2020-04-04
Attaccano la sanità in prima linea, mentre Emiliano blocca gli aiuti
Visto che, nonostante sia stato lasciato solo dallo Stato, il sistema sanitario lombardo sta riuscendo ad arginare la peggiore emergenza che ci sia capitata dopo la seconda guerra mondiale, i partiti che compongono la maggioranza di governo si stanno dando da fare per smontarlo. Sì, avendo fallito nella lotta contro il virus, Pd e compagnia bella si preparano a far fallire anche la sanità che funziona. Gli attacchi concentrici di esponenti riconducibili al peggior governo degli ultimi anni non sono casuali, ma hanno un preciso obiettivo. In due soli giorni contro il governatore della Lombardia sono stati lanciati i missili del Partito (...)(...) democratico. Prima una lettera dei sindaci compagni di Nicola Zingaretti: capitanati da un Giorgio Gori che scalpita nel recinto di Bergamo e vorrebbe svincolarsi dalle cose locali per assumere un ruolo nazionale, in sette hanno bombardato il quartier generale del Pirellone, nascondendo gli appelli a non isolarsi che avevano lanciato nella settimana in cui il contagio ha raggiunto picchi da paura. Poi, dopo i capi giunta lombardi, è arrivato il vicesegretario dei democratici, Andrea Orlando, il quale in un'intervista alla Stampa ha annunciato che, superata la fase critica dell'emergenza, bisognerà rivedere le prerogative delle Regioni in materia sanitaria. Tradotto, significa che invece di attuare il decentramento, come prevede la Costituzione, lo si vuole impedire per tornare allo stato centralista. Che poi la riforma da cancellare porti la firma della sinistra che ora ne denuncia i difetti non sembra impensierire l'ex ministro della Giustizia, per il quale evidentemente la coerenza è un fattore secondario. A questa posizione si è allineato anche Vito Crimi, il capo pro tempore e autoreggente dei 5 stelle, che vorrebbe dare al ministero della Salute maggiori poteri. Il fatto che lo stesso dicastero non sia stato in grado di disporre l'acquisto di mascherine chirurgiche e dei guanti che avrebbero dovuto proteggere migliaia di medici e di infermieri, i quali proprio per la mancanza di dispositivi di protezione si sono ammalati, per il facente funzioni di Luigi Di Maio è naturalmente un dettaglio ininfluente. Né può far cambiare opinione la caotica gestione dell'emergenza, che nell'arco di un mese ha visto sfilare nell'ordine: prima un capo della Protezione civile, tal Angelo Borrelli, con pieni poteri ma senza il coraggio di decidere; poi un consulente speciale del ministro della salute come Walter Ricciardi, talmente speciale da aver detto il contrario di quello che diceva prima; quindi un commissario all'emergenza di nome Domenico Arcuri, che dai bassifondi della burocrazia ministeriale è emerso con mascherine tarocche che i medici hanno rimandato indietro perché inutili. Sì, visto che il servizio sanitario gestito dall'alto funziona a meraviglia, bisogna provvedere ad allineare agli standard più bassi anche quello delle Regioni dove invece l'assistenza ospedaliera è ritenuta un modello. «Con l'autonomia differenziata per il Nord sarebbe stato un disastro», si è giustificato Francesco Boccia, ministro piddino degli Affari regionali. Certo, se in Lombardia avessero potuto assumere medici e infermieri, creare ospedali senza che lo Stato intralciasse le operazioni e, soprattutto, avere a disposizione i miliardi che i governi del rigore e della sinistra dal 2011 a oggi hanno tagliato, le cose sarebbero andate meglio. Tuttavia è difficile che possano migliorare se il livello dell'assistenza venisse equiparato a quello del Sud. Ma ministri ed ex ministri che si agitano tanto contro la sanità regionale lombarda, perché non si preoccupano di ciò che sta accadendo in Puglia, dove ieri il governatore del Pd Michele Emiliano, manco fosse la Merkel, ha bloccato una fornitura di dispositivi di protezione regolarmente comperati dal Veneto? Non sapevamo che l'unità d'Italia fosse stata abolita e fossero state istituite le frontiere regionali. Sequestrando il carico, il califfo barese si è comportato più o meno come Erdogan, che da settimane trattiene le mascherine ordinate dall'Italia. È questa la sanità che piace ai vari Gori, Orlando, Boccia e compagnia? Beh, vi diciamo la verità. L'unica cosa che ci ha insegnato questa emergenza è proprio il contrario di ciò che sostengono Pd e 5 stelle. Il governo ha dimostrato inadeguatezza e incapacità, mentre le Regioni sono state l'unico vero baluardo contro l'epidemia. Non ci fossero stati i governatori a spingere perché il Paese fosse posto in quarantena e perché fossero aumentati i posti letto, magari anche ricorrendo a strutture come le fiere, oggi avremmo più morti e più danni. Viva dunque l'autonomia regionale, anche perché l'alternativa è uno Stato che nasconde la propria inefficienza dietro una mascherina.