2021-08-18
Arriva la minaccia della terza dose
Il foglio verde crea l'illusione del rischio zero per gli immunizzati, che però si infettano e contagiano. Così gli «esperti» ci propinano la nuova soluzione: un altro richiamo.Ogni tanto c'è chi mi chiede perché il green pass non mi vada giù. Che ti ha fatto di male, mi domandano. Non è qualche cosa che ti agevola, che ti consente di andare al ristorante, evitando la diffusione dei contagi? La risposta è no. Non contesto il green pass perché, come qualcuno potrebbe pensare, non ce l'ho e dunque non posso andare a cena la sera in un locale al chiuso. Lo critico perché dà un'idea sbagliata, diffonde un senso di sicurezza, di immunità al virus che non risponde al vero.Di quanto fossero abborracciate le prime disposizioni ne ho dato più volte conto. Mentre si imponeva il certificato vaccinale a chi pretendeva di consumare un pasto in trattoria, lo si riteneva inutile in una mensa o anche al buffet di un albergo. A forza di denunciare l'assurdità di simile norme, dal ministero della Salute finalmente sono arrivate le correzioni di rotta e il passaporto per sedersi a tavola è diventato una regola che vale per tutti, pizzerie e tavole calde aziendali. Rimane ancora da sistemare la disparità che riguarda i trasporti. Il green pass va infatti esibito se si sale su un treno ad alta velocità, ma non su un convoglio per pendolari o su un mezzo pubblico urbano. Vale a dire che nelle tratte meno affollate si può viaggiare avendo intorno persone che sono state vaccinate o si sono sottoposte a un tampone antigenico, mentre nei trasferimenti in cui i passeggeri sono pigiati come sardine nessuno si cura dei controlli. I passeggeri del Frecciarossa stanno a quelli dei treni per pendolari un po' come gli avventori dei ristoranti stanno a quelli delle mense: dei primi ci si cura, dei secondi no. Questioni forse di biglietti e di tariffe.Come capirete, già questo basta e avanza per criticare il green pass. Non perché io sia un fan dei No Vax, ma in quanto non sono né cieco né stupido e le scemenze le intendo e le vedo benissimo.Ciò detto, c'è un'altra ragione per cui diffido del certificato vaccinale ed è che per molte persone si tratta di un certificato di immunità che renderebbe invulnerabili al Covid, per lo meno questo è il messaggio che si è inteso far passare fra gli italiani, i quali sono convinti che se si è vaccinati non si rischia niente. In realtà, non è così e per rendersi conto dell'inganno basta dare un'occhiata ai numeri che vengono periodicamente diffusi dall'istituto superiore di sanità. Prendete per esempio le ospedalizzazioni. La maggior parte delle persone ricoverate nel periodo che va dal 2 luglio al primo agosto non era vaccinata. La maggior parte, appunto. Perché c'è una parte che non solo era vaccinata, ma aveva ricevuto entrambe le dosi e tra questi il 20% delle persone fra i 60 e i 79 anni e il 54% delle persone con più di 80 anni. Su 165 anziani ricoverati in terapia intensiva, 123 non erano vaccinati, 14 avevano ricevuto la prima dose e 28 entrambe le inoculazioni. Tanto per capirci, sugli ultra ottuagenari ricoverati, il 61% non era immunizzato, il 3% sì e il 35,5 con entrambe le dosi. Quanto ai decessi fra gli anziani sotto gli ottant'anni, il 7,8% era totalmente vaccinato. Sopra, il 32,2. Tutto ciò significa una sola cosa, e cioè che la doppia vaccinazione non copre totalmente le persone, perché di Covid ci si ammala anche se si è vaccinati e, purtroppo, si muore.Lo spiega bene Naftali Bennett, il premier israeliano che dal 13 giugno ha sostituito Benjamin Netanyahu alla guida di un governo di coalizione. In un tweet a Ferragosto ha scritto: «78 dei 79 israeliani morti la scorsa settimana non hanno eseguito tutte e tre le vaccinazioni richieste. In altre parole, il terzo vaccino non è un “lusso": salva davvero le vite». Illudere dunque gli italiani che il green pass con una sola vaccinazione basti a proteggersi dal contagio è una stupidaggine, così come far credere che due iniezioni (peraltro con tutte le deroghe di cui abbiamo parlato, tra cui quella che consente di salire sulla metropolitana senza alcun controllo) bastino a proteggerci dal virus. Ora siamo già alla terza dose, nuovo traguardo per sfuggire alla pandemia. Il mantra, che già ripetono gli esperti, è che non c'è due senza tre. Noi non siamo contro i vaccini, siamo contro i giochini. E purtroppo in questi due anni di giochi sulla pelle degli italiani ne abbiamo visti molti.
