2022-06-25
«Ho fatto da volontario per Pfizer: son quasi morto, m’hanno cancellato»
Nel riquadro Augusto Roux (Ansa)
Parla, Augusto Roux, un avvocato argentino che ha subito gravi danni dopo essersi offerto per la sperimentazione: «Ho avuto pericardite e problemi epatici, ma la multinazionale nega tutto e ha modificato le cartelle».Si è rovinato la salute partecipando come volontario ai trial di Pfizer nell’estate del 2020. Augusto Roux, 37 anni, avvocato penalista di Buenos Aires, dopo aver contratto una pericardite post vaccino ha ancora grossi problemi epatici per una risposta immunitaria esagerata del suo organismo al farmaco anti Covid. Dopo due anni e dopo aver perso 14 chili in quattro mesi perché non riusciva più a mangiare, non solo la sua condizione non è riconosciuta, ma gli hanno alterato le cartelle cliniche facendolo sparire dalle sperimentazioni. Una testimonianza da brividi, che getta nuove ombre sulle modalità con cui sono stati testati i vaccini anti Covid e che rende ancora più inquietante la recente richiesta di Ugur Sahin, amministratore delegato e cofondatore della Biontech, l’azienda tedesca produttrice con Pfizer del vaccino a mRna. Ovvero di poter accelerare gli studi sul nuovo vaccino senza l’obbligo di fare ulteriori studi clinici.Perché decise di offrirsi come volontario?«La quarantena fu durissima, però dovevo lavorare e nello stesso tempo ero preoccupato per mia madre che soffriva di un grave enfisema polmonare. Ero andato a stare con i miei, per dare loro una mano in quel periodo di forzato isolamento e il rischio di contagiarli era altissimo. Pfizer e Biontech il 10 luglio 2020 annunciarono che l’Argentina era stata selezionata come una delle sedi per realizzare la fase 2b/3 del vaccino con tecnologia mRna. Presi parte alle sperimentazioni che iniziarono in agosto».Aveva problemi di salute?«Nessuno, e comunque mi fecero un’infinità di analisi. Il 21 agosto ricevetti la prima dose nell’ospedale militare di Buenos Aires, dove Pfizer aveva preso in affitto diversi locali. Ero il numero 12312982 nello studio C4591001. Ovviamente, non sapevo se ricevevo vaccino o placebo».Ebbe problemi? «Nausea, malessere generale. Avevamo il numero diretto di una responsabile di Pfizer, mi disse di stare tranquillo, che era normale».Eravate in molti volontari?«Ogni giorno almeno 250 persone entravano a farsi iniettare medicamento attivo o farmacologicamente inerte. In tutto, 4.501 pazienti hanno partecipato agli studi argentini».La seconda dose?«Mi fu data in anticipo, senza rispettare gli almeno 21 giorni di intervallo previsti dal protocollo. Appena arrivato a casa cominciai a sentirmi male. Febbre a 39, mi mancava il respiro, non riuscivo ad alzarmi dal letto. In bagno mi accorsi che l’urina era scurissima, poi svenni».Era sempre dai suoi?«No, mentre partecipavo ai trial non volevo creare loro problemi di salute».Chiamò il suo medico, andò al pronto soccorso?«Non si poteva. Le ambulanze erano solo per i malati gravi e io non avevo la forza di uscire di casa. Non ero monitorato, nessuno venne a visitarmi. Il terzo giorno la situazione precipitò, ricoverato d’urgenza, mi diagnosticarono una forte infiammazione del pericardio. Venni dimesso perché il rischio di infettarsi era altissimo e io ero risultato negativo al Covid». Che cosa scrissero sulla sua cartella clinica?«Alta probabilità di reazione avversa al vaccino anti Covid».Però lei non sapeva se aveva ricevuto il farmaco o il placebo?«Infatti. Qualcuno passò questa informazione, violando il protocollo».Pfizer che cosa le disse?«Nulla. Non rispose alle mie chiamate. Un medico del gruppo di sperimentazione mi disse che quella stessa notte venne ricoverato un altro volontario, e che era morto».Che cosa decise di fare?«Intanto mi feci fare privatamente esami epatici e venne fuori che avevo valori completamente sballati, problema che non fu evidenziato in ospedale. Per molto tempo fu impossibile tenere cibo nello stomaco. La pericardite passò dopo quattro mesi di febbre e tachicardia».Segnalò la sua reazione avversa all’Anmat, l’agenzia regolatoria argentina?«Chiesi anche la mia cartella di volontario nei trial Pfizer. Impiegarono un anno prima di darmela. Ebbi la conferma che mi avevano iniettato vaccino, tutte due le volte, ma nella documentazione venne scritto che ero risultato positivo al Covid e che per questo ero stato tolto dal programma. Non era vero, la cartella clinica dell’ospedale che conservo parla chiaro, ero negativo al test e avevo la avuto pericardite. Scomparve tutto, ogni correlazione con il vaccino. Ma c’è di peggio».Che altro?«Inserirono nel mio fascicolo che presentavo problemi psicologici. A fare la diagnosi fu Fernando Polack, un pediatra direttore scientifico della Fundación Infant e principale sperimentatore dello studio Pfizer in Argentina. Polack, tra l’altro, fu l’autore principale dello studio pubblicato sul New England Journal of Medicine del 31 dicembre 2020 dal titolo “Sicurezza ed efficacia del vaccino Bnt 162b2 mRNA Covid-19”».Immagino che avrà tutti i documenti, che provano quanto afferma. «Centinaia di pagine, sono un uomo di legge. Denunciai le irregolarità al dipartimento di giustizia degli Stati Uniti, inviai la documentazione all’Fda, all’Ema. Non ho mai avuto risposta. Nemmeno i miei eventi avversi, segnalati al Vaers, sono entrati nel sistema. Di me si parla come del paciente desaparecido, scomparso».La sicurezza a lungo termine dell’mRna Bnt162b2 è attualmente sconosciuta, i dati vengono raccolti nello studio C4591001 fino a due anni successivi alla somministrazione della seconda dose. Però il ceo di Biontech vorrebbe fare a meno di trial per il nuovo vaccino. Che cosa ne pensa?«Se le sperimentazioni sono state condotte come nel mio caso, le ricerche cliniche servono a ben poco».
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