2018-11-14
«Assegni giù del 34%», non è l’unica bufala che gira su quota 100
Chi anticipa il ritiro incasserà per più tempo: il taglio massimo sarà dell'8%. Pure Tito Boeri dà i numeri sui «danni dello spread». Un lavoratore di 62 anni che scegliesse di andare in pensione con quota 100 - e quindi con 38 anni di contribuzione - si vedrebbe calcolare l'assegno in parte con il sistema retributivo e in parte con il sistema contributivo.Quanto costerà andare in pensione con quota 100? A diffondere preoccupazione tra i potenziali interessati è stata, lunedì, la stima dell'Upb, l'Ufficio parlamentare di bilancio, secondo il quale chi optasse per la quiescenza con quota 100 potrebbe subire una riduzione dell'assegno lordo tra il 5%, nel caso in cui l'anticipo rispetto alla prima uscita utile con la legge Fornero fosse di un anno, e il 30%, in caso di anticipo di oltre quattro anni, con picchi del 34%. Le cifre sono state diffuse dal presidente di Upb Giuseppe Pisauro, che nel corso di un'audizione sulla manovra ha precisato anche che la platea potenziale per il 2019 sarebbe di «437.000 contribuenti attivi».Numeri che hanno scatenato una ridda di polemiche, ma che vanno interpretati correttamente. Prima di tutto, chi dovesse andare in pensione prima, a meno di non passare immediatamente a miglior vita, percepirebbe l'assegno per più tempo. Sembra un'ovvietà e infatti, come ha specificato lo stesso Upb, «in caso di anticipazione la rata pensionistica, di ammontare più basso, verrebbe erogata per un maggior numero di anni rispetto all'uscita con le regole Fornero». E per questo motivo, se si effettua una simulazione che tenga conto dell'effettiva durata della prestazione pensionistica, calcolata in base all'aspettativa di vita, la decurtazione dell'assegno rispetto a quanto previsto dalla legge Fornero passerebbe da un minimo dello 0,22% per chi decidesse di andare in pensione un anno prima a un massimo dell'8% per chi anticipasse di quattro anni. Non solo. Un lavoratore di 62 anni che scegliesse di andare in pensione con quota 100 - e quindi con 38 anni di contribuzione - si vedrebbe calcolare l'assegno in parte con il sistema retributivo, quindi sulla base di una media degli ultimi stipendi, e in parte con il sistema contributivo, quindi sulla base dei versamenti realmente effettuati alla cassa di previdenza. Quest'ultima tranche viene calcolata su due componenti: il montante dei contributi e un coefficiente di trasformazione che è tanto più alto quanto più sale l'età in cui si lascia il lavoro. Questo però è già previsto dalla legge vigente, quindi si verifica a prescindere dall'introduzione di «quota 100».C'è poi la questione dei contributi figurativi, cioè quelli accreditati al lavoratore, senza oneri, per i periodi in cui non ha prestato attività lavorativa, o ha percepito retribuzioni ridotte, o ancora ha ricevuto un'indennità a carico della cassa previdenziale: non è ancora chiaro, in assenza di un testo di legge, se e in che misura verranno calcolati ai fini della quota 100. A quanto risulta alla Verità, il ministero del Lavoro ha richiesto al dicastero dell'Economia di effettuare alcune proiezioni sul computo dei contributi figurativi ai fini della pensione anticipata, in modo da poter dare ai lavoratori interessati una stima precisa. Al momento non si conoscono infatti i dettagli del pacchetto previdenza del governo, che saranno definiti da due disegni di legge collegati alla manovra. Sul fronte delle risorse, Pisauro ha stimato che, se tutti gli interessati da quota 100 uscissero contemporaneamente, la maggior spesa lorda per le casse dell'Inps sarebbe di «13 miliardi», quindi ben al di sopra dei 7 miliardi previsti dal governo nella manovra. Anche per il presidente dell'Inps, Tito Boeri, il conteggio del governo che stima una spesa simile per il 2019 e il 2020 (6,7 miliardi il primo anno e 7 il secondo) «non esiste». Per Boeri la spesa del primo anno, considerate anche le finestre che ritardano le uscite, sarà nettamente inferiore a quello dell'anno successivo: «Sarebbe meglio tenersi il Rei, è l'ipotesi con il costo più basso», ha commentato. Le stime del capo dell'Inps, però, non tengono conto del fatto che presumibilmente le adesioni saranno di molto inferiori al 100%. Boeri ha poi obiettato che «l'aumento dello spread ha già danneggiato le pensioni future», sia per quanto riguarda i fondi pensione, che avrebbero già subito le conseguenze sugli investimenti in titoli di Stato, sia per l'«effetto depressivo» sull'economia, perché sulle pensioni pubbliche la parte contributiva viene rivalutata di anno in anno in base all'andamento del Pil: un'osservazione generica e che apre la strada a nuove polemiche, perché non tiene conto delle stime future, ma solo della situazione attuale.A rassicurare i potenziali pensionati ci ha pensato il ministro dell'Interno Matteo Salvini, secondo cui «non ci saranno penalizzazioni su quota 100 per le pensioni. Chi vuole ha il diritto di recuperare la propria vita, i propri contributi, la propria pensione. Chi riterrà di rimanere potrà rimanere. Calcoliamo», ha spiegato inoltre il vicepremier, «che non tutti andranno istantaneamente in pensione, anche perché, ad esempio, nel pubblico impiego dovremo studiare degli scaglioni, altrimenti rischierebbero di bloccarsi alcuni settori». E in ogni caso la scelta di andare o meno in pensione con quota 100 spetterà sempre al singolo lavoratore, che prima di decidere potrà fare i suoi calcoli. Lo ha ricordato la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, secondo la quale l'uscita anticipata «è una possibilità per i lavoratori, non un obbligo. Ognuno farà le sue scelte».