2024-04-30
Astrazeneca confessa i danni e Londra risarcisce le vittime
La casa farmaceutica, che un anno fa negava con decisione, ammette in tribunale che il suo preparato contro il Covid può causare trombosi. Grazie alla manleva, paga lo Stato, che finora ha già rimborsato 163 cittadini.Non è la prima volta che, sul Covid e i suoi strascichi, novità dirompenti arrivano dal Regno Unito. Era successo con la stima dei disastri connessi alle restrizioni e ai lockdown, succede con gli effetti avversi dei vaccini. Ieri, il Telegraph ha riferito che, nell’ambito di un procedimento legale intentato dalle vittime, Astrazeneca ha riconosciuto che il suo prodotto contro il coronavirus «può provocare, in casi molto rari, trombosi con sindrome da trombocitopenia (Tts)». È un cambio di approccio storico, perché in una lettera risalente esattamente a un anno fa, l’azienda era stata perentoria: «Non ammettiamo, a livello generale, che la Tts sia causata dal vaccino».le manleve: paga lo statoL’alta corte britannica sta esaminando 51 denunce, presentate sia da soggetti che hanno subìto in prima persona effetti collaterali, sia dai familiari di individui deceduti in seguito alle somministrazioni di dosi del farmaco ad adenovirus. In ballo ci sono richieste di risarcimento per oltre 100 milioni di sterline (più di 117 milioni di euro). Certo, Astrazeneca sottolinea che «il meccanismo causale» che porta alla formazione di coaguli «non è noto». In più, prova ad aggrapparsi alle eventuali difficoltà nello stabilire il collegamento tra punture e trombi: «La Tts può capitare anche in assenza del vaccino Az (o di qualunque vaccino). Devono essere le prove raccolte dagli esperti a stabilire il nesso causale in un individuo». Comunque, la confessione della società anglosvedese - contenuta in un memoriale in cui tenta di difendersi dalle accuse di Jamie Scott, affetto da un danno cerebrale permanente - potrebbe spianare la strada al conferimento dei maxi rimborsi. Non è proprio una notizia felice per l’erario, visto che, ai sensi dei contratti di fornitura dei vaccini, lo Stato si è impegnato a coprire ogni spesa legale per i produttori dei medicinali anti Covid. È la stessa manleva concessa a Big pharma dall’Unione europea, che a dicembre 2022 mandò su tutte le furie il nostro ministro della Salute, Orazio Schillaci.La differenza tra Roma e Londra, semmai, è un’altra. Da noi, sugli indennizzi ai danneggiati, si cincischia. Addirittura, ci si incarta sulle minuzie burocratiche legate ai tabellari nazionali delle patologie post vaccino: come abbiamo scritto domenica, è in virtù di questi cavilli che verranno negati sostegni monetari, nonostante i medici legali abbiano certificato i danni da vaccino. Oltremanica, invece, è da un pezzo che stanno versando quanto dovuto a chi, per essersi fidato degli scienziati e delle autorità sanitarie, si è ritrovato gravemente infermo. Una richiesta di accesso agli atti, citata sempre dal Telegraph, ha svelato che, a febbraio 2024, il governo di Sua Maestà ha liquidato 163 richieste di risarcimento, 158 delle quali riferite al preparato di Astrazeneca - molto più usato dai britannici che sul continente. Esiste un’apposita cassa, il Vaccine damage payment scheme, dal quale le autorità attingono per corrispondere le somme.In Italia, a che punto siamo? Anche da noi, in teoria, è previsto un fondo per i danneggiati, al quale il governo Draghi aveva conferito 150 milioni di euro per gli anni 2022 e 2023. Prima di vincere le elezioni, Giorgia Meloni aveva proposto di far salire la dotazione finanziaria a 1 miliardo, ma non risulta siano state stanziate le risorse aggiuntive. Non vuole essere una giustificazione, ma a parziale discolpa del premier, va detto che la coperta è corta e i bonus edilizi a pioggia, un macigno che pesa sui nostri conti, non aiutano Palazzo Chigi a rispettare le promesse elettorali.Ciò che stupisce, però, è che ad oggi nemmeno gli avvocati delle vittime dei vaccini sappiano quanti italiani abbiano ricevuto un indennizzo. Il sospetto è che non siano stati molti; di sicuro, sono meno dei cittadini inglesi, altrettanto sfortunati ma almeno non beffati due volte.gli insulti di speranzaQuale fosse la musica qui, d’altronde, s’era già capito dall’atteggiamento di Roberto Speranza: l’ex titolare del dicastero, dopo aver snobbato i danneggiati, li aveva persino accusati di andare a «fare casino» alle presentazioni del suo libro, istigati e pagati dalla trasmissione Fuori dal coro. La stampa continua a bollare i malcapitati come «no vax»: bizzarro, visto che, se hanno avuto effetti collaterali, dovevano per forza essersi vaccinati. L’esecutivo di centrodestra ha garantito che avrebbe acceso i riflettori su di loro. Ospite proprio di Mario Giordano, il presidente del Consiglio ha promesso che il governo sarebbe «andato fino in fondo», mentre Schillaci, alla Verità, ha ricordato di aver incontrato una rappresentanza delle vittime e ha segnalato che esiste una «commissione specifica all’interno del ministero, che verrà potenziata in modo da andare a verificare puntualmente quanto accaduto con i vaccini Covid». La volontà politica è tangibile; occorre trasformarla in azioni concrete. Non è giusto che, a parità di disgrazie, a stare meglio sia sempre il paziente inglese.
Matteo Salvini (Imagoeconomica)
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