2021-12-11
Arrivano i dati, cresce l’ottimismo. La variante Omicron fa meno paura
Descritta come l’Apocalisse, l’ultima mutazione sembra invece produrre effetti lievi. Per molti medici potrebbe addirittura essere «benigna» e dare inizio alla pacifica convivenza del virus con l’uomoDescritta inizialmente con toni apocalittici, la variante Omicron si sta rivelano sicuramente meno patogena, forse non più trasmissibile della Delta e, secondo più di qualche esperto, in fase di «adattamento all’uomo», tanto da poter «segnare la fine della pandemia». La realtà è che non ci sono ancora dati conclusivi sulla variante isolata in Sudafrica un mese fa e che in due settimane è stata identificata in una sessantina di Paesi, Italia compresa. A creare l’allarme, infondato, vista la carenza di dati, ma in grado di fare crollare le principali borse mondiali, è stata la scoperta di una cinquantina di mutazioni che hanno fatto bollare la variante come «preoccupante» dall’Organizzazione mondiale della sanità. Omicron ha 38 mutazioni sulla proteina Spike che comprendono tutte quelle che, «nelle varianti precedenti a questa, sono correlate a immunoevasività e maggior contagiosità», ha spiegato fin da subito il virologo Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). «Ha anche altre 23 mutazioni in altri punti del genoma, alcune importanti perché legate a geni che regolano la replicazione del virus». Tanto è bastato per chiamare in causa l’efficacia dei vaccini, con i commenti inizialmente pessimisti - ma non per il business - da parte di Moderna, che prevedeva un aggiornamento, e quelli più rassicuranti di Pfizer-Biontech di una ridotta, ma ancora efficace capacità del prodotto di contrastare la variante, dopo la seconda e meglio con la terza dose. Inutili i tentativi di richiamare l’attenzione sulla necessità di avere dati più certi per pronunciarsi, come suggerito da Carlo Signorelli, epidemiologo del San Raffaele, da Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia dell’ospedale Sacco di Milano o da Francesco Vaia, direttore dell’Istituto Spallanzani di Roma, unico centro in Italia ad avere un contatto diretto con quello di riferimento sudafricano. Omicron «non ha affatto una maggiore patogenicità, anzi: la malattia è assolutamente medio-lieve», ha detto da subito Vaia osservando, con molta cautela, in base a quanto appreso da fonti dirette, che «potrebbe essere una variante benigna». Finora, i pochi studi disponibili dicono che Omicron sembra essere associata a sintomi più lievi, con meno ricoveri in terapia intensiva e per tempi più brevi, come visto anche nei primi pazienti in Italia. Secondo i dati del National institute for communicable diseases sudafricano, nella provincia di Gauteng e nel distretto di Tshwane (epicentro dell’ondata di Omicron) i pazienti ricoverati con Covid, ventilati o in terapia intensiva, sono il 50-70% in meno di quelli con la variante Delta. Inoltre, la degenza è più breve. I medici sudafricani notano reinfezioni in vaccinati, ma con sintomi lievi. Il campione è diverso da quello europeo - non solo per l’età media più bassa e una minore percentuale di vaccinati, ma due piccoli studi, uno svedese e l’altro tedesco, ne confermano uno sudafricano. Gli anticorpi di persone con due dosi del vaccino Pfizer sono meno efficaci contro Omicron, mentre rispondono meglio quelli di chi ha ricevuto una dose dopo una precedente infezione. Una possibile spiegazione di tale comportamento arriva dai ricercatori del Massachusetts. Come osserva Matteo Bassetti, infettivologo del Policlinico San Martino di Genova, «la nuova variante che ha terrorizzato forse ingiustamente il mondo, ha acquisito un “pezzetto” del virus del raffreddore comune» e per questo «darebbe quadri clinici più lievi, rispetto alla Delta, molto simili al raffreddore». Se i dati fossero confermati, secondo l’infettivologo, significherebbe che il «Covid si sta spontaneamente indebolendo perdendo la sua forza iniziale di causare malattie gravi» per diventare simile a un raffreddore. Tutte le mutazioni che della proteina Spike «ci dicono che questo virus sta compiendo i primi passi per un vero adattamento sull’uomo» anche per Massimo Ciccozzi, epidemiologo della facoltà di Medicina del Campus biomedico di Roma. In base a uno studio che sta pubblicando, «questa variante ha una maggiore stabilità nella proteina Spike. Questo», osserva Ciccozzi, «ci dice che infetta meglio della Delta, è più contagiosa, ma non aumenta la letalità. Una evoluzione che si innesca quando un virus deve adattarsi all’uomo, come accaduto per il raffreddore, la strategia è di essere più contagioso ma meno letale. Quindi è chiaro che la vaccinazione non ci protegge dal contagio ma dai sintomi della malattia». Secondo l’epidemiologo Donato Greco, componente del Comitato tecnico scientifico (Cts), visti «i casi sporadici» in Italia, la variante Omicron «non sembra più trasmissibile, come si era pensato all’inizio». In ogni caso, anche «se la nuova variante si confermasse davvero più trasmissibile, ma meno aggressiva, potrebbe essere l’adattamento di Sars-CoV-2 che aspettavamo», prospetta Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia (Siv-Isv). «Omicron potrebbe anche segnare la fine della paura pandemica», l’inizio di una relazione pacifica tra uomo e coronavirus.
Francesco Nicodemo (Imagoeconomica)
(Ansa)
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