2020-03-10
Assist di Malagò a Spadafora per fermare il campionato di calcio
Giovanni Malagò e Vincenzo Spadafora (Ansa)
Il Coni riunisce le federazioni e chiede al governo un nuovo provvedimento per superare le porte chiuse e sospendere la Serie A. Incerti gli scenari futuri: si va dal recupero a maggio alla cancellazione del titolo. Il calcio italiano, insieme a tutti gli altri sport, è a un passo dallo stop. Ieri pomeriggio il Coni, all'unanimità, al termine di una riunione convocata dal presidente Giovanni Malagò e alla quale hanno partecipato i rappresentanti delle federazioni degli sport di squadra, ha deciso che «sono sospese tutte le attività sportive ad ogni livello fino al 3 aprile 2020; per ottemperare al punto sopra descritto, viene richiesto al governo di emanare un apposito decreto della presidenza del Consiglio dei ministri che possa superare quello attuale in corso di validità». Il Coni ha deciso anche «di chiedere alle Regioni, pur nel rispetto dell'autonomia costituzionale, di uniformare le singole ordinanze ai decreti della presidenza del Consiglio».In sostanza il Coni esprime il suo parere ma passa la palla al governo: il Dpcm sull'emergenza coronavirus attualmente in vigore, infatti, firmato dal premier Giuseppe Conte lo scorso 8 marzo, prevedeva la possibilità che le partite fossero disputate a porte chiuse. Dopo le reiterate richieste di fermare tutto da parte del ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, è facile prevedere che il governo predisporrà in fretta il decreto richiesto dal Coni, oppure modificherà quello in vigore. «Il presidente Malagò», recita il comunicato, «è stato delegato da tutti di informare oggi stesso (ieri, ndr) il presidente del Consiglio dei ministri e il ministro per le Politiche giovanili e lo Sport sulle risultanze dell'incontro».Proprio Spadafora, in questi ultimi giorni, ha fatto di tutto per fermare il calcio. Una posizione curiosamente non allineata a quella che era stata la decisione del premier Conte, che invece aveva deciso di far proseguire i campionati a porte chiuse. Spadafora ha esternato in diverse occasioni, chiedendo lo stop al calcio, ricevendo una serie di risposte all'insegna del «noi rispettiamo la legge», da parte della Lega di Serie A e di Sky. Spadafora infatti aveva anche attaccato la pay tv, alla quale aveva imputato di non aver voluto trasmettere le partite di Serie A in chiaro. Ieri mattina, prima della decisione del Coni, si è riunito in sessione straordinaria il Consiglio direttivo della Lega nazionale dilettanti, che ha deliberato di sospendere tutte le attività fino al prossimo 3 aprile. «Come consiglio direttivo della Lnd», ha dichiarato il presidente, Cosimo Sibilia, «abbiamo ritenuto che non bastasse fermarsi alle prescrizioni contenute nel Dpcm approvato l'8 marzo ma che bisognasse adottare una decisione coerente con il momento che il paese sta vivendo». Una posizione diversa quindi da quella del Coni, che invece ha comunque lasciato al governo l'ultima parola sul destino dei campionati di calcio professionistici. I segnali di una impossibilità di andare avanti si erano moltiplicati nelle ultime ore. Con un messaggio in diretta Facebook, ieri mattina, Massimo Secondo, presidente della Pro Vercelli - club che milita in Serie C - ha annunciato la decisione di fermare la squadra alla luce dell'aggravarsi dell'emergenza coronavirus. «La Pro Vercelli», ha detto Secondo, «finisce gli allenamenti e non giocherà le partite ufficiali e le amichevoli fino al termine di questa emergenza. Spero che il Consiglio federale nella giornata di domani (oggi, ndr) assuma la decisione di interrompere i campionati professionistici e dare le indicazioni di fermare gli allenamenti collettivi. È pericoloso e da irresponsabili continuare in questa maniera. Non mi sento», ha aggiunto Secondo, «di mettere a rischio di contagio i giocatori e di conseguenza i loro famigliari e amici». Sempre ieri due giocatori del Cosenza (Mirko Buccini e Tommaso D'Orazio) si sono rifiutati di salire sull'aereo per la trasferta a Verona, in casa del Chievo, valida per la Serie B. La scelta dei calciatori, legata all'emergenza coronavirus, ha provocato il disappunto della società che, in una nota, ha fatto sapere che «si riserva di assumere nei riguardi di predetti tesserati ogni più opportuna iniziativa».In Europa regna la confusione: stasera in Champions League, si giocano Valencia-Atalanta (a porte chiuse) e Lipsia-Tottenham (a porte aperte), partite di ritorno degli ottavi di Champions. Domani a Parigi è in programma Psg-Borussia Dortmund (a porte chiuse), mentre Liverpool-Atletico Madrid si giocherà a porte aperte. In Francia la Ligue 1 ha deciso di giocare a porte chiuse, o comunque con non più di 1.000 spettatori, fino al 15 aprile. Torniamo alla Serie A: cosa succederà adesso? Si potrebbe chiedere alla Uefa di far slittare l'Europeo, che inizia il 12 giugno, per avere il tempo di recuperare le partite che salteranno: prospettiva molto difficile da realizzare. Altra possibilità è quella di contingentare le giornate rimanenti, giocando ogni due giorni dal momento in cui si riterrà non più pericoloso. Entrambe queste ipotesi sono basate sul presupposto di un rapido miglioramento della situazione sanitaria. Terza via: annullare il campionato, cristallizzando le classifiche al momento della sospensione. A quel punto, varrebbero i piazzamenti per l'accesso alle coppe europee del prossimo anno, ma non retrocessioni e promozioni, e non sarebbe assegnato il titolo.
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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