre la Tramor, concludono i finanzieri, contabilizza la fattura da 170.800 euro, pagata a luglio come «anticipo a fornitore Eventi 6». Ma per gli inquirenti non è chiaro che cosa abbia fornito l'azienda dei Renzi.
13 ottobre 2025: il summit per la pace di Sharm El-Sheikh (Getty Images)
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In un mondo che ancora fatica a dare piena cittadinanza alla voce femminile, questa rivista è un atto di presenza, che ho fortemente voluto, con l’intenzione di restituire visibilità e valore alle donne che ogni giorno, in silenzio o sotto i riflettori, trasformano il mondo in cui vivono.
Quelle che fondano imprese e reinventano modelli economici, che fanno ricerca, innovano nelle professioni, guidano comunità e progetti sociali. Quelle che mettono la competenza al servizio dell’impegno civile, che difendono i loro diritti, che si fanno portavoce di una nuova idea di leadership: inclusiva, empatica, concreta. Non a caso in questo numero è stato dato largo spazio al premio Donna d’autore, promosso dall’A.i.d.e. (Associazione indipendente donne europee) e in modo particolare alla sua entusiasta presidente Anna Silvia Angelini, perché le premiate rappresentano in maniera evidente i modelli di Valore Donna, dove ogni pagina è una finestra aperta su storie di talento, coraggio e visione. Non ho voluto costruire solo un racconto di unicità, ma anche restituire la normalità della grandezza femminile: donne che riescono, che sbagliano, che ricominciano, che costruiscono futuro. La loro forza non è un’eccezione, ma una presenza quotidiana che Valore Donna vuole portare alla luce, con impegno, rispetto e franchezza. Questo progetto editoriale inoltre ha nel suo dna un’idea di qualità come responsabilità: nella scrittura, nelle immagini, nella scelta dei temi. Ogni contributo è frutto di una ricerca attenta, di un linguaggio curato e di una sensibilità che si sforza di vedere il mondo con occhi diversi. Dando spazio a voci nuove, a imprenditrici, giornaliste, intellettuali, professioniste, donne della politica, giovani, donne che operano nel terzo settore, donne che collaborano, si sostengono e che raccontano la realtà contemporanea senza filtri, con l’autenticità di chi la vive pienamente. Perché solo rinnovando lo sguardo si può cambiare la prospettiva. Valore Donna vuole essere una rivista che lascia un’impronta nel panorama editoriale del Paese, un luogo d’incontro tra generazioni, esperienze e linguaggi. Non un manifesto ideologico, ma un laboratorio vivo, dove la libertà di pensiero e la sensibilità estetica si intrecciano. Nel racconto di queste pagine c’è l’orgoglio delle donne che sognano e nello stesso tempo si impegnano non per rivendicare uno spazio, ma per abitarlo con la pienezza di chi sa di meritarlo. Perché il futuro si scrive soprattutto con le loro voci.
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