2020-09-11
Arriva un’altra mazzata alla natalità. Previste 30.000 culle vuote in più
L'allarme dal rapporto Coop: nel 2021 scenderemo sotto la soglia dei 400.000 nati. Complice la pandemia, il 36% dei giovani rinuncerà a fare un figlio. Oltre un terzo delle famiglie si prepara ad avere problemi economici.Con il Covid-19 l'Italia arriverà al 2021 con circa 30.000 nascite in meno, portando la media complessiva al di sotto della soglia psicologica dei 400.000 nati. A mostrare un dato tanto preoccupante è il rapporto Coop 2020, secondo cui la pandemia in corso ha costretto un'importante fetta della popolazione a rimandare l'idea di avere un figlio. Come spiega lo studio, a rinunciare all'idea pianificata di avere un figlio a causa dell'emergenza sanitaria è il 36% dei nostri giovani (tra i 18 e i 34 anni) a fronte ad esempio di un 17% dei francesi e addirittura di un 14% dei tedeschi. Sebbene, dunque, l'Italia si mostrasse già tra i Paesi in cui la natalità era ai minimi storici, ora il coronavirus ci ha messo lo zampino strappando all'economia italiana 30.000 bocche che consumano, le stesse che un domani avrebbero lavorato facendo la loro parte all'interno del sistema previdenziale, già da tempo in difficoltà. D'altronde, sull'altare del Covid si sono volatilizzati 12.500 miliardi di dollari di Pil mondiale in un anno, secondo il rapporto Coop 2020, con 170 Paesi che subiranno una contrazione del Pil procapite quest'anno (per l'Italia le ultime previsioni si attestano a un -9,5% ma potrebbero peggiorare), e solo nel 2023 (per i più pessimisti nel 2025) il nostro Paese ritornerà ai livelli precedenti la pandemia, peraltro a loro volta lontani dagli standard antecedenti.Secondo lo studio, però, la situazione è certamente difficile, ma non disastrosa. Nel nostro Paese «solo» il 5% delle famiglie fino ad ora afferenti alla classe media prevede di scivolare nelle classi più basse nei prossimi anni: un dato comunque drammatico, ma inferiore a quel 12% che ha subito analoga sorte durante la crisi economica globale del 2006/2008. D'altro canto il 38% pensa di dover far fronte nel 2021 a seri problemi economici e tra questi il 60% teme di dover intaccare i propri risparmi o di essere costretto a chiedere un aiuto economico a governo, amici, parenti o banche. A farne le spese sono soprattutto le classi più fragili, i giovani, le donne, mentre c'è un 17% di italiani che prevede nel prossimo anno un miglioramento delle proprie condizioni economiche. A ogni modo, il Covid-19 ha trasformato, nostro malgrado, l'Italia nel Paese delle rinunce con l'arretramento del Pil pro capite ritornato ai livelli di metà anni Novanta e la spesa in viaggi trascinata indietro di 45 anni, ai livelli del 1975. Senza considerare i consumi fuori casa arretrati di tre decenni. Le disuguaglianze economiche viaggiano poi di pari passo con i disagi psichici e sociali a svantaggio delle fasce deboli: il numero di ragazzi iperconnessi per i quali è maggiore il rischio hikikomori (termine giapponese che indica coloro che hanno scelto di ritirarsi dalla vita sociale, spesso cercando livelli estremi di isolamento e confinamento) è cresciuto nei primi sei mesi dell'anno del 250% fino a toccare quota un milione.In più, sono aumentate del 119% le chiamate al numero antiviolenza di genere da marzo a giugno. Per curare le ferite ci vorrà tempo, spiega lo studio: un 36% dei dirigenti italiani si aspetta nei prossimi tre/cinque anni una società più rancorosa e violenta. Se non altro, la pandemia ha accelerato certi processi. In primis, ovviamente c'è lo smartworking (+770% rispetto a un anno fa), seguito dalla tendenza in aumento a fare la spesa al supermercato online (+132%).Secondo l'indagine, questa crescente digitalizzazione aiuterà anche la sfera professionale (con l'aumento degli eventi in remoto) e la pubblica amministrazione (servizi, sanità) con una crescita stimata di questo segmento di mercato di circa tre miliardi tra 2020 e 2021. A ogni modo ora la casa non è più solo il luogo dove si fa ritorno dopo la giornata lavorativa. Con la pandemia in corso, tra le mura domestiche piuttosto che altrove ci si nutre (il 41% prevede di ridurre la spesa prevista nel prossimo anno alla voce ristoranti), ci si diverte (il 44% la quota di chi nel 2021 ridurrà la spesa per intrattenimenti vari fuori casa), si incontrano amici e familiari (o a casa propria o a casa loro). E se dovessero mancare affetti ci si adopera per riempire il vuoto: 3,5 milioni di italiani durante il lockdown o subito dopo hanno acquistato un animale da compagnia e 4,3 milioni pensano di farlo prossimamente.La cucina torna dunque al centro della vita frenetica dei lavoratori. Complice il lockdown gli italiani hanno ripreso a cucinare, così l'acquisto di ingredienti base al supermercato è cresciuto del 28,5% a fronte della contrazione dei piatti pronti (-2,2%). Con questa tendenza è così cresciuto l'acquisto di robot da cucina (con un aumento dei volumi del 111% rispetto al 2019) e il 30% degli intervistati dalla Coop ritiene che in futuro starà ancora di più sui fornelli. Una persona su tre lo farà per «mangiare cose salutari», ma c'è anche un 16% che lo ritiene un modo per mettersi al riparo da possibili occasioni di contagio.«Siamo in una fase in cui si riducono i consumi per le difficoltà economiche di tante famiglie, ma anche per la preoccupazione sul futuro», dice Maura Latini, ad Coop Italia. «Ci preoccupa la polarizzazione sociale per l'ingiustizia che cresce e per i suoi effetti sui consumi evidenziata anche nel rapporto.
La Uss Gravely (DDG-107), una nave da guerra lanciamissili della Marina degli Stati Uniti, arrivata al porto di Port of Spain in Trinidad e Tobago (Getty Images)
Beppe Grillo. Nel riquadro, Lorenzo Borré (Ansa-Imagoeconomica)
(Guardia di Finanza)
Nei giorni scorsi, militari del Comando Provinciale della Guardia di finanza di Napoli, nell’ambito delle attività di controllo economico del territorio e di contrasto ai traffici illeciti, hanno sequestrato, a Lettere, 142 kg. di infiorescenze di cannabis già pronte per il confezionamento e la vendita, oltre a 5.750 piante in essicazione e 390 piante in avanzato stato di vegetazione e maturazione, per un peso complessivo di oltre 1.000 kg., nonché denunciato un soggetto incensurato per produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti.
In particolare, i finanzieri della Compagnia Castellammare di Stabia hanno individuato, sui Monti Lattari, un capannone strutturato su due livelli, convertito in laboratorio per la lavorazione di cannabis. Il manufatto era dotato di una rete di fili di ferro al soffitto, essiccatoi e macchinari di separazione. All’interno della serra sono state rinvenute le piante in vegetazione, incastonate tra fili di nylon per sostenerne la crescita e alimentate con un percorso di irrigazione rudimentale.
Dai riscontri delle Fiamme Gialle è emerso che la produzione era destinata al consumo di droghe per uso personale dato che, nel prodotto finito, risultavano già separate le infiorescenze dalla parte legnosa, pronte per il confezionamento in dosi.
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Donald Trump e il premier cambogiano Hun Manet al vertice di Kuala Lumpur (Getty Images)