2023-05-24
Asse destra-Ppe socialisti ko. C’è un po’ di vita pure a Bruxelles
Manfred Weber (getty images)
Il voto congiunto di conservatori (Ecr) e popolari con l’aiuto del gruppo di Emmanuel Macron ha fermato l’irrealistica proposta dei socialisti di ripristinare le zone naturali sul 20% della terra. Con la stessa compattezza perché non modificare le regole di spesa del Pnrr?La Commissione Ue su input dei socialisti ha proposto una legge per imporre ai vari governi il ripristino di zone naturali in almeno il 20% della superficie terrestre e marina entro il 2030 e l’estensione a tutti gli habitat che necessitano di recupero entro il 2050. Come al solito la dicitura della confezione inganna. Chi non vuole salvare i pesci, le api e la biodiversità? Il problema è come si vuole raggiungere tali obiettivi. Un esempio su tutti. Un articolo della proposta prevede, rispetto ai fiumi, che bisognerà avere 25.000 chilometri a libero scorrimento entro il 2030, rimuovendo tutti gli ostacoli, compreso le dighe. Per le foreste l’idea invece sarebbe quella di imporre una maggior quantità di legno morto a terra, per migliorare la biodiversità e la capacità rigenerativa delle foreste. Infine, c’è l’articolo 9, che è quello che maggiormente interessa il mondo agricolo, e qui si cita un vago «ripristino degli ecosistemi agricoli» per migliorare la biodiversità. Inutile dire che tale estremismo verde rientra nel più ampio pacchetto del Green new deal, ideato e messo a terra sempre dalla maggioranza socialista. Per fortuna però stavolta la notizia è un’altra. Ieri, in sede di commissione Agricoltura dell’Europarlamento, la proposta è stata bocciata. In prima seduta 29 voti contro 15 e due astenuti. E in seconda seduta con ben 30 voti contro 16. Per la prima volta il gruppo di centrodestra Ecr e il Ppe (guidato dal tedesco Manfred Weber) hanno votato compatti contro i socialisti. Ai primi due si è aggiunta anche Renew Europe, il gruppo di Emmanuel Macron. La relatrice del Ppe Anne Sander ha commentato: «Forse adesso la Commissione ascolterà le istanze che portiamo avanti da mesi». Sul fronte Italia Sergio Berlato, deputato di Fdi, ha aggiunto: «La Commissione Ue sta cercando di far approvare il maggior numero di provvedimenti verdi possibile, senza nessuna considerazione per il tessuto produttivo». Per poi concludere: «L’ambientalismo ha questa idea del re-wildering o di ritorno alla natura, in cui l’uomo è un problema e va eliminato e la natura deve fare da sola. Da questo punto di vista, l’opposizione totale alla costruzione di de-gassificatori, al dragaggio dei fiumi, alla pulizia dei boschi, agli aiuti agli allevatori che mantengono il territorio montano è sintomatico». Al di là della soddisfazione evidente del centrodestra di aver per il momento detto no alla legge per il ripristino della natura selvaggia, il dato che emerge è che se si lavora sugli equilibri tra Ppe ed Ecr qualcosa può cambiare. La sfida è enorme e complessa ma l’alternativa è ancora più rischiosa. Avere un’altra tornata a maggioranza socialista. La nostra non è una considerazione di partigianeria politica ma di ripristino della democrazia. È difficile conservare gli equilibri e garantire il corretto dibattito se l’arbitro che presiede Bruxelles non solo non è imparziale, ma addirittura gioca in campo con una delle due squadre. Basti prendere l’esempio del Pnrr. Ricapitoliamo quanto è accaduto due giorni fa. Il ministro con delega al Recovery, Raffaele Fitto, parla a un convegno. Viene avvicinato da un giornalista de La Stampa. L’indomani il quotidiano pubblica una intervista e al ministro viene attribuita una frase secondo cui gli investimenti del Pnrr sulle infrastrutture sarebbero da smantellare. Fitto smentisce. Ma gli altri giornali riprendono l’articolo e il Pd cavalca la cosa. Fino a sera quando anche la portavoce della Commissione Ue interviene sul tema spiegando che l’Italia è in ritardo almeno sulla relazione contente eventuali modifiche del Pnrr. Quindi la terza rata è ferma. A quel punto escono altri retroscena secondo i quali probabilmente salterà pure la quarta rata. Il gioco è sempre lo stesso. Alzare la palla dall’Italia e schiacciare a Bruxelles. Ieri Fitto è tornato sul tema annunciando cabina di regia per la prossima settimana, incontri bilaterali con le Regioni per rivedere singoli progetti territoriali e riscrittura di parti di Piano entro agosto. È chiaro però che si tratta di una impresa ardua se chi è in campagna elettorale in vista delle europee del 2024 è la stessa persona che regola le manovelle dei fondi e valuta le tipologie di investimenti. La portavoce della Commissione sempre commentando il tema della terza rata del Pnrr italiano ha specificato che ogni modifica dovrà rappresentare un miglioramento o almeno un intervento di pari qualità. Senza specificare che diavolo significhi. Un cambio di calcio no, un campo di padel invece sì. Oppure tablet per le scuole sì e una strada di montagna no. Sono esempi a caso. Ma la soggettività non è ammissibile e quindi l’insegnamento che arriva dalla Commissione Agricoltura dell’Europarlamento è prezioso a da tenere come faro. La maggioranza nata tra socialisti e democristiani può modificarsi. È una strada sottile che vale però la pena percorrere. Anche per la messa in discussione del Pnrr. Certo non direttamente e non dichiaratamente (perché sappiamo che è stato approvato dal nostro Parlamento), ma di sponda è un esercizio diplomaticamente accettabile. Come? Negoziando su altre partite e usando la leva Ppe-Ecr. L’unica scelta di Palazzo Chigi che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non potrà criticare o ostacolare. Qui non c’è Manzoni che tenga.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.