2024-02-02
Mantovano alla commissione Difesa: in aumento attacchi hacker filopalestinesi
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Alfredo Mantovano (Imagoeconomica)
Il sottosegretario riferisce sui numeri in crescita degli attacchi informatici contro l'Italia: «L'anno scorso i cyber attacchi nel nostro Paese hanno fatto registrare un incremento significativo rispetto al 2022: sono stati 1.411, una media di 117 al mese. Da un anno e mezzo a questa parte si registra una forte vitalità dei gruppi di filorussi, mentre dall'ottobre scorso sono aumentati anche gli attacchi di gruppi filopalestinesi». Dopo aver illustrato, una settimana fa, i contenuti del ddl sulla cybersecurity al termine del Consiglio dei ministri, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai Servizi Alfredo Mantovano è tornato più diffusamente sull'argomento parlando mercoledì scorso in audizione davanti alla commissione Difesa di Montecitorio.Anche in questa occasione, Mantovano ha insistito sul fatto che in Italia, a livello di Pubblica Amministrazione, manca ancora una cultura della prevenzione del crimine informatico, e ciò deriva da una sensibilità blanda rispetto ai gravi rischi che questo comporta. Il sottosegretario ha potuto in quest'occasione soffermarsi sui numeri in crescita degli attacchi informatici contro l'Italia: «L'anno scorso i cyber attacchi nel nostro Paese - ha riferito - hanno fatto registrare un incremento significativo rispetto al 2022: sono stati 1.411, una media di 117 al mese. Da un anno e mezzo a questa parte - ha aggiunto - si registra una forte vitalità dei gruppi di filorussi, mentre dall'ottobre scorso sono aumentati anche gli attacchi di gruppi filopalestinesi». Entrando nel dettaglio delle tipologie di attacco, il sottosegretario ha spiegato che destano grande allarme gli attacchi di tipo “ransomware” (richiesta di riscatto per togliere un virus o una limitazione) e gli attacchi alle strutture sanitarie, anche in termini di sottrazione di dati. “Mi soffermo sulla necessità - ha detto Mantovano - di coinvolgere gli amministratori e anche i funzionari della pubblica amministrazione sul fatto che la cybersecurity è un elemento fondamentale. Spesso di questo non c'è ancora consapevolezza, che invece deve esserci anche ai fini del bilancio e della programmazione degli enti. La cybersecurity è una questione di sicurezza nazionale e forse è ancora più importante negli enti locali che spesso sono la 'porticina' dalla quale gli hacker si infilano". «È la legge – ha aggiunto - a prevedere l'istituzione di una struttura ad hoc per la tutela cyber, tante amministrazioni già ce l'hanno, e spero non ci sia bisogno di un commissario».Non a caso, il ddl appena approvato (che però dovrà compiere il proprio iter in Parlamento) obbliga le strutture dei comuni anche di medie dimensioni a dotarsi di difese informatiche, ma questo, ammette Mantovano, si scontra anche con problemi di organico a livello centrale: «L'Agenzia nazionale per la cybersicurezza, a pieno regime, conterà circa 800 persone, oggi sono circa 200, ma riscontriamo difficoltà nel reperire personale tecnico. Queste professionalità non si improvvisano e dunque è necessario ripensare anche una parte della formazione per arrivare ad avere un maggior numero di queste figure altamente specializzate«. Per quanto riguarda le risorse, «l'investimento fatto è un investimento importante, è necessario convincersi che attendere significa spendere di più dopo».Il ddl sulla sicurezza informatica prevede, tra le altre cose, l'obbligo per i comuni con popolazione superiore ai 100.000 abitanti, per le Asl e per i capoluoghi di Regione. di dotarsi di sistemi di sicurezza informatica, nonché di comunicare immediatamente ad ACN l'attacco. Per chi non ottempererà all'obbligo, ci sarà la prima volta un semplice richiamo e la seconda una multa compresa tra i 25.000 e i 125.000 euro.
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Carlotta Vagnoli (Getty Images)