2025-02-20
Autocensura a sinistra. Cancellata la presentazione del volume contro Sala
Beppe Sala (Getty Images)
Il saggio-inchiesta scritto da Gianni Barbacetto del «Fatto» era in agenda alla Libreria delle donne, feudo dem. Ignoti i motivi dello stop. C’è chi assicura: «Favore al sindaco».Censurare un libro in libreria. Dai tempi del Dottor Zivago è un ossimoro ovunque, in Occidente. Ancora di più nella Libreria delle donne di Milano, che dal 1975 fa garrire la bandiera della libertà declinata al femminile. Quello a due passi dal Duomo è un luogo storico del femminismo italiano, in ottobre festeggerà i 50 anni di attività e di «resistenza civile» a favore dell’altra metà del cielo; lì si sono formate e si sono imposte - non solo a colpi di gonnellone a fiori - le idee (autocoscienza, emancipazione) che hanno contribuito a rendere moderno il mondo. Per questo stupisce che ieri sia stato improvvisamente cancellato un evento in calendario da tempo nell’ambito del ciclo di incontri «La città del desiderio»: la presentazione del libro Contro Milano, sottotitolo «Ascesa e caduta di un modello di città». Annullato, azzerato, sedie rimesse a posto.Il saggio edito da Paper First, con in copertina il volto di Giuseppe Sala che si trasfigura nelle guglie della cattedrale, è stato scritto dal giornalista del Fatto Quotidiano, Gianni Barbacetto, milanese doc, innamorato della propria città e molto critico (con un buon numero di ragioni) sulla gestione della cosiddetta «metropoli tascabile» da parte del vanity sindaco nella lunga stagione del Pd a palazzo Marino. L’appuntamento avrebbe dovuto tenersi alle 18 ma non se n’è fatto niente: l’autore ha ricevuto una mail nella quale gli veniva spiegato dalla libreria che «abbiamo dovuto rivedere la programmazione delle iniziative e dobbiamo rinviare la presentazione del suo libro».Alla richiesta di conoscere il motivo (anche perché non esistevano altri appuntamenti sovrapposti nella giornata di ieri), la risposta è stata così laconica da far sorgere il sospetto di un bavaglio a fiori: «Questioni organizzative interne che ci hanno portato a rivedere la programmazione». Con coda da rinvio per nevicata improvvisa: «Ci dispiace per il disagio e speriamo di poter fissare presto una nuova data». Il libro è un’inchiesta scomoda e documentata sulla Milano dall’Expo 2015 a oggi, che smonta pezzo per pezzo la narrazione epica della crescita travolgente della città delle meraviglie alla guida dello sceicco con i calzini arcobaleno. In queste settimane è in via di presentazione in numerose librerie milanesi, quindi fa rumore che proprio una delle roccheforti della sinistra libertaria lo abbia fatto uscire in tutta fretta dal retro dopo aver invitato l’autore e allestito l’evento. Il caso sta creando malumori fra le organizzatrici. Alcune socie storiche della libreria sono molto dispiaciute per la cancellazione e c’è il sospetto che si sia trattato di un gesto di autocensura di militanti vicine al Pd per non creare malumori al sindaco e ai suoi fedelissimi. Fra le voci c’è anche quella dell’autoconservazione: poiché la libreria sarebbe in affitto in locali del Comune gestiti da MM, meglio non rischiare contenziosi o, addirittura, sfratti.Il saggio di Barbacetto viene percepito dall’amministrazione Sala come I versi satanici di Salman Rushdie dagli ayatollah iraniani. Nel giugno scorso alcune sue ricostruzioni dell’inchiesta giudiziaria sui palazzi abusivi (da qui la richiesta del decreto Salva Milano ribattezzato Salva-Sala) sono diventate oggetto di querela con richiesta civile di danni ottenuta con delibera di giunta. Caso più unico che raro.Per far cogliere il clima e mostrare la cappa di pensiero unico che ammorba (almeno quanto lo smog) l’aria di Milano, nella prefazione l’autore racconta che tre case editrici hanno deciso di non stampare il libro. Nonostante questo, sulla sua pagina Facebook Barbacetto non si tuffa nella polemica sull’eventuale censura. «Per me solo dispiacere. Io ero fiero di essere stato chiamato in un luogo che ritengo storico per la libertà a Milano. Ho ricevuto una email che mi comunicava problemi organizzativi. Non ho capito quali».Fra i commenti al post che annuncia il misterioso annullamento spicca quello di Lucia Tozzi, studiosa di politiche urbane, autrice di un pamphlet al vetriolo sul modello Milano come «resa incondizionata al privato da parte del pubblico». Già dal titolo L’invenzione di Milano, culto della comunicazione e politiche urbane si intuisce un legittimo attacco al marketing urbanistico che sorregge la narrazione dei Sala boys. «Il problema è che in questa città così “desiderabile, attrattiva, faro della democrazia e della libertà” si debba avere realisticamente paura», scrive per offrire il suo punto di vista rispetto alla presentazione cancellata.Per poi aggiungere la sensazione che «se si dibatte apertamente si possa perdere tutto: contratti, lavori, spazi. E si possa anche essere denunciati per l’esercizio della critica, per avere danneggiato l’immagine di questo o quel personaggio o della città. Quando mi chiedono perché parliamo della peculiarità del Modello Milano mi riferisco soprattutto a questo. A Londra o a Parigi succedono cose tremende sul piano della gentrificazione o della rendita. Ma si può ancora prendere parola, insinuare dubbi, esprimere le idee».
Robert Kennedy Jr e Orazio Schillaci (Ansa)
Pierluigi Bersani e la t-shirt Frocia Italia