2025-10-26
«Avvenire» predica più tasse sulla casa. Ma Tajani fa da scudo: «Una norma iniqua»
L’organo cattolico appoggia il ritocco della cedolare sugli affitti. Eppure anche la Chiesa riserva diversi immobili ai vacanzieri.Alla vigilia dell’avvio dell’esame parlamentare della legge di Bilancio, si intensifica il dibattito sugli affitti brevi. Sul tema ha preso posizione anche Avvenire schierandosi a favore dell’aumento della tassazione per le prime abitazioni locate ad uso turistico, dal 21 al 26%. La tesi portata avanti dal quotidiano della Cei è che le case vacanza stravolgono il mercato immobiliare sottraendo appartamenti per gli affitti tradizionali. Sarebbero quindi i responsabili numero uno della crisi degli alloggi. A fare le pulci ad Avvenire è stato il presidente della Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, che in un post su X dice: «Il giornale della Cei dopo aver celebrato l’occupazione illegale di un immobile di Roma, pubblica un editoriale a favore dell’aumento delle tasse sui proprietari che danno la prima casa in affitto breve, contro la rendita immobiliare e quei terribili proprietari che tolgono le case ai residenti». Spaziani Testa conclude con una punta di ironia: «Naturalmente si riferisce anche a questi immobili che da domani saranno conseguentemente tutti messi a disposizione delle famiglie» e indica il link della piattaforma ospitalitareligiosa.it dove gli istituti religiosi offrono gli alloggi per ferie. Si tratta di un portale che non ha niente da invidiare a Airbnb o a Booking, dove, si legge, sono offerti «soggiorni per gruppi, singoli e famiglie nelle strutture religiose e laiche, senza commissioni, senza intermediazione e con contatto diretto (scritto in maiuscolo e in rosso per evidenziarlo) con i gestori delle strutture: conventi, monasteri, eremi, santuari, case religiose e parrocchiali, foresterie, case per ferie, alberghi, campeggi, ostelli, case alpine, B&b, case scout, studentati, terreni per tende».Spaziani Testa quindi si chiede: se le case vacanza rappresentano un problema per la disponibilità degli alloggi per i residenti, in molte città, a maggior ragione il tema si dovrebbe porre per l’ingente patrimonio immobiliare degli istituti religiosi destinati a case per ferie.Il fenomeno è particolarmente visibile a Roma dove queste residenze sono entrate in concorrenza con il mercato delle case vacanza, rappresentato soprattutto da singoli cittadini che spesso si servono del secondo appartamento, nella maggiora parte dei casi ereditato, per arrotondare le entrate economiche con affitti sicuri, al riparo da situazioni di morosità. Ed è su questo punto che il presidente di Confedilizia, Spaziani Testa, insiste in modo particolare. «Invece di penalizzare gli affitti brevi andrebbero premiati quelli a lungo termine». Come? Cominciando a risolvere il problema del rientro in possesso del bene, quando l’inquilino non paga, una vera e propria piaga del settore. Questo è un tema che ieri è stato riproposto dall’associazione agli Stati generali della casa promossi da Forza Italia a Torino durante i quali il partito si è confrontato e ha raccolto le sollecitazioni delle categorie del settore immobiliare. Ed in questa occasione il leader di Forza Italia, nonché vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha ribadito che il partito «è contrario all’aumento della cedolare secca sugli affitti brevi», annunciando: «Siamo già al lavoro per modificare quel testo e arrivare assolutamente a cancellare una norma che ci sembra assolutamente iniqua». La norma «è stata già corretta rispetto alla proposta iniziale ma non è sufficiente, anche perché poi non è che porti grandi vantaggi alle casse dello Stato, quindi la cambieremo. Rimaniamo con la legge attuale». A Roma, la città che forse ha la maggiore densità di affitti ad uso turistico, questa nuova misura interesserebbe 38.240 alloggi, secondo i dati più recenti di Airbnb. L’associazione nazionale stima che su una casa media da 25.000 euro di incasso annuo, l’aumento della cedolare è di 1.300 euro, con la pressione fiscale che passerebbe dal 46 al 52%. Il rischio nero, per sfuggire alle maggiori imposte, è reale. Va ricordato che la norma in manovra prevede che la cedolare secca resti al 21% se il proprietario non fa ricorso per la locazione, a intermediari o a piattaforme online. Questa è un situazione che interessa circa il 10% della platea. Il fai-da-te e il passaparola, non garantiscono un flusso di ospiti costante e quindi la redditività del bene, anche a fronte della concorrenza, come dicevamo prima, degli alloggi offerti dagli istituti religiosi. Enrico Puccini, dell’Osservatorio Casa Roma, ha fatto una valutazione di cosa significa gestire una casa vacanza: «Oggi chi fa locazione turistica paga il 26%, il 14% alle piattaforme, e se ne ha più di una e non lo fa direttamente, un altro 30% a società di gestione. Quindi il 70% dei guadagni va via così, e ogni due anni devi fare lavori per sopperire ai danni da parte dei turisti». Questo significa che i contratti di lungo termine sarebbero più vantaggiosi se non ci fosse la spada di Damocle delle morosità e della difficoltà a rientrare in possesso del bene.
Romano Prodi e Mario Draghi (Ansa)
Chicco Testa (Imagoeconomica)