Inseguito da un mandato di cattura internazionale, era in vacanza. Faceva parte del commando che eseguì l’attentato. Assurdamente attribuito a Mosca dalla stampa.
Inseguito da un mandato di cattura internazionale, era in vacanza. Faceva parte del commando che eseguì l’attentato. Assurdamente attribuito a Mosca dalla stampa.È stato arrestato ieri in Italia, a San Clemente, nell’entroterra di Misano Adriatico (Rimini), un cittadino ucraino identificato come Serhii K., 49 anni, ricercato dalla Procura federale tedesca in relazione al sabotaggio che il 26 settembre 2022 ha distrutto il gasdotto Nord Stream nelle acque del Mar Baltico. Lo ha annunciato la stessa Germania con un comunicato che riepiloga le accuse: «È fortemente sospettato di aver causato congiuntamente un’esplosione, di sabotaggio anticostituzionale e di aver distrutto edifici».I carabinieri di Misano hanno arrestato l’uomo agendo sulla base di una segnalazione arrivata tramite il sistema di registrazione delle presenze. Serhii K. era in vacanza con la famiglia sulla riviera romagnola, proveniva dalla Polonia e si era registrato in un hotel, anche se questa versione non è ancora quella ufficiale. Ieri il sospetto risultava trattenuto nella stazione di polizia di Riccione, in attesa che la Corte d’appello di Bologna decida sulla richiesta di estradizione da parte della Germania.Secondo gli inquirenti, sin dal 10 ottobre 2022 Serhii K. faceva parte del commando che ha collocato gli esplosivi sulle quattro tubazioni dei gasdotti gemelli Nord Stream 1 e Nord Stream 2 al largo dell’isola danese di Bornholm. Il ricercato, secondo la Procura federale, è uno degli organizzatori dell’attentato e con i suoi complici ha utilizzato una barca partita dal porto tedesco di Rostock, l’Andromeda (15 metri a vela), per recarsi sul luogo in cui sono state piazzate le cariche di esplosivo. Il piccolo yacht era stato noleggiato in Germania attraverso una agenzia di viaggi con sede in Polonia ma gestita da cittadini ucraini. Serhii K. è un ex capitano dell’esercito ucraino e avrebbe guidato un equipaggio composto da sei persone (due soldati e quattro sommozzatori civili), ucraini con documenti falsi. Le indagini tedesche non ebbero molta collaborazione da parte delle autorità polacche, secondo fonti dell’epoca. Nel 2024 la Germania aveva emesso un mandato di cattura europeo a carico di un soggetto denominato «Volodymyr Z.», segnalato in Polonia, ma Varsavia non agì con decisione né inserì il nominativo nel sistema Schengen. Dunque il sospetto è riuscito a rientrare in Ucraina, da dove non era estradabile. Ne nacque una polemica tra Berlino e Varsavia. Non sappiamo se il «Volodymyr Z.» già ricercato sia in realtà il Serhii K. Sin qui le indagini sui fatti. Poi ci sono le ipotesi sui mandanti: secondo la ricostruzione dei servizi segreti americani, rilanciate a suo tempo dal Wall Street Journal, il complotto fu elaborato da alti ufficiali dell’esercito ucraino e dei servizi segreti, sotto il comando di un generale delle forze speciali.Il piano, in codice «Operazione Diameter», fu supervisionato dall’allora comandante in capo dell’Ucraina, il generale Valeriy Zaluzhniy. Secondo le ricostruzioni, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sarebbe stato informato successivamente del piano e avrebbe ordinato a Zaluzhniy di interrompere la missione, su sollecitazione della Cia e di Joe Biden. Ma a quanto pare l’ordine di fermarsi non fu eseguito e il commando agì comunque, facendo saltare il gasdotto. Questa è una versione ufficiosa, mai confermata e che arriva dagli Stati Uniti.La distruzione del gasdotto arrivò mentre i prezzi del gas in Europa erano già in discesa, dopo il picco di agosto 2022 a oltre 300 euro a megawattora. Il Nord Stream 2 non era mai entrato in esercizio e il Nord Stream 1 era fermo già da qualche settimana, poiché Mosca aveva fermato i flussi come ritorsione alle sanzioni europee. Gli effetti dell’attentato sui prezzi e sui flussi fisici di gas furono nulli (anzi i prezzi crollarono nelle settimane dopo l’attentato), sicché il sabotaggio riveste un significato soprattutto simbolico. Se i fatti venissero confermati, si tratterebbe di un clamoroso caso di fuoco amico. La Germania, che sostiene l’Ucraina nella sua difesa dall’invasione russa, viene colpita nelle sue infrastrutture proprio dal Paese che sta aiutando con armi e denaro a profusione? Il sabotaggio è il frutto avvelenato delle strette relazioni tra Berlino e Mosca sull’energia. Una faccenda davvero imbarazzante, già emersa poco tempo dopo l’attentato, con il governo dell’allora cancelliere Olaf Scholz muto sulla questione. Che dire poi della frase di Joe Biden del 7 febbraio 2022, mesi prima dell’attentato, con Scholz presente: «Se la Russia invade, allora non ci sarà più Nord Stream 2: gli porremo fine?». Secondo il Wsj, come minimo gli Stati Uniti sapevano del sabotaggio in preparazione e qualcuno, come il premio Pulitzer Seymour Hersh, si spinge a dire che questo fu commissionato proprio dagli Usa.Vedremo come proseguiranno le indagini e a cosa porterà l’arresto. Nel frattempo, si registra la pessima figura di tutti quei mezzi di informazione, analisti e politici che del sabotaggio accusarono la Russia. Risuonano ancora i toni bellicosi delle gerarchie di Bruxelles, in ambito Nato e Unione europea, e le articolesse italiane che spiegavano i motivi per cui la Russia avrebbe tratto vantaggio dalla distruzione del gasdotto. Qualcuno fa ancora circolare l’ipotesi che le accuse agli ucraini siano in realtà una astutissima e raffinata operazione russa di false flag. Tutto può essere, certo, ma ci sarà anche un limite al ridicolo.
Nel riquadro in alto l'immagine dei postumi dell’aggressione subìta da Stephanie A. Nel riquadro in basso un frame del video postato su X del gambiano di 26 anni che l'ha aggredita (iStock)
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Utile oltre le stime a 1,37 miliardi nei primi nove mesi del 2025. Lovaglio: «Delisting per Piazzetta Cuccia? Presto per parlarne».
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