2024-12-08
Aspettando il Natale nelle vie di Cracovia fra mercatini, castelli e vodka
Luci, addobbi, regali e primi fiocchi di neve: la magia dell’Avvento a dicembre nell’ex capitale polacca.Non esiste periodo migliore di dicembre per visitare Cracovia. Con luci, addobbi e alberi di Natale che decorano le vie, insieme a vetrine e bancarelle allestite a tema, l’ex capitale polacca dà il meglio di sé. Si carica di atmosfera e magia, a partire dall’immensa Rynek Glówny, la Piazza del Mercato nel cuore della Città Vecchia, in polacco Stare Miasto. Di pianta quadrata, con ogni lato che misura 200 metri, è la piazza medievale più grande d’Europa: misura ben 40mila metri quadrati. Oltre alle dimensioni da primato, colpisce perché sembra l’ambientazione di una favola. Torri, cupole, edifici gotici, barocchi e rinascimentali la costellano. Palazzi colorati e negozietti tipici la dipingono. Carrozze bianche e cavalli che sembrano usciti dal libro di Cenerentola l’attraversano. Al centro si trovano la Torre del Municipio e il Mercato Coperto (o Mercato dei Tessuti), in polacco Sukiennice, i cui portici sono affollati di bancarelle con in vendita vetri, ceramiche, gingilli in ambra e presepi mignon. Di fronte, la Basilica gotica di Santa Maria, con le sue due torri asimmetriche e, all’interno, il tesoro più prezioso di Cracovia: la pala d’altare lignea, scolpita in stile gotico nel 1489. Dalla torre più alta di Santa Maria, allo scoccare di ogni ora, viene suonato l’Hejnal, squillo di tromba protagonista di tante leggende e tantissime locandine. Impagabile ascoltarselo in uno dei locali e ristoranti che si affacciano sulla piazza. Sono tanti e alcuni spiccano per tradizione e bontà. È il caso della Cracow Handmade Chocolate (chocolate.krakow.pl), regno di cioccolate e praline di tutti i tipi e le qualità. Sono vere delizie e sono servite niente meno che da elfi e Babbo Natale in persona. È il caso anche del ristorante Wierzynek: per una cena con vista sulla piazza e menù della tradizione è l’indirizzo giusto (www.wierzynek.pl). Dal 1364 conquista con ambiente caldo e piatti polacchi doc, come zuppe, pierogi (simili ai nostri ravioli) farciti di funghi e formaggi e golabki (involtini di verza ripieni di carne).Altrimenti c’è il grande Mercatino di Natale. Invade e illumina la Piazza del Mercato non solo a colpi di bancarelle colme di palle decorate a mano, ghirlande rosse, argento e oro, angioletti in feltro e babbini di legno. Ma anche con odori e profumi di cibi, bevande e specialità enogastronomiche. Anche qui zuppe calde di verdure e carni, ravioli farciti, formaggi (soprattutto di capra) e cioccolata vanno per la maggiore, oltre agli autentici bagel: la ricetta è un’antica invenzione degli ebrei di Cracovia e per questo sono un imperativo. Da provare accompagnati da simil vin brulé o vodka, che da queste parti si beve in un sorso solo seguito da un sottaceto. Sullo sfondo della Stare Miasto, la Città Vecchia, svetta la collina del Wawel, cittadella fortificata su cui si levano il Castello Reale - dove è possibile ammirare i Tesori della Corona - e l’imponente Cattedrale gotica dedicata ai Santi Venceslao e Stanislao, che racchiude la cappella funeraria del re Sigismondo I, gioiello d’arte italiana in Polonia. Prima di diventare Papa Giovanni Paolo II, Karol Wojtyla venne ordinato sacerdote, diventò vescovo e poi arcivescovo di questa Cattedrale. Dall’alto delle sue torri campanarie, oltre le sponde del fiume Vistola, si scorge il Kazimierz. Centro di vita della Cracovia ebraica prima della deportazione, conserva ancora il suo splendore nelle sinagoghe, ora alternate a locali di tendenza, birrerie e visite d’interesse storico, come la Fabbrica di Oscar Schindler (www.mhk.pl). A mezz’ora di auto dal centro, Cracovia non smette di sorprendere, con la miniera di sale di Wieliczka (www.wieliczka-saltmine.com). Nota come la «Cattedrale di sale sotterranea della Polonia», è tra i luoghi più visitati del Paese e dal 1978 è patrimonio UNESCO. Questa miniera, effettivamente incredibile, si trova nella cittadina di Wieliczka, da cui prende il nome, e regala una visita che è un’avventura nel sottosuolo alla scoperta di un mondo segreto modellato nel salgemma. Impressionante per dimensioni e quantità di tesori, si estende nel sottosuolo per 245 chilometri e raccoglie circa 3mila grotte e 2mila camere. Ogni ambiente nasce dall’estrazione dei blocchi di sale ed è abbellito con arredi, statue, opere d'arte. Ci sono persino cappelle e una cattedrale. È da vedere. È unico al mondo. Info: Ente del turismo polacco, www.polonia.travel/it.
La maxi operazione nella favela di Rio de Janeiro. Nel riquadro, Gaetano Trivelli (Ansa)
Nicolas Maduro e Hugo Chavez nel 2012. Maduro è stato ministro degli Esteri dal 2006 al 2013 (Ansa)
Un disegno che ricostruisce i 16 mulini in serie del sito industriale di Barbegal, nel Sud della Francia (Getty Images)
Situato a circa 8 km a nord di Arelate (odierna Arles), il sito archeologico di Barbegal ha riportato alla luce una fabbrica per la macinazione del grano che, secondo gli studiosi, era in grado di servire una popolazione di circa 25.000 persone. Ma la vera meraviglia è la tecnica applicata allo stabilimento, dove le macine erano mosse da 16 mulini ad acqua in serie. Il sito di Barbegal, costruito si ritiene attorno al 2° secolo dC, si trova ai piedi di una collina rocciosa piuttosto ripida, con un gradiente del 30% circa. Le grandi ruote erano disposte all’esterno degli edifici di fabbrica centrali, 8 per lato. Erano alimentate da due acquedotti che convergevano in un canale la cui portata era regolata da chiuse che permettevano di controllare il flusso idraulico.
Gli studi sui resti degli edifici, i cui muri perimetrali sono oggi ben visibili, hanno stabilito che l’impianto ha funzionato per almeno un secolo. La datazione è stata resa possibile dall’analisi dei resti delle ruote e dei canali di legno che portavano l’acqua alle pale. Anche questi ultimi erano stati perfettamente studiati, con la possibilità di regolarne l’inclinazione per ottimizzare la forza idraulica sulle ruote. La fabbrica era lunga 61 metri e larga 20, con una scala di passaggio tra un mulino e l’altro che la attraversava nel mezzo. Secondo le ipotesi a cui gli archeologi sono giunti studiando i resti dei mulini, il complesso di Barbegal avrebbe funzionato ciclicamente, con un’interruzione tra la fine dell’estate e l’autunno. Il fatto che questo periodo coincidesse con le partenze delle navi mercantili, ha fatto ritenere possibile che la produzione dei 16 mulini fosse dedicata alle derrate alimentari per i naviganti, che in quel periodo rifornivano le navi con scorte di pane a lunga conservazione per affrontare i lunghi mesi della navigazione commerciale.
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Viktor Orbán durante la visita a Roma dove ha incontrato Giorgia Meloni (Ansa)