2022-09-23
Matteo Salvini: «Autonomia, fisco, caro bollette. Il programma dei primi 100 giorni»
Il segretario leghista: «È finita la stagione dei tecnici, sempre organici alla sinistra. Con gli alleati siamo uniti ma chi ci vota sa che per noi lo scostamento di bilancio non è tabù. Militari in Ucraina? Ci penserei 1.000 volte».«Cinque anni insieme per cambiare l’Italia». Matteo Salvini ci crede, sa che questa è la partita della vita e per affrontarla nel modo giusto ha percorso migliaia di chilometri lungo la penisola senza due palle al piede: l’ideologia e il bus elettrico. A due giorni dal voto tira le somme con noi, detta le priorità, rassicura sul ruolo internazionale dell’Italia, demolisce le utopie green, chiede aiuti concreti contro il caro bollette, smussa gli spigoli con gli alleati e dice agli italiani che «la stagione dei tecnici è finita». Forse torna il primato della politica, di sicuro tornano a contare gli elettori. È stata una campagna elettorale breve e confusa. Riassumendo, quali sono i tre punti forti della Lega di governo?«Prima di tutto, provvedimenti urgenti contro il caro energia. Nei primi 100 giorni ci occuperemo di Quota 41 per cancellare l’odiosa legge Fornero, ripresenteremo i decreti Sicurezza, realizzeremo la pace fiscale, inizieremo a mettere mano alla riforma fiscale e mi riferisco al rafforzamento ed estensione della flat tax. Fra i primi provvedimenti ci dovrà essere anche la concessione dell’autonomia alle regioni che l’hanno chiesta per rendere più competitivi i territori e modernizzare il Paese».È pronto a supportare un eventuale governo Meloni ed è sempre convinto di tornare al Viminale?«Il mio ruolo verrà deciso dagli italiani, sarei onorato di poter guidare il Paese. Agli alleati chiedo solo di poter governare insieme cinque anni, ma non c’è nemmeno bisogno di domandarlo. Con Giorgia e Silvio il rapporto è solido, ma chi sceglie la Lega spinge chiaramente su alcuni punti come lo stop al caro bollette, l’autonomia regionale, la rottamazione delle cartelle esattoriali per salvare almeno 15 milioni di italiani che hanno avuto problemi col fisco (pur essendo in buonafede) e ora non possono essere massacrati». Con Giorgia Meloni è nata una forte dialettica sul tema dello scostamento di bilancio: non proprio un dettaglio. Non teme possa riprodursi una volta al governo?«Sono fermamente convinto che mettere 30 miliardi oggi sia necessario per non spenderne tre volte tanti domani tra disoccupazione, cassa integrazione e drammatico impoverimento del Paese. L’emergenza bollette è un dramma nazionale e onestamente non capisco perché non si intervenga subito. Confartigianato teme che 880.000 imprese artigiane possano chiudere. Sono previsioni drammatiche, non è più tempo di attendere».Che caratteristiche si aspetta dal nuovo inquilino del Mef? Alcuni titolari del governo Draghi conserveranno il posto?«Sono convinto sia finita la stagione dei tecnici, che peraltro troppo spesso sono organici al Pd. Il centrodestra ha donne e uomini all’altezza, ma tutto dipenderà dal voto degli italiani». Quali saranno le priorità del Paese in questo autunno di passione?«Energia e lavoro. Non vorrei che il Pd stesse frenando gli interventi contro il caro bollette per lasciare al centrodestra un Paese in macerie e aizzare le piazze in autunno». Dopo le ultime mosse aggressive di Vladimir Putin è sempre contrario alle sanzioni alla Russia?«Alt. La Lega ha votato tutti i provvedimenti a sostegno dell’Ucraina e per sanzionare la Russia. Chiedo, però, che l’Europa intervenga per tutelare famiglie e imprese italiane che subiscono le conseguenze delle sanzioni, come successo durante la crisi covid».Se Putin mandasse i riservisti in Ucraina e Washington chiedesse all’Europa di inviare soldati sul terreno a contrastarlo, il governo di centrodestra che posizione terrebbe?