Foto Pluralia
La XVIII edizione del Forum Economico Eurasiatico di Verona si terrà il 30 e 31 ottobre 2025 al Çırağan Palace di Istanbul. Tema: «Nuova energia per nuove realtà economiche». Attesi relatori internazionali per rafforzare la cooperazione tra Europa ed Eurasia.
Il Forum Economico Eurasiatico di Verona si sposta quest’anno a Istanbul, dove il 30 e 31 ottobre 2025 si terrà la sua diciottesima edizione al Çırağan Palace. L’evento, promosso dall’Associazione Conoscere Eurasia in collaborazione con la Roscongress Foundation, avrà come tema Nuova energia per nuove realtà economiche e riunirà rappresentanti del mondo politico, economico e imprenditoriale da decine di Paesi.
Dopo quattordici edizioni a Verona e tre tappe internazionali — a Baku, Samarcanda e Ras al-Khaimah — il Forum prosegue il suo percorso itinerante, scegliendo la Turchia come nuova sede di confronto tra Europa e spazio eurasiatico. L’obiettivo è favorire il dialogo e le opportunità di business in un contesto geopolitico sempre più complesso, rafforzando la cooperazione tra Occidente e Grande Eurasia.
Tra le novità di questa edizione, un’area collettiva dedicata alle imprese, pensata come piattaforma di incontro tra aziende italiane, turche e russe. Lo spazio offrirà l’occasione di presentare progetti, valorizzare il made in Italy, il made in Turkey e il made in Russia, e creare nuove partnership strategiche.
La Turchia, ponte tra Est e Ovest
Con un PIL di circa 1.320 miliardi di dollari nel 2024 e una crescita stimata al +3,1% nel 2025, la Turchia è oggi la 17ª economia mondiale e membro del G20 e dell’OCSE. Il Paese ha acquisito un ruolo crescente nella sicurezza e nell’economia globale, anche grazie alla sua industria della difesa e alla posizione strategica nel Mar Nero.
I rapporti con l’Italia restano solidi: nel 2024 l’interscambio commerciale tra i due Paesi ha toccato 29,7 miliardi di euro, con un saldo positivo per l’Italia di oltre 5,5 miliardi. L’Italia è il quarto mercato di destinazione per l’export turco e il decimo mercato di sbocco per quello italiano, con oltre 430 imprese italiane già attive in Turchia.
Nove sessioni per raccontare la nuova economia globale
Il programma del Forum si aprirà con una sessione dedicata al ruolo della Turchia nell’economia mondiale e proseguirà con nove panel tematici: energia e sostenibilità, cambiamento globale, rilancio del manifatturiero, trasporti e logistica, turismo, finanza e innovazione digitale, produzione alimentare e crescita sostenibile.
I lavori si svolgeranno in italiano, inglese, russo e turco, con partecipazione gratuita previa registrazione su forumverona.com, dove sarà disponibile anche la diretta streaming. Il percorso di avvicinamento all’evento sarà raccontato dal magazine Pluralia.
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Matteo Del Fante, ad di Poste Italiane (Ansa)
«Non esiste al mondo un prodotto così diffuso e delle dimensioni del risparmio postale», ha dichiarato Matteo Del Fante, amministratore delegato di Poste Italiane, a margine dell’evento «Risparmio Postale: da 150 anni la forza che fa crescere l’Italia», a cui ha presenziato anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Come l’ha definito il Presidente della Repubblica, si tratta di un risparmio circolare: sono 27 milioni i risparmiatori postali», ha spiegato ai giornalisti Dario Scannapieco, amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti.