2023-12-05
«Sharia e jihad globali»: terroristi arrestati
Due pakistani di 20 e 22 anni fermati dalla Digos a Brescia. Sul Web propagandavano una «soluzione finale» contro l’Occidente Numerosi riferimenti a Hitler e al nazismo. Per l’Europa auspicavano «una guerra nucleare». Le donne? «Schiave per la casa».Due operai pakistani ,all’apparenza ben integrati, tramavano contro l’Occidente dalla città che li ha ospitati: Brescia.Frequentatori saltuari della moschea, si sarebbero radicalizzati sul web e avrebbero avviato una pesante azione di propaganda con una matrice che gli inquirenti definiscono «suprematista e neo nazista» e hanno filosofeggiato sulla «Jihad come soluzione finale del mondo Occidentale». Poi hanno esultato per l’attacco del 7 ottobre scorso contro Israele, pubblicando sui social contenuti che inneggiavano al martirio come estrema forma di lotta ed esaltando le attività del gruppo terroristico denominato Jihad islamica palestinese e della formazione Al Qassam, braccio armato di Hamas. Ieri mattina la Digos bresciana, coordinata dalla Procura antiterrorismo, li ha privati della libertà, come disposto dal gip Gaia Sorrentino. I due arrestati, uno dei quali è naturalizzato italiano, hanno 20 e 22 anni e sono accusati di aver diffuso contenuti jihadisti con finalità di proselitismo. Un’azione che non è sfuggita all’intelligence, che ha subito avviato un costante monitoraggio dei due. La rete si è subito allargata a una terza persona, che risulta indagata, e a un quarto giovane che ieri è stato perquisito.Maestri nell’uso dei social network, soprattutto Instagram, Twitter, TikTok e Youtube, hanno postato una valanga di scritti, video e fotografie «con tono celebrativo», si legge nei documenti giudiziari dell’inchiesta, «inneggianti allo Stato islamico nonché espressione di una convinta adesione alla strategia operativa violenta dei gruppi terroristici jihadisti attivi in Afghanistan e in Pakistan, nonché in Palestina». Ispirati dai leader religiosi, gli imam Anwar Al Awlaki e Abu Bakr al Baghdadi, avrebbero promosso «l’istituzione della sharia a livello universale, anche attraverso la strada del martirio». Inoltre, avrebbero manifestato pubblicamente «di accettare e promuovere la natura combattente e di conquista violenta, anche con l’uso delle armi», oltre che, scrivono i magistrati, «la propalazione di idee antisemite, neonaziste e razziste (scritti e immagini inneggianti a Hitler, al nazismo e ai campi di sterminio)». Per alcuni post in cui si affermava «Io sono quello che picchia l’ebreo» si sono beccati anche l’aggravante «della discriminazione e dell’odio razziale».Uno dei due, oltre a manifestare «odio» per gli ebrei d’impostazione «antisionista», si sarebbe anche professato «omofobo». Non solo: i due indagati avrebbero messo «in risalto la loro visione della donna di cui dicevano che “Non è peggio di un animale ma che è bene tenerla in casa come schiava”», ha spiegato il procuratore di Brescia Francesco Prete. E, infatti, nell’ordinanza di custodia cautelare sono contenuti messaggi di questo tipo: «Ultimamente sto notando un mio cambio di mentalità, tempo addietro non avrei ritenuto le donne superiori agli animali ma devo ricredermi, sarebbe bello avere una donna in casa come schiava solo per intrattenimento (non erotico). Dopo un po’ gli animali sono noiosi, le donne invece sono più sofisticate, sia dal punto di vista linguistico che intellettuale. Ed è per questo che dico “viva le donne”».Già dall’analisi dei loro social gli investigatori sono riusciti a ricavare dati particolarmente inquietanti. Uno dei due usava come immagine del profilo la foto di un guerriero cetnico (serbo di fede ortodossa e nazionalista, combattente durante la Seconda guerra mondiale per il ritorno della monarchia in una Jugoslavia a dominazione serba). «Oltre a esprimere repulsione per qualsivoglia forma di governo basata sulla democrazia», si legge nell’ordinanza di custodia cautelare, «ha manifestato un sentimento marcatamente antioccidentale e antiamericano, descrivendo gli Usa come una forza occupante e oppressiva e promuovendo in contrapposizione l’istituzione della sharia e della guerra santa». «Questi Kuffar (infedeli, ndr) se ne andranno. L’emirato verrà. Saremo martiri, ma l’Emirato sorgerà. Molto presto».Parole che non hanno lasciato spazio a interpretazioni. Soprattutto quando si è detto «pronto a sacrificare tutto pur di distruggere questa società (intesa come cultura occidentale, ndr)» e si è augurato «una guerra globale in Europa, anche nucleare». Anche l’altro indagato si è connotato subito per l’impronta antisionista: «Se qualcuno è attaccato dagli ebrei, questo è segno della sua virtù. Chi non è perseguitato dagli ebrei o chi è lodato da loro è inutile o pericoloso».Negli archivi del suo cellulare, hanno annotato gli investigatori, erano presenti anche «immagini di decapitazione e mutilazione di cadaveri». Una, in particolare, ritrae un uomo di colore, il cui volto è stato reso irriconoscibile con un effetto grafico, che viene sgozzato con un coltello. L’indagato conservava anche una foto del terrorista Samil Salmanovic Basaev, militante islamista e leader dell’insurrezione indipendentista antirussa in Cecenia. «Di notevole rilevanza», annota il gip, «è il contenuto di due immagini che alludono alle modalità di realizzazione di ordigni artigianali e che pongono la questione della progressiva radicalizzazione come missione del musulmano». Il messaggio che accompagnava la foto era questo: «Una persona su 12 è radicalizzata. La domanda è come radicalizzare gli altri undici?». Le ricerche online? «Come fare semplici sostanze esplosive con comuni ingredienti?».Ma l’aspetto più preoccupante il gip l’ha riassunto così: «Deve rilevarsi che la condotta degli indagati risulta particolarmente insidiosa, in quanto la divulgazione e la promozione di idee jihadiste si rivolgono anche e soprattutto a una platea di minorenni o di giovanissimi che utilizzano abitualmente le piattaforme». E proprio ai più giovani avrebbero rivolto post di questo tenore: «Presto, se Allah vuole, non ci saranno più ebrei nemmeno in Israele», oppure «Gli Hezbollah non fanno il loro dovere nella lotta contro Israele».È risultato «costante», annotano gli inquirenti, «il ricorso all’iconografia jihadista a fini propagandistici e apologetici diretti a promuovere la radicalizzazione religiosa». I due avrebbero condiviso continuamente video «enfatizzanti la figura di giovani mujahidin destinati al martirio dai quali traspare una vera e propria glorificazione di queste figure». Ma anche «sermoni di predicatori jihadisti, sitomatici», secondo chi indaga, «della volontà di condizionare il pubblico della rete in senso favorevole all’organizzazione terroristica attraverso il ricorso a fonti «autorevoli» quali imam fondamentalisti». E i like ai loro pericolosissimi post non sono mancati.
content.jwplatform.com
Scioperi a oltranza e lotta politica: dopo aver tubato con Conte e Draghi, il segretario della Cgil è più scatenato che mai.
Emmanuel Macron (Getty Images). Nel riquadro Virginie Joron
L'evento organizzato dal quotidiano La Verità per fare il punto sulle prospettive della transizione energetica. Sul palco con il direttore Maurizio Belpietro e il vicedirettore Giuliano Zulin, il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, il presidente di Ascopiave Nicola Cecconato, il direttore Ingegneria e realizzazione di Progetto Terna Maria Rosaria Guarniere, l'Head of Esg Stakeholders & Just Transition Enel Maria Cristina Papetti, il Group Head of Soutainability Business Integration Generali Leonardo Meoli, il Project Engineering Director Barilla Nicola Perizzolo, il Group Quality & Soutainability Director BF Spa Marzia Ravanelli, il direttore generale di Renexia Riccardo Toto e il presidente di Generalfinance, Boconi University Professor of Corporate Finance Maurizio Dallocchio.