«Noi continueremo a sostenere in tutte le maniere l’Ucraina come stiamo facendo dall’inizio del conflitto (con aiuti di ogni tipo, anche militari). Ma prima di parlare anche di un solo soldato italiano in un teatro di guerra ci penserei non una ma mille volte».In futuro, a guerra finita, lei ipotizza che l’Italia possa tornare ad approvvigionarsi di gas dalla Russia? «Vorrei un’Italia il più possibile indipendente, e quindi va imboccata subito la strada che porta al nucleare sicuro e pulito. Subiamo scelte sbagliate decise dai governi del Pd. Nel 2010 le importazioni di gas dalla Russia erano il 19%, nel 2017 erano schizzate al 33%. Mai più dipendenza da Paesi stranieri, dalla Russia come dalla Cina». La sinistra rispolvera ogni giorno sotto forme diverse lo spauracchio delle destre antidemocratiche. Cosa risponde a Enrico Letta?«Lui non ha idee e argomenti, dovrebbe scusarsi per il fango e gli insulti che ha rovesciato contro la Lega. Governiamo da decenni la maggioranza delle regioni e migliaia di comuni; Letta pensi piuttosto a quanto ha dichiarato Paolo Mieli: la base e una parte della classe dirigente dem è antioccidentale. I tanti candidati tolti dalle liste nell’ultima ora lo stanno a dimostrare».Mario Draghi in uscita le ha lanciato una polpetta avvelenata. Col senno del poi entrare nel governo è stata una scelta giusta?«Sì, perché era giusto raccogliere l’appello del presidente Mattarella in una fase drammatica e irripetibile per il Paese. Dopo i disastri di Pd e 5 stelle, sarebbe stato folle e pericoloso affidare in esclusiva i miliardi del Pnrr ad Azzolina, Toninelli, Conte, Di Maio, lo stesso Letta».Come giudica le manine americane impegnate a inquinare il voto? «Non voglio crederci, sarebbe gravissimo. Al massimo, penso che sia la sinistra americana a temere un governo di centrodestra in Italia. Ma con i disastri di Biden - mi riferisco alla fuga dall’Afghanistan e non solo - dovrebbero preoccuparsi di altro». I sondaggi davano la Lega di governo in discesa e il Movimento 5 stelle in ascesa, pur dopo i noti disastri. Che sensazioni ha sui numeri?«Non mi fido dei sondaggi, che peraltro hanno sempre sottostimato la Lega, e mi fido delle piazze: mi aspetto una nostra grande vittoria, il clima è positivo». Per controllare l’immigrazione pensa di riproporre i decreti Sicurezza esattamente come nel 2018?«I decreti Sicurezza avevano consentito di azzerare gli sbarchi e le morti in mare, peraltro a costo zero per lo Stato. Non c’è bisogno di inventarsi altro». Il referendum che lei ha proposto sulla transizione verde è un colpo d’ala rispetto all’ideologia di Greta, ma va contro le fascinazioni di Bruxelles. È una battaglia fattibile?«Assolutamente sì. Siamo pronti a chiedere il parere degli italiani sullo stop alla produzione di veicoli a benzina e diesel dal 2035 come vorrebbe la sinistra. La scelta radicale a favore dell’elettrico è una follia che farebbe felice solo la Cina, che inquina molto più dell’Europa e produce il 79% delle batterie, mentre la percentuale dell’Italia è zero. Sono in gioco milioni di posti di lavoro e il futuro industriale del Paese». Il tema giustizia rimane caldo, andrà posto in chiave garantista dal governo?«Certamente. L’argomento giustizia è uno dei pilastri del programma del centrodestra, riprenderemo i temi sollevati con i referendum».Una parola definitiva sul Reddito di cittadinanza che Giorgia Meloni vuole abolire.«Va mantenuto solo per chi non può effettivamente lavorare. Tagliando sprechi e abusi ricaveremmo i fondi per Quota 41 e per abbassare le tasse». Un governo di centrodestra avrebbe contro l’Europa e i media mainstream. Siete pronti alla trincea? «Sì, perché avremmo alle spalle una forza determinante: il sostegno del popolo italiano».